Le trecce mi donano

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Qualche anno prima a Cruz del Norte...
- tu non hai paura della morte?
Mi chiese Saray
- pfff, prima o poi toccherà a tutti, però non mi spaventa.
- non ti preoccupa non poter più uscire di qui?
- io sono una strega, hahaha. Mi hanno mandata qui per controllare tutte voi, sono qui apposta...
- e cosa ci guadagni a passare tutta la vita in carcere strega di merda?
- conoscerti.
- ahh, e adesso che vuoi, farmi piangere? Dai, passami la sigaretta.
- quando morirò, non devi piangere; canta e balla...
- e se muoio prima io?
- quello è impossibile.
Ora...
E come promesso, Saray, si recò al cimitero con quegli uomini, affinché loro suonassero e cantassero e lei danzasse. Iniziò a piovere e allo stesso tempo la musica. Saray, con dei passi di flamenco, incantò la pioggia; salì sulla bara chiusa e continuò a danzarci sopra. Poi si mise in ginocchio e si accovacciò su di essa e fece come per abbracciarla; la aprì e vide il corpo. Non trattenne le lacrime e dopodiché si tolse un orecchino che raffigurava uno scorpione e lo mise tra le mani del mio manichino.
Mi sentivo così in colpa, ma intanto me ne stavo andando negli Emirati Arabi, con una nuova identità, una nuova villa con piscina e un nuovo look; facevamo proprio la vita da signore, quella che tutti sognano. Investimmo dei soldi e diventammo proprietarie di una società milionaria che portò i suoi frutti, una vera Zule&Maca srl. Da ora in poi ci potrete chiamare business women...
~ nome: Hayet Hamed (rigorosamente arabo; non potevo tradire i miei tratti orientali)
~ nazionalità: Qatar (avevo un sacco di soldi, perciò non dovevo sembrare sospetta; chi nel medio oriente non è pieno di soldi?)
~ capelli: lunghe trecce castane scure (parrucca ovviamente)
~ look: abbastanza sobrio, molto estivo e di classe.
Per Maca invece...
~ nome: Julia Gonzalez
~ nazionalità: spagnola
~ capelli: rossi, abbastanza lunghi e con la frangetta.
~ look: sbarazzino e fresco, molto casual.
Insomma, per farla breve...non eravamo più noi stesse; l'unica che era rimasta uguale, era mia figlia Fatima. Non c'è stato neanche bisogno di crearle un documento falso, non essendo ricercata.
La mia priorità diventò architettare qualcosa per farla pagare a mia madre, e più il tempo passava, più le mie idee erano sempre più chiare.

Macarena arrivò molto presto al nono mese di gravidanza e si fece più irritabile del solito...
- è normale che nelle ultime due settimane, quasi non riesca a camminare dalla fatica?
- sì...
- cazzo, potresti anche darmi qualche consiglio. Eri incinta oppure no?
- senti, non devi fare assolutamente nulla, solo aspettare che nasca e vedrai che ti sentirai meglio. Le ultime settimane sono così, non puoi farci nulla, ok?
- e com'è? Farà molto male?
- molto, sì. Hahah tranquillizzati, dipende da donna a donna ma non è una passeggiata.
- speriamo che si giri a testa in giù per un parto naturale...
- altrimenti avrai una bella cicatrice che si vedrà tutte le volte che ti metterai il bikini.
- simpatica...e com'è allattare?
- non mi sembra che io sia la madre dell'anno per poterti dare consigli.
- vuoi rispondermi?
- io non ho allattato...non mi hanno dato il tempo.
- scusa, mi dispiace.
- te l'ho detto, me l'hanno portata via appena nata; l'hanno lavata e vestita e subito dopo non c'era più. Non ha fatto neanche la prima poppata.
- scusa è che...la gravidanza mi manda fuori di testa.
- già...sei molto più irascibile e insopportabile.
- ahaha come ti permetti?
- è la verità, io non ero così; mi facevo i fatti miei.
- comunque volevo dirti grazie.
- e di cosa esattamente?
- di tutto quello che hai fatto per me in questi mesi. Ti ho stremato e assillato ogni minuto della giornata e tu eri lì. È come se fosse anche TUA figlia, ricordalo. In questo periodo ho legato molto anche con Fatima e sento che la stiamo condividendo...come una VERA famiglia. Capisci?
- sì, certo. Beh...non avrei mai pensato di dirlo ma...questa è l'unica famiglia che io abbia mai avuto nella vita.
- ahh, che male! Credo che mi si siano rotte le acque...
- ahaha che la festa cominci!
- non c'è niente da ridere, portami in ospedale!
- come si dice?
- non ti chiederò per favore!
- stronza! Dai ti aiuto io...andiamo!
Salimmo di fretta in macchina e a tutta velocità sfrecciai in ospedale, intanto chiamai mia figlia per avvisarla:
- ehi, sto portando Maca in ospedale.
- che succede? È arrivato il momento?
- è così...le si sono rotte le acque.
- d'accordo, allora mi faccio trovare lì.
La accompagnai fino in sala parto, dove mi fecero indossare un camice verde e le stetti accanto per tutto il tempo.

Saray...🥺😢❤️

Muore solo chi viene dimenticato (la storia di Zulema Zahir)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora