Durante tutto questo tempo Fatima stava indagando. Su che cosa? Su di me e sulla mia malattia. Si accorse infatti, che mancava qualche visita all'appello. Di solito non si fa solamente una tac e basta, ma occorrono esami del sangue, delle urine...tante cose insomma, ma qualcuno stava cercando di tenerle nascoste. Fatima, andò a ficcare il naso alla clinica, ma non trovando nulla di concreto, si fece aiutare da un vecchio amico, molto abile con i computer e con la tecnologia. Si procurò i filmati delle videocamere di sorveglianza e vide una donna con il velo che assomigliava molto a sua nonna. 'Non ci posso credere, è davvero lei? Non può essere una casualità''
- devo scoprire cosa ci faceva lì.
Disse Fatima all'amico.
- ma può essere solo un caso...
- no non credo, guarda le date e le ore...c'è qualcosa sotto. Riusciresti ad hackerare anche quelle dell'interno?
- sì, lo faccio subito.
Fatima guardò i filmati e vide che sua nonna, stava pagando il mio medico, ma la cosa strana era che la clinica era pubblica e non bisognava pagare.
- cazzo, lo sapevo! Ora devo tornare lì...
- vengo con te, non si sa mai.
Arrivati alla clinica, Fatima cercò quel dottore, e fortunatamente riuscì a parlarci.
- salve, sono la figlia di una sua paziente, Zulema Zahir.
- sì...mi dica.
- vorrei farle qualche domanda riguardo le sue visite e la sua malattia.
- certo, mi chieda tutto quello che vuole.
- perché non le ha fatto prima gli esami del sangue e quello delle urine? Come mai ha deciso di farle subito la tac?
- beh, dai sintomi che mi descrisse sua madre, preferii passare direttamente alla tac.
- ma così sa che ha infranto la procedura? Sono un medico e le so queste cose...
- beh...ecco...
- so che una signora abbastanza anziana è venuta a trovarla; tratti egiziani, velo scuro in testa...non mi dica che non se la ricorda.
Gli dissi puntandogli una pistola.
- ok, calma...non volevo arrivare a questo.
- mi dica tutto quello che le ha detto.
- va bene, ti dirò tutto ciò che so. Un giorno venne da me quella signora a fare una visita, e prima di andarsene mi disse se potevo farle un favore in cambio di soldi. Aprì la sua borsa e mi mostrò tutte le banconote che conteneva.
- quale favore?
- avrei dovuto falsificare la diagnosi della signora Zahir, facendola sembrare MOLTO più grave di quello che era in realtà. Tua madre soffre solo di una leggera emicrania, tutto qui.
- e quella donna come faceva a sapere che mia madre sarebbe venuta?
- io non lo so...non le ho fatto tante domande.
- quanto le ha offerto?
- 50 mila.
- cazzo...e cosa sono quelle medicine che sta prendendo ora?
- le alleviano il mal di testa, ma combinate con altre, le procurano delle allucinazioni.
- bene, penserò dopo che fare di lei.
- mi denuncerai?
- ho detto che ci penserò in futuro! Ma una cosa è certa: non mi dimenticherò di lei.I messicani in qualche modo ci rintracciarono e stavano per arrivare all'hotel, allora mi decisi a dividere i diamanti con le mie compagne; erano 11 uomini armati che fecero irruzione nell'edificio. Noi li sorprendemmo e con pistole, fucili e mitragliette, li uccidemmo tutti. Trovammo un tunnel, che dall'hotel portava alla campagna e iniziammo a percorrerlo, per scappare dalla polizia e da altri scagnozzi. Goya rimase indietro, dato che una tachicardia la prese alla sprovvista e la sua fidanzata Triana, decise di rimanere con lei. Io e Maca continuammo, fino ad uscire da quel tunnel; ci ritrovammo a correre in piena campagna, con tre jeep di messicani armati che ci rincorrevano. Dovevamo raggiugnere in fretta l'elicottero sul quale ci stava aspettando Fatima e poi fuggire; in quel momento però pensai 'siamo già fottute se non prendiamo tempo in qualche modo. Non ce la faremo mai a raggiungere l'elicottero, è troppo distante'
Smisi di correre.
- che fai?!
- vai via da qui...tranquilla, non lo faccio per te.
- no...
- vai, che ora non sei più sola...
- grazie...
Maca riprese a correre verso l'elicottero e io mi misi in ginocchio, tenendo in mano entrambe le pistole. Le jeep si fermarono a circa tre metri da me e io con la nuca al suolo iniziai a cantare. Mi rialzai e feci cadere le pistole, mimai lo sparo con le mani ed ecco che mi spararono il primo colpo alla spalla; poi un altro nel petto e un altro ancora nel fianco. Caddi a terra stremata e chiusi gli occhi. Con tre colpi di pistola e tutta piena di sangue, quegli uomini se ne andarono, lasciandomi lì e credendomi morta. In quel momento anch'io mi credevo morta.Nel prossimo capitolo finalmente scoprirete ciò che succede a Zulema...❤️
E non solo
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Muore solo chi viene dimenticato (la storia di Zulema Zahir)
FanfictionQui ci viene narrata direttamente da Zulema, la storia della sua vita, iniziando da prima che entrasse in carcere. Scopriremo tutti i suoi segreti, i suoi punti deboli e i suoi punti di forza. Rispetto alla storia originale, ci sono molti più dettag...