Capitolo 49

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Il mio telefono squilla e mi risveglia dallo stato di trance in cui sono entrato, qualche ora fa "Ma dove cazzo sei? Sono le nove del mattino e fuori sta letteralmente diluviando" Come sempre, l'unica persona interessata alla mia salute era Martina.
"Va.." mi blocco improvvisamente.
Non riesco più a parlare.
Il freddo mi ha paralizzato interamente il corpo "Tanche dove sei?" Cerco di mugugnare qualcosa, ma non ho più un filo di voce.
Non riesco a dire o fare nulla.

Il mio cuore perde di un battito quando la sento attaccare.

Anche tu hai deciso di voltarmi le spalle?
Che ti prende Martina?
Ti sei stufata di me? Posso capirlo..

I miei occhi cominciano a riempirsi di lacrime, ed io abbasso la testa.
Avrei dovuto immaginarlo.
Sarà stufa di starmi continuamente dietro, come se fossi un fottuto bambino che ha bisogno della mamma.
Deve essere difficile per lei.
Viene costantemente insultata a causa mia, ed io non mi sono mai scusato per tutti i danni che le ho causato da quando la conosco.
Mi rendo conto di averle distrutto la vita, dal primo giorno in cui ci siamo visti.

Ho provato ad essere il suo ragazzo, e mi sono reso conto di essere gay.
Ha perso il rapporto speciale con Aurora a causa mia.
Ha dovuto trovare casa, lontano dalla sua città per starmi accanto, in modo da assicurarsi la mia protezione.
Insomma, ha fatto un milione di sacrifici da quando mi conosce, ed io non sono mai stato in grado di aiutarla con un suo problema.
Sono letteralmente disgustoso. Uno sfruttatore del cazzo.

Improvvisamente la pioggia smette di bagnarmi, ed una mano si posa sulla mia spalla "Che hai combinato Tanche?" Non ci credo. Lei non è qui davvero.

E invece sì.
Martina mi sta riparando dalla pioggia con un ombrello e mi sta aiutando a rimettermi in piedi "Sei congelato. Da quanto tempo sei qui sotto?" Cerco di risponderle, ed un filo di voce esce dalle mie labbra "Credo dalle sei" mi fa appoggiare alla sua spalle e mi trascina verso casa "Adesso è meglio che tu vada subito a farti una doccia calda. Quando ti sarai riscaldato ti preparerò qualcosa di caldo. Va bene?" Annuisco e cerco di aumentare il passo.

Il tragitto è stato molto silenzioso.
Sarà già sicuramente al corrente della mia discussione con Lele.
Deve essere stato lui a dirle tutto.

Entro in casa e trovo tutti i miei amici sul divano, con i volti preoccupati "O mio Dio Tanche! Ma sei un avatar!" Cecia si copre gli occhi, ma io non capisco: Dove sta il problema? E poi che cazzo vuol dire che sembro un avatar?
"Non esageriamo, è solo un po' azzurrino. Cosa più che comprensibile, visto che è rimasto sotto la pioggia per due ore di fila" abbasso la testa e cerco di guardare Martina "Vai amore. Vai a farti un doccia" annuisco e mi dirigo in bagno.
Entro in doccia e penso al tono che Martina ha usato per dirmi di andare a fare la doccia.
Sembrava quasi una mamma che parlava con il figlio più piccolo.
Estremamente tenera.

Dopo una quarantina di minuti, ritorno in salotto dai miei amici "Finalmente sei tornato un nano di Biancaneve e non un mostro di Avatar" lancio un occhiataccia a Diego "Non fai per nulla ridere" Cecia gli tira un leggero schiaffo sul braccio "Eri carino anche mentre eri azzurrino." Le sorrido, e lei mi imita.
"A me sembravi un piccolo puffo" mi volto verso Zoe e comincio a ridere "Tu sei un puffo, cara mia" scoppiamo a ridere insieme, e poco dopo anche gli altri ci raggiungono.

"Ho preparato il te caldo, prima lo do a Tanc. Voi ditemi se ne volete" Martina mi passa un enorme tazza fumante e poi ne riempie qualcuna anche per i nostri amici.

Bevo il mio te e ripenso a stamattina.
Ho dubitato di lei, e del suo affetto nei miei confronti.
Ma quanto posso essere stupido?

Come ho potuto dubitare di lei che è praticamente la mia roccia.
Lei è la mia leva d'appiglio. C'è sempre quando sto male, c'è sempre quando ho un momento buio, c'è sempre quando sto per fare qualche cazzata, e questo è molto importante secondo me.
Sono sempre stato circondato da persone che mi giuravano che mi sarebbero rimaste accanto per sempre, ma nei momenti difficili mi ritrovavo da solo, con la mia testa e i miei pensieri. Se non ci fossero stati Lele, Gian e Diego molto probabilmente sarei ancora sotterrato in camera. Eppure l'arrivo di Aurora ha distrutto tutto e mi ha portato ad allontarmi da tutti.
Eccetto Martina, lei è l'unica che mi è rimasta accanto, anche quando ho cercato di impedirglielo. Molto spesso ha capito prima di me quali fossero i miei problemi, e li ha sempre risolti.
Non le sarò mai grato abbastanza.
"Hey, che pensi?" Alzo lo sguardo e mi ritrovo solo intorno al tavolo, con Martina che mi guarda negli occhi "A te" lo dico spontaneamente, e lei sorride e mi guarda confusa "Che intendi?" Si siede accanto a me e le afferro una mano "Che sei stata la mia salvezza Peia" sorride "Io non ho fatto nulla Tanc. Tu ti sei mostrato a me ed io ho cercato di farti stare bene" la abbraccio "Ci sei riuscita." Rimaniamo abbracciati per un po', finché un colpo di tosse non ci fa staccare "Non volevo interrompervi, volevo solo chiederti come stai" Lele si avvicina a me e mi guarda negli occhi. In risposta alzo le spalle e guardo nella direzione di Martina "Va tutto bene" Marti mi scuote una spalla e mi alza la testa, facendo unire il mio sguardo con quello di Lele "Sono felice."

I nostri sguardi si incrociano, e rimaniamo occhi negli occhi per svariati minuti.
Ormai è come se Martina non ci fosse più.
Una nuova dimensione si è aperta intorno a noi, e non c'è nessun altro a parte me e lui.

Una mano mi scuote e mi risveglia dalla bolla in cui sono entrato "Il tuo telefono sta squillando" Martina mi passa il cellulare e quando leggo il nome di Alex, lo spengo senza farci troppo caso "Non voglio sentirlo, non adesso" Lele riporta il suo sguardo su di me e mi sorride.
Ti basta così poco per essere felice?

"Come niente fosse"/Tancredi Galli"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora