Copitolo 12

61 6 0
                                    

Con gli artigli protesi Phil cala con precisione il braccio verso la mia gola, ma schivo il colpo verso sinistra prendendogli contemporaneamente il polso e sfruttando la forza del suo attacco, ruoto su me stessa. Con forza triplicata lo lancio verso la parete in plexiglas posta a un paio di metri di distanza.
Circa la stessa mossa che ho usato non molto tempo fa con il serial killer.
Il vampiro vola come un missile e si abbatte sulla parete con una violenza che non avevo del tutto calcolato perché di fatto è come se esplodesse all'impatto. Si sente un boato, la testa si spacca in tre pezzi e sangue e ossa schizzano da tutte le parti raggiungendo anche me, pur essendo ad una certa distanza.
In quel momento realizzo che c'è un silenzio totale nell'arena, quasi surreale. Nemmeno un suono esce dalle bocche dei presenti.
Sento solo il mio respiro e il battito del mio cuore che martella nel petto con colpi netti e decisi ma regolari, nonostante lo sforzo profuso.
Mi ero detta di mantenere un basso profilo, ma i miei poteri devono essere cresciuti in questi mesi e nel retro cranio avevo comunque paura di essere disarmata e fuori allenamento. Evidentemente mi sbagliavo.
Poco dopo una risata diabolica che mi fa accapponare la pelle, si alza dagli spalti, solitaria e agghiacciante, e mi percorre la schiena come una frustata improvvisa. Guardo nell'angolo vip perché sono sicura che sia lui, il mio aguzzino, il capo della Triade che osserva deliziato la sua ultima proprietà e forse è anche l'unico ad aver puntato denaro su di me.

La Voce al microfono rompe quello stato di empasse che ha congelato tutti ai propri posti: "E non mi dite che non vi avevo avvertito! La nostra M sarà una grande sorpresa. Ma ora dobbiamo andare avanti con i prossimi duelli e non c'è tempo da perdere."

Mentre la Voce continua a parlare, io smetto di ascoltarlo e osservo quell'ammasso di ossa e sangue spappolato che una volta era un vampiro. Sono stata io a ridurlo così e senza nemmeno sudare. Cosa sono diventata? Sono anche io un mostro, un'assassina?
Devo cercare di scappare il prima possibile o in questo posto non solo rischio di perdere la vita ma la mia stessa anima e umanità.

Quasi in stato di trance torno alla mia cella, entro dentro e poi raggiungo il livello degli altri prigionieri.
Mi guardo addosso e sono ricoperta di sangue vischioso, appiccicoso, un po' ovunque. La bile mi sale alla gola.
Mi siedo per terra con le spalle appoggiate alla parete. Ora mi sta salendo tutta la stanchezza, la tensione e l'adrenalina dello scontro mi stanno abbandonando lasciandomi stremata, priva di forze.
Chiudo gli occhi ignorando il caos che è tornato a regnare nell'arena e non sento nemmeno quale sia il prossimo scontro in programma.
Mentre tengo gli occhi chiusi ascolto di nuovo il rombo che preannuncia l'arrivo dell'acqua che pulirà il terreno di gioco. E a quel punto mi viene un'idea, apro gli occhi all'improvviso. Forse è possibile scappare o magari è un altro modo per suicidarsi, ma chi lo sa?
Di certo non posso rimanere troppo qui dentro perché prima o poi farò un errore che mi risulterà fatale.

Dopo un po' sento un suono, una voce insistente che mi chiama: "Makhaira! Ehi Makhaira, mi senti? Stai bene?"

È Erald il mio vicino che si è accucciato e senza cercare di farsi scoprire sta tentando di attirare la mia attenzione, da un po' direi, vista la frustrazione che gli stravolge il bel volto.

"Ehi Makhaira, mi senti?!" Con il dito picchietta sulla parete.

Sospiro e a quel punto rispondo: "Sì ti sento ma cerca di non farti beccare, abbiamo già abbastanza problemi."

Lui smette subito: "Sì hai ragione. Ma stai bene? Sei pallida come un cadavere e temevo fossi svenuta."

Mi scappa un sorrisino: "Diciamo che sto bene, per lo meno non sono ferita. Sono solo stanca."

Anche lui sorride appena e poi si mette più comodo ora che è riuscito a farmi parlare: "Sei impressionante, lo sai vero? Ne sei consapevole? Non ho mai visto niente e nessuno fare quello che hai fatto tu oggi. Ha dell'incredibile e temo quando dovremo combattere l'uno contro l'altro perché so già che mi ucciderai senza pensarci troppo!"

Sospiro e metto la testa tra le ginocchia: "Probabilmente hai ragione, non esiterò, ma ciò non vuole dire che io non soffra e odia fare tutto questo, credimi. Sto infatti pensando a un modo per scappare."

A quel punto lui si congela e mi guarda fisso, sento il suo sguardo addosso anche se non lo vedo: "E come penseresti di fare? È impossibile scappare da queste celle."

Alzo la testa e lo guardo: "Infatti dalle celle è impossibile ma sto ancora ragionandoci su."

Lui mi scruta con quegli occhi intensi completamente sbarrati: "E se ti aiutassi a scappare? Potremmo farlo insieme." La speranza gli rende la voce più acuta del normale.

Forse potrebbe aver un senso includerlo nella fuga. Il piano mi si sta formando nella testa mano a mano che i minuti passano. Averlo dalla propria parte potrebbe essere la chiave per fuggire da questo inferno.

Annuisco: "Ok, ci penserò su. Vediamo come prosegue la giornata e se resterai vivo. Ci sto ancora riflettendo e ho bisogno di tempo, ma forse hai ragione tu, magari in due potremmo avere più chances."

Le ore scivolano via e ci sono altri tre incontri ma due di questi durano talmente tanto che alla fine la Voce dice che per oggi i duelli sono terminati e che faranno avere gli inviti esclusivi per la prossima giornata il prima possibile.
Ho quindi combattuto solo una volta e il mio vicino Erald è sopravvissuto battendosi contro un altro mutaforma, una tigre rossa non pura che mi ha fatto deprimere ancora di più ricordandomi Simon. Ormai dopo tutto questo tempo avrà perso la speranza e mi crederà morta. Il cuore mi manca un battito al solo pensiero e una lacrima mi bagna la maschera.

La mia testa però viene riportata alla realtà mentre mi torna in mente il ricordo di Erald mentre combatte: rapido, letale ed elegante. Di una precisione chirurgica con movimenti limitati al minimo necessario per risparmiare energie. Entrambi infatti hanno deciso di combattere nella loro forma animale.
La cosa però più sconvolgente è stato osservare i suoi occhi che hanno mantenuto uno sguardo umano, troppo umano, pur essendo su un corpo animale. Raramente ho visto questa cosa perché di solito anche gli occhi diventano animaleschi, ferini, quando un mutaforma si trasforma. Vedere quei pozzi verdi che provano compassione, paura ed eccitazione su un animale così selvaggio, è stato scioccante.

Mentre ripenso a tutto ciò che è successo oggi, un gas inodore riempie le celle e poco dopo cado al suolo priva di sensi.

The Bounty Hunter - Hunted (Vol. 4)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora