Madre dell'anno

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A vedere quella foto mi rabbrividii e subito Fatima mi chiese:
- mamma, tutto bene? Lo conosci?
- sì, lo conosco.
Risposi freddamente.
- come fai a conoscerlo?
- senti, sei sicura che sia il suo compagno attuale? Magari è suo amico...
- no, sono sicurissima.
Sbuffai e cercai di cambiare discorso.
- ok, domani vado a prendere la droga, dopodomani andiamo da lei e mettiamo in atto il piano.
Saray però notò lo sguardo di Fatima da 'questa non ci ha detto tutta la verità' e allora subito mi afferrò per il braccio e mi disse:
- Zule, chi è quell'uomo? Dobbiamo dirci tutto e noi vogliamo saperlo.
- non ha importanza...
- ehi non rompere il cazzo...non provocarmi.
Mi fissò intensamente negli occhi.
- è...il mio ex marito.
- scusa cooosa?
- il porco con il quale mia madre mi fece sposare all'età di 13 anni.
- quello da cui sei scappata?
- esatto. Ora se permettete, vado a riposarmi un po' in salotto.
Saray non mollò la presa e notando il mio sguardo perso e quasi spaventato mi raggiunse ma fece cenno a Fatima di non seguirla.
- Zulema che hai? Poche volte da quando ti conosco ti ho vista SPAVENTATA. Tu non hai mai paura, nemmeno della morte...lo dici sempre.
- non è niente, solo un po' di vecchi ricordi spiacevoli della mia infanzia.
- so che non è tutto qui e che c'è dell'altro. Ti conosco Zule, ti conosco. Non voglio obbligarti a dirmelo però quando in carcere non ci dicevamo le cose...beh sai come andava a finire...andava tutto a puttane. Io voglio solo aiutarti.
- quando mi sposai con lui, io avevo 13 anni, lui 40; me ne andai pochi giorni dopo il matrimonio ma nei giorni prima...
Presi fiato e poi continuai, mentre la gitana mi ascoltava attentamente.
- nei giorni prima della mia fuga...mi...violentò. Più e più volte, avevo solo 13 anni cazzo. Lo dissi a mia madre, ma eravamo sposati e perciò dovevo rimanere incinta; sono scappata ed ecco che incontro un altro figlio di puttana. Poi il resto della storia già la sai.
- merda...va beh non abbatterti, ce la faremo.
- è ovvio.
Il campanello suonò, erano la Riccia ed Estrella. Saray aprì la porta e la Riccia appena vide me e mia figlia esclamò:
- non ci posso...credere! Che cazzo ci fate qui?!? Fatima!!! Fatti abbracciare!!!
Io sorrisi e lei fece lo stesso, poi mi avvicinai e feci per darle un abbraccio e lei ricambiò calorosamente. Non ci eravamo mai abbracciate, ma quella ragazza aveva un cuore d'oro. Salutai Estrella e così fece anche Fatima.
- e Maca? Hai notizie di lei?
- sediamoci, così racconto tutto anche a te.
Il giorno dopo andai a prendere la droga da una banda di colombiani, si diceva che era una delle più pericolose di Madrid ma questo a me non fregava un cazzo. Presa la droga, il giorno dopo ancora, io Saray e Fatima, andammo a casa di mia madre. Scassinai la serratura e io e Saray fummo le prime ad entrare, armate di pistole. A guardarci le spalle, c'era Fatima con un tubo di ferro. Mia madre era in cucina girata di spalle e sembrava esserci solo lei in casa. La colsi alla sprovvista.
- mamma...
Si girò di scatto e fece cadere un bicchiere a terra.
- Allah...ma-ma tu..non eri morta?
Mi chiese in arabo.
- io-io ti ho vista all'obitorio...
- sono venuta a trovarti.
Le risposi sempre in arabo, puntandole la pistola insieme a Saray, la quale disse:
- ehi, ehi parlate in spagnolo perché non ci capisco un cazzo!
Così in spagnolo ripresi:
- forza, andiamo in salotto.
- stai facendo una pazzia, non sai quello che fai. Perché hai coinvolto Fatima? Lei non è come te...Fatima non ascoltare tua madre...
- sta' zitta......
Le dissi tirandole uno schiaffo.
Saray la legò ad una sedia e le puntò nuovamente la pistola.
- bene, bene...
- cosa vuoi Zulema?
- sapere perché hai pagato quel medico, come facevi a sapere che ci sarei andata...tutto.
- ti ho fatta seguire per diversi giorni, non te ne sei nemmeno accorta.
- perché?
- se avessi preso quelle medicine a lungo, prima o poi ti avrebbero uccisa; volevo riprendermi Fatima ad ogni costo...ho un marito per lei che mi darà molti soldi e inoltre deve fare dei figli e avere una famiglia.
- stai scherzando spero. Sei ridicola...ma ti ascolti quando parli?!??
- lei sarebbe stata una figlia modello, una tua perfetta sostituzione.
- lei ce l'ha una famiglia e sono IO. Non si sposerà con nessuno, farà dei figli solo se vorrà e con chi vorrà!
Urlai. Fatima guardò sua nonna con occhi molto spaventati e da quel momento in poi si bloccò letteralmente. Mi avvicinai a lei e la abbracciai.
- non sei mai stata capace di fare la madre Zulema, perché dovresti farla ora?
- tutte stronzate! Hai trascorso tutta la tua cazzo di vita a farmi del male e tutto questo solo perché volevi che restassi incinta e poter essere pagata da mio marito. Per soldi...solo soldi. Che razza di madre fa questo alla propria figlia, eh?!?
La porta di casa si aprì all'improvviso e sulla soglia comparve una figura alta e possente, era lui. Quel porco che mi fece vivere le pene dell'inferno. Mi girai di scatto e non riuscii a controllare le lacrime, lui non fece nulla ma mi osservò attentamente per cercare di ricordare chi fossi...chissà con quante ragazzine avrà fatto la stessa cosa che fece a me. Quell'uomo iniziò ad avanzare verso di me, così Saray gli sparò un colpo nella gamba. Insieme lo legammo ad una sedia accanto a mia madre e poi prendendo fiato, gli dissi:
- chi si rivede, ti ricordi di me?
- sì.
- bene...anch'io e molto bene. Posso ancora sentire il tuo fiato sul mio collo...e le tue mani su tutto il mio corpo. Te lo ricordi?
- sì.
- Zulema dobbiamo muoverci.
Mi sollecitò Saray.
- certo Saray, ora ce ne andremo.
Mi rivolsi a lui, avvicinandomi il più possibile alla sua faccia e gli dissi:
- ci vediamo all'inferno stronzo!
Gli sparai un colpo nella tempia. Mia madre urlò dal dolore e si mise a piangere.
- come hai potuto metterti con lui, dopo quello che mi fece? Ah giusto...tu provavi gusto a sapere quello che mi faceva.
- Zulemaaa, in fretta!
Ribadì un'altra volta Saray.
- dai, passami la siringa e la dose.
- che vuoi fare?
Mi chiese mia madre.
- quello che ti meriti.
Le risposi. Le iniettai una bella dose di eroina e poi, dopo aver pulito l'arma dalle mie impronte, gliela misi in mano. Lasciammo tutta la droga in salotto vicino a lei e montammo una bella scena del crimine. Prima di uscire da quella casa però, tornai indietro e puntai nuovamente la pistola alla testa di mia madre, il braccio mi tremava.
- Zulema...non fare cazzate. Andiamocene...finirà in carcere, non ti farà più del male.
Mi rassicurò Saray.
- Saray, chiama la polizia. Andiamocene da qui.
- sì subito. Polizia? Ho sentito uno sparo e delle urla in una casa mentre passavo di qui...
Presi per mano mia figlia e salii nella parte posteriore dell'auto insieme a lei e Saray si mise alla guida. Iniziai a cantare e ad accarezzarle la testa, stringendola forte.

Dal prossimo capitolo tornerà un personaggio tanto amato e tanto richiesto...chi sarà mai? E chissà come proseguirà la storia🤷🏽‍♀️

Muore solo chi viene dimenticato (la storia di Zulema Zahir)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora