Tutto il possibile

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Non immaginate la voglia che avevo di abbracciarla, di stringerla tra le mie braccia; era tutto vero, mia figlia era lì. 'Sandoval non la passerà liscia, per aver messo mia figlia qui dentro'. Vi starete chiedendo cosa ci fa una ragazza della sua età in carcere. Beh, vendeva l'erba a scuola insieme ad un paio di amichette.
La misero nella mia cella, con Saray, Riccia, Sole e Tere. Non potevo parlarle né abbracciarla, per la mia e la SUA sicurezza. Se mi facevo vedere dalle altre debole e sensibile, se la sarebbero presa con lei per fottere me. Quindi quello che decisi di fare per salvarla, era ignorarla ed essere fredda con lei. Dentro di me soffrivo e molto, ma era necessario.
Quella notte fecero una perquisizione a sorpresa e Sandoval colse l'occasione per presentare Fatima a tutte le detenute.
- oggi, qui a Cruz del Norte è arrivata una ragazza nuova. Una persona molto cara a Zulema...
Mi guardò.
- oh, non gliel'hai presentata? Beh, lo farò io. Ecco a voi Fatima, la figlia di Zulema.
'Zulema ha una figlia?' 'Non sapevo avesse una figlia' 'povera creatura' 'Zulema madre?' Queste erano le cose che bisbigliavano le detenute e io ignorandole, rimasi in silenzio con gli occhi bassi. Tornammo tutte nelle celle e le mie compagne mi guardavano in modo strano perché da quando Fatima era arrivata, non l'avevo degnata neanche di un abbraccio. La poveretta quella notte, non riuscì a dormire e così la Riccia le allungò la mano e le disse:
- puoi tenermi la mano se vuoi, per stare più tranquilla. La prima notte nessuno dorme...
'Quanto vorrei essere io' pensai.
Fatima le prese la mano e cercò di chiudere gli occhi ma non dormì per tutta la notte, come me. Di nascosto la guardavo e poi piangevo senza farmi sentire, tutto l'istinto materno che era in me si risvegliò di botto, senza che io lo volessi. Di solito so essere una brava attrice, ma quella volta si notava che non ero a mio agio, comportandomi così. Dovevo tenere duro, per far sì che la trasferissero nel suo vecchio carcere.
La mattina dopo mi diressi alla mensa, decisa a cercare Saray, lei era l'unica che sapeva di Fatima.
- congratulazioni gitana, da quando sei madre stai dando il meglio di te.
- già, quando vuoi ti do qualche consiglio...
- solo tu sapevi che avevo una figlia, l'hai detto a Sandoval. Non so che ti ha dato in cambio ma spero che valga la pena uccidere una ragazzina di 18 anni, perché la faranno a pezzi.
- ....
- va bene, se le cose stanno così...sai quando parleremo io e te? Quando seppelliremo le nostre figlie...INSIEME.
- ehi, tu! L'hai fatto davvero?
Le chiese la Riccia, dopo che me ne andai.
- sì, l'ho fatto.
- complimenti! Adesso vendi le ragazzine a quel porco di Sandoval?
- ho dovuto, altrimenti mi avrebbe tolto mia figlia...è il padre e io sono qui in carcere; può farlo.
Incrociai Fatima qualche volta nei corridoi, lei mi guardava ma io mi giravo dall'altra parte. Avevo una paura fottuta che fosse arrabbiata con me per non essere stata con lei durante la sua vita. Ma lei conosceva tutta la storia, però chissà...
Quella grassona di Goya, l'aveva presa di mira, la trattava male e le chiedeva di fare "certe cose"; non mi stava affatto bene, ma non facevo nulla, per mia fortuna a difenderla c'era la Riccia.
- ho bisogno che mi aiuti.
Mi disse Fatima sedendosi nel mio tavolo alla mensa.
- non posso aiutarti.
- hai capito male, non mi serve una madre. Devi aiutarmi a non diventare la puttana del carcere. Hai visto come mi tratta Goya?
- sai perché ti hanno messa qui?
- no.
- cosa credi, in un piano di riunificazione famigliare? Ti hanno messa qui per fottermi.
Presi fiato con le lacrime che mi scendevano sul viso e le dissi una volta per tutte:
- ascolta, non voglio che mi parli, che mi segui, non voglio sentire il tuo odore, chiaro? E ora vattene.
Mi guardò con gli occhi sbarrati, così ripetei:
- vattene!
Stavo crollando e allora andai nella mia cella. Lei, non avendo accettato le mie parole, mi seguì. Capitava molto spesso che ci ritrovavamo in cella solo noi due, ma non avevamo mai osato parlarci.
- davvero Zulema?
- pensavo di essere stata chiara...
- tu non sei così, mia madre non me la ricordavo così stronza. Era dolce e disposta a tutto per me...
Mi alzai velocemente dal letto e corsi ad abbracciarla. Mi staccai dopo tre secondi e le dissi:
- sentì, io sono sempre disposta a tutto per te e se non te ne sei accorta, lo sto facendo. Io qui dentro ho molti nemici e se vedono che io e te siamo legate, faranno del male a te, capisci?
- e perché?
- hanno provato più volte a farmi del male, fisicamente, mentalmente...ma non ho mai ceduto. Per questo. Questa è la volta buona per colpirmi nel mio punto più debole e non voglio che lo facciano.
- quindi mi stai chiedendo di fingere?
- esattamente. Ti ho tenuta dentro per nove mesi, ti ho sentita crescere, hai il mio sangue...puoi farcela.
- ok, così ti ricordavo...
- ah Fatima, una domanda. Non ce l'hai con me perché non mi sono più fatta sentire?
- no, ho sempre saputo dov'eri e il perché...tranquilla l'avrei fatto anch'io. Perdonami tu se non sono mai venuta a trovarti, ma senza un adulto non potevo...
- va bene, va bene. Non c'è bisogno che ti scusi.
Più tardi uscimmo in cortile e vedendo Hierro nei paraggi, dissi a Fatima:
- ehi, cerca di discutere con me...quel secondino è la spia di Sandoval e se ci vede litigare glielo dirà sicuramente.
- d'accordo...
Iniziammo a discutere per poi arrivare alle mani e allora Hierro di avvicinò.
- Heii! Separatevi. Che succede?
- niente una semplice lite tra madre e figlia...che c'è ora partecipi anche alle riunioni famigliari? Ti scopi mia madre non è vero?
Cazzo come faceva a saperlo? L'avrà intuito? Forse, ma comunque lui girò i tacchi e se ne andò. Ma poi ci ripensò e tornando indietro mi disse:
- Zahir, alzati!
- cosa vuoi?
- ho detto alzati, vieni con me.
Mi alzai e quando ci allontanammo da Fatima gli chiesi:
- dove mi porti?
- lo vedrai.
Mi portò in isolamento.
- perché mi metti in isolamento?
- perché non dovresti picchiare tua figlia sai?
- che stronzata! Non è questo il motivo...
- forse no...
- e allora?
- ti ricordi quello che è successo in aereo?
- oh mio dio vuoi scopare?
- ti sembrerò un pervertito ma sì.
Non aveva affatto l'aria da duro come sempre, anzi aveva una faccia da cucciolo indifeso che si sentiva in colpa per avermelo chiesto.
- beh allora perché me lo stai chiedendo? Non sarà che ti sei affezionato...
Gli dissi con tono provocatorio.
- ma che...
- dici di no? Beh io credo di sì...che sia chiaro, io te l'ho chiesto solo per un'avventura.
- solo sesso.
- certo. Io non mi preoccupo ma tu dovresti stare attento perché non ho intenzione di accontentarti tutte le volte che me lo chiedi.
'Che bugiarda' mi dissi tra me e me. Ma certo che avevo voglia di farlo con lui, aveva qualcosa di attraente che come una calamita, ogni volta mi attirava a sé.
Beh..lui mi baciò. Non fu come la prima volta in aereo, sembrava più una cosa da amanti. Sentivo il suo AMORE. Mi tolse la camicia e poi la canotta, lasciandomi in reggiseno e allora quel punto pensai 'perché no?' e fu così che gli tolsi la maglia. Quando finimmo lui mi fece una dichiarazione alquanto scioccante:
- senti Zulema, dalla prima volta in cui ti ho vista ho pensato 'questa ha proprio la faccia da stronza' ma il problema è che mi piacciono le donne come te. Ho sentito subito un'attrazione verso di te anche se non volevo ammetterlo, ma in questi giorni, vederti soffrire per tua figlia mi ha fatto capire che provo qualcosa per te e che non riesco a vederti così.
- ti sei innamorato?
- sì, te lo dico sinceramente. Non pretendo che tu ricambi ma volevo solo fartelo sapere: tu mi piaci e questo per me non è solo sesso. Non sono proprio il tipo da una scopata con chiunque e via.
- beh neanch'io, a meno che ne abbia la necessità, proprio come quando te l'ho chiesto la prima volta.
- beh, non hai nient'altro da dire?
- innanzitutto fammi uscire da qui e poi beh...non lo so, non sono una donna romantica.

Una sola cosa: Zule e Fatima❤️

Muore solo chi viene dimenticato (la storia di Zulema Zahir)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora