Capitolo 55

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"Rassegnati, lui sarà mio" abbasso lo sguardo e con gli occhi pieni di lacrime nego con la testa "Lui è mio, cazzo. Vuoi capirlo che non ti ama?" Aurora mi tira uno schiaffo e il mio viso comincia a bruciare "Ti odio, come non ho mai odiato nessuno in vita mia. Sei una fottuta stronza" milioni di lacrime mi rigano il viso ed io mi accascio a terra.

Mi sveglio di soprassalto immerso nel sudore
"Amore mio, che ti succede?" Lele mi accarezza una guancia ed io mi rilasso completamente "Tu non vuoi lei vero?" Lui mi guarda confuso e mi accarezza il naso "Lei chi?" Lo abbraccio forte e lui mi accarezza i capelli "Non so cosa tu abbia sognato, ma era solo un sogno. Tu sei mio Tanc, non ti lascerò scappare via da me" gli stringo le mani e poi unisco le nostre labbra.

Quando ci stacchiamo ci stendiamo uno accanto all'altro ed io appoggio la mia testa sul suo petto "Sai tanc, non avrei mai pensato di ritrovarmi qui con te" mi volto nella sua direzione e, senza staccarmi da lui, faccio incrociare i nostri sguardi "che intendi?" Mi accarezza i capelli "Ti ho fatto tanto male, eppure tu sei ancora qui. Sei rimasto accanto a me, nonostante tutto quello che tu abbia vissuto" annuisco "Perché l'hai fatto Tanche?" "Perché ti amo" mi sorride, e solo ora mi rendo conto di quello che ho appena detto "Anch'io ti amo Tanc" sbianco.
Non volevo dirglielo così.
Avrei voluto fosse una cosa più bella.
Il nostro primo ti amo me lo immaginavo in modo diverso, non così. Non dopo solo una settimana e mezza.
"Hey, non pensare di aver corso troppo. Non è così" mi accarezza il viso.
Come fai a capire i miei sguardi Emanuele?

Qualcuno bussa alla porta ed io mi alzo ad aprire "Volevo solo avvisarvi che sta diluviando, quindi oggi non si può uscire" Ci dice Diego sbuffando, per poi tornarsene in cucina.
Lui e Gian sono sempre stati meteoropatici e ogni volta che vedono qualche gocciolina di pioggia cominciano a sentirsi male.

Al contrario mio e di Lele.
Io e lui abbiamo sempre amato trascorrere i temporali insieme, e dato che lui ha paura dei tuoni, ne approfitta sempre per stringermi forte a se.
È sempre stato così. Ci siamo amati prima ancora di essercene resi conto.

Quando ritorno sul letto, appoggio la mia testa sul suo petto e lo scopro a fissarmi "Lo senti questo suono?" Mi sforzo di sentire qualcosa, ma l'unico suono che riesco a percepire è quello della pioggia che batte contro la finestra "Quale?" Mi sorride e appoggia la mia mano sul suo petto "Il mio cuore batte fortissimo quando stai con me" arrossisco violentemente, vorrei farti sentire come batte il mio anche solo quando ti guardo da lontano.
"Perché arrossisci così?" Scoppia a ridere ed io mi copro il viso.
È una cosa strana anche per me.
Sono abituato a sentirmi dire cose simili, tutte le mie ex me le hanno sempre dette, ma a me non è mai importato più di tanto.
Molte volte, infatti, non le ascoltavo nemmeno.
Eppure con lui è diverso: mi basta una sua piccolissima parola per arrossire.
"Perché sei speciale" sollevo la testa e unisco le mie labbra alle sue.

Mi sfiora il collo, senza mai staccarsi dalle mie labbra, ed io comincio a gemere.
Se c'è qualcosa che mi fa andare fuori di testa, è proprio questa.

I miei occhi si appannano e senza rendermene conto mi ritrovo a lasciargli un grosso segno rosso vicino alla spalla e, con un enorme sorriso stampato in volto, lui lo accarezza "Sei bello strano" gli dico guardandolo, per poi guadagnarmi una sua occhiataccia "Perché sono felice che per un momento tu abbia messo da parte la tua timidezza?" Arrossisco "Ecco. Capisci?" Lo guardo "Non è una cosa che posso controllare.." mi guardo le mani e lui me le afferra "Lo capisco. Cerca solo di sentirti meno a disagio con me." Alzo subito il mio sguardo e lo unisco al suo. Sembra ferito "Lele, ma che stai dicendo? Io non mi sento a disagio con te" I suoi occhi si illuminano "Sono solo fottutamente innamorato, e mi sento una quindicenne in preda alle prime cotte" lui scoppia a ridere e mi accarezza una guancia "Sei così bello" ma lo fai apposta?

Le mie guance cominciano a scaldarsi e per non mostrarglielo lo bacio.
"L'ho visto comunque che sei un piccolo pomodorino" mi dice tra una bacio e l'altro e, senza staccarmi da lui, gli sussurro sulle labbra che è proprio uno stronzo.

La nostra quotidianità ormai è questa:
Svegliarci e stare, quasi tutto il giorno, sdraiati a letto a baciarci.
É così bello.
Tanto bello che, quando a volte, penso che tutto questo potrebbe essere solo un sogno, mi viene da piangere.
Vorrei passare tutta la mia vita insieme a Lele.
Non lascerò che nessuno mi separi da lui, non più. Non avrei le forze di affrontare un'altra separazione da lui.

Il suo telefono vibra, ma lui lo ignora.
Il cellulare vibra una seconda volta ed io glielo porgo "Rispondi così almeno ti toglierai il pensiero" mi accarezza il collo e mi ringrazia.
Noto i suoi occhi farsi lucidi guardando lo schermo, e allora gli chiedo se posso vedere anch'io.
Volta il telefono nella mia direzione, e dei leggeri brividi mi scorrono lungo la schiena.
L'ecografia di un bambino. Il suo bambino.

Mi rabbuio e mi volto dalla parte opposta del letto "Tanche che ti prende?" Alzo le spalle "Sono felice che lei ti abbia mandato la foto" ed è vero, io sono felice, perché quello è pur sempre suo figlio "Ma" si avvicina a me e mi guarda aspettando che continui la sua frase "Ma niente Lele. Sono felice per te e basta" bugia. Ho una maledetta paura che lei possa portarmelo via. Di nuovo.

Mi solleva il mento con due dita "Io lo so cosa sta frullando adesso nella tua testolina. Ma smettila di pensarci. Io e lei non torneremo mai più insieme. Non la amo, perché l'unico che amo sei tu. Tu e solo tu"

"Come niente fosse"/Tancredi Galli"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora