Entrai nella doccia e poi sentii la porta del bagno aprirsi; il vetro era appannato e perciò dissi a Hierro:
- ehi, è il mio turno...torna tra qualche minuto, così finisco.
La porta della doccia si aprì e Hierro, tutto nudo, entrò nella doccia con me. Io rimasi di spalle e l'acqua bollente continuava a bagnarmi la schiena. Hierro mi toccò le spalle e mi baciò sul collo, poi mi afferrò per la vita e mi rimase appiccicato dolcemente. Era lì per consolarmi, dopo la confessione che gli feci qualche minuto prima. Mi abbracciò da dietro, mettendomi le braccia attorno al petto e mi baciò la testa. Io ricambiai l'abbraccio e poi uscimmo dalla doccia. Tornammo in camera da letto e ci sdraiammo in intimo sul letto; eravamo entrambi a pancia in su a guardare il soffitto, finché dissi:
- mia madre è morta...
- quando?
- ieri, poco dopo che me ne sono andata.
- mi dispiace...ma perché le hai messo le mani addosso.
- lei è sempre stata la causa del mio dolore...ho così tante cose da raccontarti...
- beh, sono qui, ti ascolto...
Parlai e parlai quella notte, raccontandogli dei miei stupratori, di Fatima, di mia madre, del periodo vissuto con Maca, del finto tumore, della mia finta morte e infine di aver ucciso mia madre.
- cazzo Zulema, sembra che tu abbia vissuto un film.
- già...la mia vita è così e poi da un momento all'altro spunta un angelo custode...
- sarei io?
- forse...un elfo dell'inferno ogni tanto potrebbe averne bisogno, non credi?
- sì.
Hierro vide che avevo la pelle d'oca, così mi disse:
- prendi i miei vestiti nel cassetto, stai tremando.
- ok, adesso dormiamo.
Aprii il cassetto e oltre ai vestiti, vidi una cosa alquanto insolita: la mia divisa gialla di Cruz del Norte.
- e questa?
- l'ho conservata.
- per tutti questi anni?
- già, era l'unico ricordo che avessi di te.
- mi fa strano rivederla.
- se ti turba mettila via e chiudi il cassetto.
- no, tranquillo...è solo che mi hai sorpreso.
- ha ancora il tuo odore...
Mi misi a letto, accanto a Hierro e mi girai dandogli le spalle.
- buonanotte regina.
Mi disse lui, baciandomi una spalla; io mi girai guardandolo negli occhi e qualche minuto dopo mi addormentai.
La mattina dopo lo facemmo appena svegli. "Che bell'allenamento!" Starete pensando...beh sì, è una bella carica per iniziare la giornata. Ci preparammo e Hierro mi accompagnò da Saray. Mi lasciò sul marciapiede davanti alla casa e mi diede un bacio sulla bocca.
- ehi, chiamami.
Annuii con la testa e poi entrai in casa.
- ciao mamma! Com'è andata?
Saray, avendo sentito la frase di Fatima, si fiondò in salotto e mi chiese:
- allora?
- tutto bene.
- che bell'anello...
- sì, è molto bello...
- beh, ora cosa siete?
- siamo una coppia a tutti gli effetti, credo.
- grande Zule! Sono così felice per te.
- anch'io mamma. Lui mi piace molto, state benissimo insieme.
Disse Fatima.
"Menomale" pensai. L'approvazione di mia figlia per me era molto importante.
Mi abbracciarono e poi Saray continuò:
- e ora andrete a vivere insieme?
- non lo so...in effetti è un bel problema, perché io non posso rimanere qui in Spagna.
- beh parlatene...
- certo, lo faremo...
Rimasi a Madrid almeno per un mese, per passare un po' di tempo con Saray, sua figlia, la Riccia e ovviamente anche con Hierro. Un giorno mentre camminavo per strada, un tizio si avvicina a me; era sicuramente latino dall'aspetto, piuttosto basso e con un cappellino da gangster. Si guardò un po' in giro e poi mi sussurrò:
- sei nei guai bella...
- che cazzo vuoi?
- vieni, andiamo in un posto più appartato, così ti spiego.
- hahah credi che me la beva? Non ti conosco nemmeno e ti consiglio di non farmi incazzare.
- ti ricordi il chilo di eroina che hai acquistato un mese fa? Beh io sono uno dei colombiani che te l'ha venduta.
Lo seguii.
- beh e allora? Vi ho pagato.
- non è questo il punto. Non ci avevi detto che dovevi lasciare il pacchetto su una scena del crimine, pieno di impronte.
- e questo che importanza ha?
- ce l'ha eccome! Uno dei nostri è stato arrestato perché le sue impronte erano su tutto il pacchetto di eroina che hai lasciato in quella casa. Ma le tue, guarda caso, non c'erano.
- io non ci posso fare niente se voi non vi preoccupate dei dettagli.
- ohhh Hayet, sei una donna furba, devo ammetterlo...ma dovrai rimediare.
- in che modo?
- devi far evadere quel tipo dal carcere.
- hahah tu sei pazzo.
- sei una criminale, ti si legge in faccia...sei riuscita a fottere le persone che sono state ritrovate in quella casa e a farne finire in galera una...non dirmi che non riesci a far evadere il nostro uomo...
- non ho motivo di farlo...non ci guadagno niente e poi non me ne frega un cazzo. Siete una gang, perché chiedere proprio a me di fare una cosa del genere?
- perché la colpa è tua...io ti sto dando una possibilità per salvarti il culo, ma se vuoi che ti uccida, dimmelo.
- e se non lo faccio?
- ti sparo un colpo in testa...
Mi voltai e me ne andai ma quel tizio mi urlò:
- verrò a trovarti di nuovo!
Arrivai a casa, mi tolsi le scarpe e appoggiai la borsa. La mia faccia era strana è molto più pallida di quanto non lo fosse già.
- Zulema stai bene?
Mi domandò Saray preoccupata.
- non lo so...
Corsi in bagno a vomitare e mi sedetti per terra per non rischiare di cadere. Ero debole e mi girava terribilmente la testa. 'E adesso che cazzo mi succede?'Zulema è proprio nei guai e non solo con i colombiani...cosa ne pensate?
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Muore solo chi viene dimenticato (la storia di Zulema Zahir)
FanfictionQui ci viene narrata direttamente da Zulema, la storia della sua vita, iniziando da prima che entrasse in carcere. Scopriremo tutti i suoi segreti, i suoi punti deboli e i suoi punti di forza. Rispetto alla storia originale, ci sono molti più dettag...