Anime gemelle

103 10 4
                                    

Tornammo a casa di Saray e c'era la Riccia ad aspettarci con la piccola Estrella.
- è andato tutto secondo i piani?
Chiese.
- sì sì. A quest'ora mia madre sarà già dietro le sbarre.
- bene.
Passò una settimana e Saray si accorse che qualcosa in me non andava, come al solito del resto.
- Zule...mi vuoi dire che succede? Non sei mai stata una chiacchierona ma ora...non mi dici più nulla.
- voglio andare in carcere da mia madre.
- cosa?! Perché?
- voglio essere sicura che sia lì e non da qualche altra parte.
- e se ti incastra in qualche modo?
- non può fare nulla...non ci sono prove.
- giusto, si...behhh allora vai.
Mi disse sorridendo ma allo stesso tempo fece una faccia scherzosa.
- che c'è?
- no, nulla.
Rise.
- mi vuoi dire che cazzò c'è?
- tua madre è finita a Cruz del Norte...
- e quindi?
- e quindi...Hierro.
- cazzo, me l'hai fatto tornare in mente...
- bugiarda! Vuoi andare lì solo per vederlo, confessa!
- idiota!
In realtà quello era il mio scopo secondario, prima dovevo una volta per tutte UCCIDERE mia madre.
Quella mattina stessa presi la macchina e mi diressi a Cruz del Norte. Mi vennero i brividi solo a vederlo da fuori, però quando scesi dalla macchina mi diressi all'entrata delle visite con un passo deciso e altezzoso. Zulema Zahir era tornata a "casa". Ad accogliermi c'era Palacios, il nuovo direttore del carcere. Menomale che a capo di quel buco c'era una persona di cuore...lo vidi e mi girai dall'altra parte per non essere scoperta. Indossavo gli occhiali da sole, perciò non mi riconobbe; ma c'era qualcun altro che nonostante il mio travestimento, seppe riconoscermi dalla mia camminata, dal portamento e dal comportamento...HIERRO.
- Zulema?
- hai sbagliato persona!
- che ci fai qui? Non puoi essere davvero tu...Vuoi tornare in cella?
- ti ho detto che hai sbagliato...
- non mi prendere per il culo...vedo che hai cambiato look.
Mi disse afferrandomi per un braccio.
- sì beh, fino a qualche mese fa ero ricercata in tutto il paese ma ora io risulto morta.
- sì, ho sentito qualcosa alla tv...e così saresti morta...hai idea di quanto sia stato male?
- no, non ce l'ho e ora se non ti dispiace, ho una visita.
- e con chi?
- non ti importa.
- devi dirmelo per forza, altrimenti non ti lascio entrare.
- devo vedere Malika Zahir.
- ah, Malika...aspetta ma lei è...
- mia madre.
Hierro ci rimase di stucco e mi accompagnò al tavolo delle visite. Mi indicò il tavolo dove dovetti sedermi e mi congedò. Mentre aspettavo che mia madre arrivasse, mi voltai per guardare un po' in giro e poi lo rividi. Era lui di nuovo, HIERRO. 'cazzo' pensai. I nostri sguardi si incrociarono per un secondo, ma io mi girai subito, fingendo di non averlo guardato, ma era evidente la mia frustrazione. Con la coda dell'occhio vidi che venne verso di me, ma poi arrivò mia madre. Si sedette e con una faccia seria mi sputò in faccia. D'istinto la afferrai violentemente per un braccio e poi per il collo. Hierro subito corse verso di noi e ci separò.
- ehi voi due, che cazzo Zulema!
Disse.
- non fare il mio nome idiota!
Gli risposi freddamente, fulminandolo con lo sguardo.
- ci porteresti dell'acqua per favore?
- non sono ancora diventato un cameriere...
- per favore.
- solo se dopo mi dai un minuto per parlarti.
- d'accordo.
Hierro ci portò due bicchieri d'acqua. Rapidamente tirai fuori una penna e le ruppi, poi la feci cadere sulla scarpa di mia madre, sporcandola con l'inchiostro. Lei si abbassò e io ne approfittai per metterle un veleno nel bicchiere. Lei si rialzò e bevve la sua acqua; la sostanza avrebbe fatto effetto in un paio d'ore. Era un lavoro pulito e il medico legale avrebbe affermato il decesso per un attacco cardiaco.
- perché sei venuta? Non voglio più vederti.
- oh, nemmeno io. Volevo solo riderti in faccia vedendoti qui. Proprio qui, dov'ero io fino a due anni fa.
- ora sarai contenta.
- certo...
Mi alzai dalla sedia e le dissi:
- prenditi cura di te....stronza!
E le sputai addosso.
Hierro aveva ormai finito il turno e mi stava aspettando nel parcheggio, dove si stava fumando una sigaretta.
- Zulema...
- Hierro...
- come stai?
- non male e tu?
- abbastanza bene. Beh che mi dici? Ho sentito parecchie notizie su di te, eppure sei qui.
- sono libera ora, e vivo all'estero.
- sono contento.
- e tu invece? Che hai fatto in questi anni?
- nulla di che, il solito che facevo prima...
- ti scopi ancora le detenute?
- mi è capitato solo un paio di volte ma non è più come prima.
Lo guardai incuriosita ma anche confusa.
- intendo che da quando ti ho conosciuta, non sono più riuscito a pensare ad altre.
- non mi sono dimenticata dell'ultimo giorno in cui ti ho visto.
- ti sei presa un po' di tempo e ora sembra che il destino ci abbia portato di nuovo qui, insieme, dove ci siamo conosciuti.

Ciao ragazziii finalmente il nostro Hierro è tornato nella vita di zulema😍🤩 se non l'avete ancora fatto, andate a rileggervi il capitolo "gitana in soccorso" perché ho aggiunto una parte!!! Grazie ❤️

Muore solo chi viene dimenticato (la storia di Zulema Zahir)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora