Capitolo 37

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Guardò l'ora e noto che sono le 22, così decido di andarmene.
"Grazie per essere stato con me oggi. Sono stato bene con te Tanc." Gli sorrido e poi mi dirigo alla porta.

Appena sono fuori mi infilo le cuffie comincio a pensare a delle cose che sono successe oggi, che mi hanno un po' lasciato qualche dubbio.

Stavamo facendo una partita alla play e completamente dal nulla, Alex mi ha poggiato una mano nell'interno coscia. Troppo interno oserei dire.
Ovviamente sono diventato bordeaux, ma non ho potuto fare altro che dirigermi in bagno per stargli un po' lontano.
Sono rimasto lì per circa 20 minuti e al mio ritorno in salotto lui mi ha chiesto se ci fosse qualche problema. Per un momento la mia vocina interiore stava per prendere il sopravvento e dire una cosa del tipo "Scusa se appena mi hai praticamente toccato il cazzo, mi sono sentito a disagio" però per fortuna sono riuscito a tenerla a bada, e ho semplicemente detto di aver avuto un mezzo calo di pressione.

Non mi da fastidio che sia affettuoso, ma sta semplicemente andando troppo in fretta.
Insomma siamo amici da poco più di due settimane e tu già poggi le mani sul mio pacco?No caro mio, non puoi.

Infilo la chiave nella serratura e appena apro la porta trovo Martina e Lele seduti sul divano abbracciati.
Appena mi notano si staccano "Finalmente sei tornato! Mi dispiace tanto per oggi. Io non volevo dire quelle cose" la abbraccio.

No. Non ci riesco a rimanere incazzato anche con lei.
Mi ha solo fatto del bene, non posso trattarla male.
"Va tutto bene, biondina" ci sediamo insieme sul divano e Lele mi fissa "Dove sei stato tutto il giorno?" Alzo le spalle "Da Alex." Sussulto appena sento la voce di Diego provenire dalla cucina "Ma non era mica innamorato di te quel tipo?" Scoppio a ridere e mi volto nella direzione di Lele, che mi sta letteralmente incenerendo con lo sguardo "No, gli piace una tipa fidanzata" Diego entra in salotto e si mette tra me e Martina "Sicuro di non essere tu la tipa?" Nego con la testa e scoppio a ridere "E poi in ogni caso a me piacciono le donne" lui annuisce e mi batte il pugno.

Qualcosa dentro me si è rotta quando ho pronunciato quella frase.
Sono solo un falso che non ha le palle di ammettere cioè che è davvero.
Abbasso lo sguardo e mi dirigo in camera mia.
Chiudo la porta a chiave e riapro il cassettino.

Fa un po' male questa volta, ma devo ammettere che la sensazione della lametta a contatto con le mie braccia mi mancava.
Traccio 5 linee nel braccio destro e 7 nel sinistro.
Adesso sto bene.

Se Martina lo scoprisse potrebbe dare di matto, così afferro delle bende e copro bene tutto.

Nello stesso cassettino trovo anche una canna già rollata. Chissà quanto cel'ho messa, e senza pensarci due volte la accendo.

La mia mente si libera, non c'è nessuna Martina, nessun Diego, nessuna Aurora ne tanto meno nessun Alex.
Nella mia testa ci siamo solo io e lui, uniti corpo contro corpo, mentre dalle nostre labbra vengono fuori dei sonori gemiti che nessuno dei due cerca di nascondere.
Ci siamo solo io e lui. Tancredi e Lele.
Il cazzo di paradiso!

I miei sogni ad occhi aperti vengono disturbati da qualcuno che bussa "Ao, me
Voi aprì? So Valerio" senza allontanare la canna dalle mie labbra, apro la porta di camera mia.
"Ao, ma che te fai le canne da solo mo?" Scuoto le spalle "Se te sente Martina so cazzi, quindi statte zitto" lui annuisce e mi sfila la canna dalle mani.

Io non capisco. Tutti i miei amici quando si fanno le canne iniziano a sparare una miriade di cazzate. Mentre io ogni volta rischio di svenire dal sonno.
Così pensando a questa cosa mi stendo sul letto e mi addormento quasi subito.

A svegliarmi è la voce di Martina, estremamente agitata "Tanc, svegliati. Valerio sta cercando di buttare Lele dal balcone" scatto in piedi e corro in cucina.
"Sei una testa di cazzo!" Valerio è parecchio incazzato con Lele, non so perché, ma l'istinto é quello di mettermi in mezzo, e così appena Vale tira il primo pugno, mi colpisce in piena faccia.
"Cazzo no! Non tu! Non dovevi essere tu!" Alzo lo sguardo nella sua direzione "Avanti Valerio. Sfogati con me" Lele mi afferra una mano e fa incrociare i nostri sguardi "Che cazzo stai facendo?" Scuoto le spalle e mi volto verso la porta.
Martina ha il viso completamente rigato dalle lacrime e Valerio se ne sta andando.

Una domanda mi sorge spontanea: "Emanuele che cazzo hai fatto per farlo incazzare così tanto?" Lui abbassa lo sguardo "Nulla" mi volto nella direzione di Martina "Io..non lo so." ho l'impressione che tutti mi stiano prendendo per il culo?
"Perché ho l'impressione che mi stiate mentendo?" Martina abbassa lo sguardo, mentre Lele mi sfiora la guancia "Hai del sangue. Vieni con me" mi afferra per mano e mi trascina con se.
Questa mattina mi ricorda una mattina di qualche mese fa: Io seduto su di Lele, mentre lui mi medicava le mani.
Tutto sembra ripetersi: lui che mi fa entrare in bagno e mi poggia sulle sue ginocchia, io che tremo al contatto delle sue mani sul mio viso.
"Mi spiace che se la sia presa con te piccolo" abbasso lo sguardo e lui mi accarezza il mento per poi iniziare a tamponare del disinfettante"Che c'è tanc? Perché non mi parli più?" Il mio cuore comincia a battere all'impazzata.
Perché devi avere quest'effetto su di me Emanuele? Perché?
Mi alzo e mi allontano da lui "È la cosa più giusta Lele" esco da quella stanza e mi rinchiudo in camera mia.

Comincio a pensare a stanotte, e un sogno mi torna in mente:
Stavo in cucina, con Martina alle mie spalle che cercava di avvertirmi su qualcosa di brutto che avrebbe fatto qualcuno. "Qualcuno a te vicino" continuava a ripeterlo.
Ma chi sarà questo qualcuno a me vicino?

"Come niente fosse"/Tancredi Galli"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora