Sorellanza

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- che bella che sei Zulema, hahah. Mi fa strano chiamarti così ma questo è il tuo nome.
Disse Fatima alla sua nuova "sorellina". La sorprendevo molto spesso mentre parlava alla bambina e così mi avvicinavo e le facevo compagnia.
- sei davvero brava con i bambini.
- anche tu.
Mi rispose dolcemente. Rimasi alquanto sorpresa dalla sua affermazione e glielo feci notare con l'alzata delle sopracciglia.
- è la verità. Tu credi che io non ti veda? Lo ammetto, mi piace spiarti mentre sei con lei.
- che cosa?!
- solo quando siete voi due da sole fai quella vocina...
- QUALE vocina?!?
- la vocina da mamma orsa hahaha. La stessa che facevi con me, me lo ricordo. Eri molto divertente.
- va beeene...non dirlo a nessuno però, hahah.
- guarda! Ti sta fissando...ti sorride!
- sta sorridendo a te...
- no, sta fissando te!
Sorrisi alla bimba, la presi in braccio e le diedi il suo peluche; le accarezzai la testa e poi le guance. Zuzu mi afferrò il dito e non me lo lasciò andare.
- hai fame piccolina? Adesso ti porto dalla mamma. Tesoro mio...ho così tante cose da dirti e da insegnarti...
Fece capolino alla porta Macarena, che assistì a tutta la scena nascosta ed esclamò:
- sei una madre fantastica...spero di poter essere come te.
Io imbarazzata non risposi, mi limitai a sorriderle e ad abbassare lo sguardo. Poi la bambina mi cercò il seno per allattarla e in quel momento mi sentii felice ma allo stesso tempo ancora più imbarazzata di prima.
- ecco, l'avevo detto che avevi fame...adesso vai dalla mamma.
- ehi, non ti preoccupare, non me la prendo affatto. Non devi sentirti a disagio, sei sua zia, MIA SORELLA, ok? Quindi non voglio più vedere quella faccia.
Io guardai Maca e Fatima e dissi loro:
- vi voglio bene, a tutte e tre.
Fatima si avvicinò a me e mi abbracciò; lo stesso fece Maca con Zuzu in braccio e io ricambiai.
Nonostante tutta la felicità che avevo dentro, sentivo che qualcosa non andava; era come se avessi lasciato qualcosa di davvero importante in sospeso nella mia vita. Quella sensazione era più che vera, infatti Saray ancora non sapeva del fatto che ero ancora in vita e più felice che mai. Dovevo tornare in Spagna e rischiare. Vi starete chiedendo "ne vale la pena?" Beh sì, Saray è mia sorella, la mia anima gemella, insomma una delle poche persone che avevo. Inoltre dovevo anche sistemare mia madre per bene, quindi quel viaggio dovevo farlo, per forza.
- devo tornare in Spagna a risolvere un paio di questioni.
- sei forse impazzita?
- no sono seria e Maca...non me lo impedirai.
- io forse no perché non ci riuscirò, ma Fatima?
- anch'io penso che non dovresti farlo, però se ti farebbe sentire meglio è giusto che tu lo faccia. Ma ad una condizione: io vengo con te.
- se ci beccano...
- NON ci beccheranno!
- d'accordo...partiamo domani.
Con un jet privato arrivammo a Madrid l'indomani e io super camuffata, mi presentai a casa di Saray, mentre Fatima era rimasta in hotel a cercare informazioni su mia madre. Suonai il citofono verso le 4 del pomeriggio e lei rispose:
- chi è?
- Saray Vargas?
- sì?
- esci per favore.
- chi sei?
- ho detto esci PER FAVORE!
- senti bella, se non mi dici chi cazzo sei chiamo la polizia.
- sono una tua vecchia compagna di Cruz del Norte.
- aspetta ma...
- quindi vuoi uscire?
- arrivo.
Uscì dalla porta e ci mise un bel po' prima di dire qualche parola. Mi tolsi gli occhiali da sole; alla gitana vennero gli occhi lucidi e rossi e si mise una mano sulla bocca, aggrottando le sopracciglia.
- ma che...CAZZO?!?
Le feci un cenno.
- non ci posso credere...
Mi tolsi il cappello e la parrucca e mi fermai a guardarla. Lentamente feci qualche passo per avvicinarmi a lei, la quale continuò:
- ma...non-non eri...morta?
- dai, abbracciami zingara!
- vaffanculo, vaffanculo!
Mi disse piangendo, abbassò la testa e mi abbracciò forte senza lasciarmi andare. La afferrai e me la tirai verso di me abbracciandola, senza staccarmi proprio come un koala. Piangevo come una pazza e lei mi bagnò la maglia con le sue lacrime. Singhiozzando, mi afferrò il viso e mi guardò fissa nelle pupille con quelle sue perle color pece che aveva al posto degli occhi.
- fottuto elfo dell'inferno...sei tornata. Sono forse impazzita o sei reale?
- tranquilla, sono qui.
- oh Zule, non sai quanto ho sofferto...non saranno allucinazioni spero!
- ti ho già detto che non stai sognando. Comunque sono Hayet.
- cazzo, non osare dirmi che sei la sorella gemella!
- ma no...vuoi che ti racconti tutto oppure no?
- ma che domande! Entra, non c'è nessuno.

Dovevo farle rincontrare, dovevo.

Muore solo chi viene dimenticato (la storia di Zulema Zahir)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora