Capitolo 6

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Sono passate circa due settimane da quando io e Martina ci siamo visti, mentre Lele e Quella si sono visti quasi tutti i giorni, e lei è anche venuta a casa nostra un paio di volte. Ci sto provando, ci sto provando in tutti i modi a farmela piacere ma, davvero, non ci riesco. Non so perché. Con me non si comporta male, anzi, cerca sempre di fare amicizia, mi ha persino regalato una felpa, ma io l'ho rifiutata e le ho detto che mi serve del tempo per abituarmi ad averla intorno. Ed è vero: Ho bisogno di tempo per abituarmi al fatto che ormai lei e Lele stanno insieme, perché si é vero non l'hanno ancora detto, ma sono sempre insieme, tutti i giorni, dalla mattina alla sera e ogni volta che Lele torna a casa sembra sempre che sia stato aggredito da un gruppo di vampiri affamati. Questa cosa mi infastidisce, e non poco, perché non capisco, se tu sei innamorata perché devi mostrare a tutti che fai robe con il tuo tipo? Ci arrivavo da solo che durante la notte non vi guardate in faccia, non avevo bisogno di vedere il collo del mio migliore amico pieno di buchi, ne la sua schiena piena di graffi, ne tanto meno di vedere uscire lei dal bagno con le labbra gonfie e rosse. Non sono cose che mi servivano, sono semplicemente cose che mi fanno andare in bestia e mi fanno venire voglia di spaccare tutto.
Come se non bastasse Martina mi ha scritto un messaggio il giorno dopo che ci siamo visti in cui si scusava per tutto quello che era successo perché si sentiva tremendamente in colpa, ovviamente l'ho rassicurata e le ho proposto di rivederci, ma sembra che la biondina sia tornata a Brescia e che non abbia intenzione di risalire a Milano prima della prossima settimana quindi ci limitiamo a scambiarci qualche messaggio di tanto in tanto. Ma senza vederci
Ammazza quanto sei sfigato oh!
Poi ci si mette pure questa maledetta coscienza, che anziché rassicurami mi fa solo arrabbiare di più. Voglio uscire da questa casa. Sono stanco. Ho bisogno di un po' di tempo per me.
Così mi dirigo in cucina per prendere le mie chiavi di casa, ma appena varco la soglia della porta vedo qualcosa di disgustoso: Aurora seduta sul tavolo con Lele in mezzo alle sue gambe che la bacia, faccio finta di nulla e li supero per andare a prendere le chiavi che stanno proprio dietro di loro
Si. Sei proprio uno sfigato
Si. Lo sono.
Ovviamente con la mia solita fortuna, mentre passo tiro una gomitata a Lele e lui sbatte la fronte su quella di Aurora ottimo! Si gira subito verso di me e mi guarda male"Che cazzo fai oh? Ma ti pare modo di chiamarmi. E poi scusa non eri mica rinchiuso in camera tua?" Dice poi con tono arrabbiato. Ed è proprio grazie a questo suo tono che perdo le staffe"Io non ho chiamato nessuno. Ero semplicemente venuto a prendere le mie cazzo di chiavi per uscire.Ah no scusa dimenticavo che devo chiederti il permesso.E comunque non l'ho fatto apposta a colpirti, ma sai non sarebbe successo se non avessi quasi scopato la tua Ragazza sul tavolo di casa. Ti ricordo che una camera ce l'hai" Gli urlo un faccia, prendendo le chiavi e uscendo.
Ma te guarda sto idiota. Mo il problema so io che voglio uscí e non lui che stava per farsi una tipa sul tavolo mentre io ero in camera mia. Testa di cazzo. Per colpa de sto deficiente ora sono estremamente incazzato e potrei prendere a pugni chiunque solo per sfogarmi.
Piantala Tancredi. Calma.
Tiro un sospiro e infilo la mano nella tasca della tutta in cerca delle mie airpods, ma ovviamente le ho lasciate in quella specie di casino che è la mia camera. In questi giorni l'ho distrutta così tante volte che Gian ha iniziato a dormire sul divano. Non capisco nemmeno io che mi prende, ma sono così arrabbiato che basta poco, una minima cosa, e vado in escandescenza.
Devo fare qualcosa. Sono troppo nervoso. Comincio a camminare e senza rendermene conto arrivo alla stazione di Milano. Ordino un biglietto e salgo sul primo treno diretto a Brescia. Non so nemmeno il perché di queste mie azioni so solo che vedere quella biondina riuscirà a calmarmi. Ne sono estremamente sicuro.
Dopo 55 minuti il treno si ferma e la vocina dall'altoparlante ci avvisa che siamo arrivati a Brescia. Mi accorgo di aver fatto una cazzata solo appena scendo dal treno. Ma io che ne so di dove sta la casa di Martina?
Sei proprio uno sfigato
Per l'ennesima volta. Si. Lo sono.
Tiro un sospiro e mi passo una mano fra i capelli. Mi avvicino ad un taxi e gli chiedo di farmi lasciare in centro città, così magari con un po' di fortuna potrei incontrarla per strada, anche se ne dubito.
Dopo circa 30 minuti in centro decido di scriverle un messaggio dove le chiedo dov è. La risposta a differenza della prima volta arriva dopo circa 4 minuti e sorrido appena il suo nome compare sulla mia schermata"Sono a casa mia. Perché?" Digito un messaggio veloce in cui le chiedo di mandarmi la posizione. Inizialmente si rifiuta ma poi cede e me la invia. Ovviamente non sa che sono qui, magari penserà che voglio inviarle qualcosa.
Apro la posizione e con mia grande sorpresa scopro che non è nemmeno troppo lontana da me.
Inizio a camminare ammirando le strade e improvvisamente inizia a diluviare. Aumento il passo, ma la pioggia è troppo forte e mi appanna la vista costringendomi a fermarmi. Dopo circa 5 minuti fermo riprendo il mio cammino e in 20 minuti sotto la pioggia arrivo davanti a casa sua.
Mi precipito al campanello e suono.
Appena apre la porta i suoi occhi si spalancano"Ommidio Tancredi! Ma che ci fai tu qui? Ridotto in questo stato poi?" Mi fa entrare subito in casa e mi conduce in cucina"Sei pallidissimo, e stai tremando" dice sfiorandomi una guancia, e poi mi tocca la fronte"e hai anche la febbre" ecco ci mancava solo questo. Il mio labbro inizia a tremare e lei va in un'altra stanza tornando poi con una maglia e dei pantaloncini da calcio "Tieni. Metti questi. Erano del mio ex, con cui mi sono lasciata l'anno scorso" li prendo e mi accompagna in bagno"Forse è meglio se ti fai una doccia fresca prima" mi dice prima di tornare in cucina lasciandomi in bagno.
La ascolto e dopo essermi chiuso in bagno mi infilo sotto il getto d'acqua fredda e distinto sobbalzo, ma poi mi abituo e resto lì per almeno 15 minuti.
Quando sento la mia fronte tornare quasi normale spengo l'acqua ed esco dalla doccia. Problema:Dove stanno gli asciugamani? Non lo so.
Così rientro in doccia e chiudo il box che per fortuna è opaco"Marti" urlo e la sento bussare alla porta. La informo che mi serve un asciugamano e la sento sospirare"Mettiti di spalle dentro la doccia. Non voglio vederti nudo" faccio come dice e dopo averla avvisata entra in bagno e senza nemmeno guardarla sento che poggia qualcosa sul lavandino. Quando la porta si chiude dietro di lei esco nuovamente dalla doccia e mi asciugo velocemente indossando poi quel completino da calciatore.
Esco dal bagno e la raggiungo in cucina"Hey. Ti ho preparato qualcosa di caldo" dice mostrandomi un piatto di pastina in brodo"Grazie ma non dovevi" lei si avvicina e mi tocca di nuovo la fronte"Ma smettila. Tieni poggiati questo in testa" Dice porgendomi una borsa con del ghiaccio. Poi si siede di fronte a me e mangiamo. Alla fine della cena ci sediamo sul divano e lei si avvicina"Ma tu che ci fai qui?Cioe: come mai sei venuto?" chiede passandomi le mani sulle braccia"Ho litigato con Lele e avevo bisogno di sbollire..Poi non so come sono finito a Brescia ed ha iniziato a piovere" annuisce e mi abbraccia "mi spiace che tu abbia litigato con Lele, si vede che vi volete molto bene" "Si ma a volte il bene non basta. Soprattutto quando ci sono di mezzo le ragazze" mi guarda interrogativa e allora le parlo di Aurora e di ciò che mi affligge"Ok magari non dovrei dirlo io perché sono sua amica, ma Aurora è una ragazza un po' particolare. Si è simpatica, però se le cose non vanno come pianifica potrebbe diventare molto meno simpatica" la guardo"Mi stai dicendo che dovrei avere paura di lei?" Lei mi sorride"No. Ti sto dicendo che se gli fossi amico sarebbe meglio per entrambi" mi poggia un braccio sulla spalla ed io le sorrido. Devo ammettere che sto proprio bene con lei, è una persona fantastica e con un grande cuore. Penso proprio che sia quel genere di ragazza che tutti i ragazzi sognano:Ti sta accanto, ti supporta e ti consiglia. Non c'è nient'altro da dire se non che è fantastica."Heyy" mi scuote una mano davanti agli occhi"Ti ho appena chiesto se ti va di guardare un film"dice ridendo. Io annuisco e sorrido. Alla fine decidiamo di guardare Il sole a mezzanotte perché nessuno dei due l'ha mai visto.
Dopo 1 ora e mezza mi ritrovo Martina attaccata al petto in lacrime che non riesce a smettere di piangere. "Dai Marti non pensarci. Alla fine si sono amati tantissimo" sfrega la testa contro il mio petto"Si ma-ma non è giusto" dice poi tra i singhiozzi. Per consolarla la abbraccio e le accarezzo la testa. Dopo qualche minuto solleva la testa verso di me e i nostri volti iniziano ad avvicinarsi. Così quando siamo a circa 10 cm l'uno dall'altro il mio telefono squilla e il nome "Lello" compare sull' display. Ignoro la chiamata e solo allora mi rendo conto che sono le 23:30"Cazzo ma è tardissimo devo tornare a casa" dico mettendomi in piedi, e quasi cado a terra in seguito ad un mancamento "Non puoi. Fuori piove, fa freddo e tu hai ancora la febbre. Devi restare qui e se domani starai meglio ti accompagnerò io stessa a Milano" Ma non posso. Non posso restare qui. Non mi sembra il caso voglio vedere Lele e poi noi due..stavamo per baciarci oddio! Stavamo per baciarci. Vaffanculo Lele, restatene con la tua Aurora. "Sei sicura?" Le chiedo "dormirai nella camera degli ospiti" mi rassicura. E solo allora accetto, sta insistendo così tanto che mi sembra brutto continuare a rifiutare. Sarei un cafone assurdo se lo facessi.
Poco dopo mi accompagna nella camera degli ospiti e mi avvisa che se dovessi avere bisogno di qualcosa posso chiamarla"Grazie mille P. Sei fantastica" sorride ed esce dalla camera, lasciandomi da solo tra quelle quattro mura interamente bianche arredate da qualche vinile attaccato al muro e delle tende azzurrine sulla finestra. La finestra ha un vista pazzesca così mi metto dietro il vetro e ammiro la pioggia che scende velocemente. Stasera mi sento come non mi sentivo da due settimane circa: Tranquillo.
Improvvisamente il telefono squilla di nuovo ed interrompe la mia calma "Lello"stavolta rispondo "Tancredi dove sei? È tardissimo! Torna a casa ti prego mi" lo fermo "No.Non torno. Non mi aspettate" riattacco e metto il telefono in modalità aereo. Devono lasciarmi in pace. Almeno per stasera.

"Come niente fosse"/Tancredi Galli"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora