Capitolo 56

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I giorni continuano a passare e tutto sembra andare nel verso giusto.
Ormai io e Lele stiamo ufficialmente insieme da tre settimane e mezzo, che per molti potrà essere poco tempo, ma per me è già tantissimo.
Avevo perso le speranza.
Eppure lui adesso è qui. Con me.

Sono le 20:30 e come tutte le sere a quest'ora, siamo tutti seduti a tavola. Ovviamente Gian e Diego parlano insieme a Valerio, che stasera ha deciso di unirsi a noi, mentre Cecia Zoe e Peia parlano con me e Lele "Quindi non avete intenzione di tornare più a Roma?" Chiede il mio ragazzo alla sua migliore amica e a Zoe "Non torniamo a Roma da tipo due mesi. Ormai ne abbiamo parlato e abbiamo deciso di rimanere con P" Sorrido e mi volto nella direzione della mia migliore amica. Martina, che ha gli occhi lucidi "Effettivamente non saprei cosa fare da sola in quella casa. Mi sono abituata ad averle intorno" Mi alzo in piedi e la abbraccio "Sei così piccola" I ragazzi si voltano nella nostra direzione e Diego fa una delle sue stupide battutine "Non vorrai mica tradire Lele con lei" Le ragazze gli lanciano un'occhiataccia, e Valerio gli da un colpo sul braccio "Questo qui è un geloso possessivo, e tu gli dici ste cose?" Lele? Geloso possessivo? "Ma che mi sono persa? Perché geloso possessivo?" Chiede Zoe confusa "Qualche mese fa, mi ha quasi preso a pugni, perché mi sono chiuso in camera con Tancredi" rifletto, e mi torna in mente il giorno in cui lui e Valerio hanno litigato "È per questo che avete discusso?" Martina lo guarda confusa, e poi si volta nella mia direzione.
"Mi ha praticamente mangiato vivo. Però adesso abbiamo fatto pace" ritorno a sedermi accanto a Lele e gli afferro una mano "Mi dispiace" Mi stringe la mano e si volta verso Valerio che in risposta si alza e lo abbraccia.
"Serio bro, mi spiace tantissimo" Valerio gli da una pacca sulla spalla "Ao ti vuoi tranquillizzare? È tutto passato" Lele abbraccia Valerio e fa incrociare i nostri sguardi.
È imbarazzato, si sente un'idiota. Lo leggo nei suoi occhi.
Così appena si stacca dall'abbraccio con Valerio, mi avvicino a lui e lo trascino in camera nostra.

Appena chiude la porta non gli lascio dire nemmeno una parola, che mi fiondo sulle sue labbra e faccio incontrare le nostre lingue.
Non so come ma mi ritrovo con le gambe strette intorno al suo bacino, con lui che mi spinge leggermente contro il muro ed io che gli stringo varie ciocche di capelli "Sei così stupido" ansimo a bassa voce sulle sue labbra, mentre lui mi sfiora il collo "Sei così fottutamente perfetto Tancredi" le mie guance cominciano a scaldarsi ma, senza darci troppo peso, abbasso la testa nell'incavo del suo collo e comincio a lasciargli un bel segno rosso proprio sotto l'orecchio.
Dalle sue labbra fuoriescono dei rumorosi gemiti, accompagnati da delle leggere spinte contro il muro che mi fanno continuare la mia opera, finché non lo sento tremare, e solo allora mi fermo.
Mi trascina con lui sul letto e mi fa sedere a cavalcioni su di lui "Tu sei pazzo" alla sua affermazione sorrido "sono pazzo di te" Ma davvero ho pensato una frase del genere?

Senza dirmi nulla comincia a lasciarmi una lunga scia di baci su per il collo, fino ad arrivare alla mia bocca, dove stringe tra i suoi denti un mio labbro.
Ti conviene fermarti Emanuele.
Sto per perdere coscienza delle mie azioni.
"Dovremmo darci una calmata" geme sulle mie labbra, staccandosi da me e accarezzandomi le cosce.
Io annuisco e gli sfioro le guance.
Stiamo correndo tantissimo.
Ma non è colpa mia se lo amo follemente.

Mi sistemo la maglia e seguito da Lele torno in cucina dagli altri.
Appena ci sediamo sul divano tutti si voltano nella nostra direzione "Potevate pure darvela una sistemata, birbantelli" ci dice Diego, guadagnandosi un bel pugno da Gian "Ma perché devi sempre esse così rompipalle?" Valerio gli da un pizzico in testa "Sappi che quando te troverai na pischella, mi vendicherò al posto loro" abbasso la sguardo e con la coda dell'occhio noto Martina che mi fa cenno di rilassarmi.

Lele mi afferra la mano e mi solleva il viso "Diego, io ti voglio bene, ma dovresti proprio imparare a farti i cazzi tuoi" lui abbassa lo sguardo "Stavo scherzando regà, perché ve la prendete così?" Si alza e si rinchiude in bagno. Tipico di Diego.
Quando si rende conto di aver esagerato si rinchiude in bagno pur di non chiedere scusa.
Ma a me va bene, e anche ai ragazzi.

Dopo circa 15 minuti, Diego torna da noi è si risiede accanto a Gian e Vale.
"Si è fatto tardi. Che ne dite di salire?" Propone Martina alle ragazze, che senza esitare si mettono in piedi e cominciano a salutarci uno ad uno.

Quando anche Gian, Diego e Vale si dirigono in camera loro, io comincio a riordinare un po' il salotto "Che succede? Perché metti in ordine?" Lele che fino a cinque minuti fa era a farsi una doccia, mi appare alle spalle facendomi sussultare "Mi andava" sollevo le spalle e continuò a sistemare "Sei una brava casalinga" scoppio a ridere "E tu un vero e proprio stupido" fa scontrare i nostri nasi "Ti amo anch'io" gli sorrido e lui unisce le nostre labbra.

Quando, finalmente, rientriamo in camera nostra ci stendiamo a letto e ci abbracciamo "Come stai piccolo mio?" Mi volto nella sua direzione e lo guardo confuso "Sto bene, sono felice che tu sia con me" mi lascia un leggero bacio sulle labbra e mi stringe forte al suo petto "Te l'ho mai detto che sei il mio piccolo?" Sorrido e gli accarezzo il viso "In realtà me lo dici spesso" dopo l'ennesimo bacetto, ci abbracciamo e ci addormentiamo l'uno stretto all'altro.
Credo che questo sia meglio di qualsiasi dichiarazione d'amore.
Averlo vicino a me, mi rende la persona più felice e spensierata del mondo.
Mi sento un bambino al quale vengono regalate le sue caramelle preferite, quando Lele mi stringe tra le sue calde braccia.

"Come niente fosse"/Tancredi Galli"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora