Il giorno dopo io, Gian e le ragazze siamo andati a trovare Toby, e quando siamo arrivati Ginevra ha salutato tutti, tranne me, così ho pensato che magari potesse sentirsi in imbarazzo per quello che è successo quella sera.
Non ho insistito. Non le ho scritto, ne l'ho chiamata. Capisco benissimo come si sente.
Anzi no, non la capisco perché non sono mai stato rifiutato sul punto di fare sesso, eppure sono sicuro che quello sia stato il migliore gesto da fare nei suoi confronti."Lil mi stai ascoltando?" Zoe mi scuote le mani davanti al viso, mentre le altre due se la ridono "Scusate tanto. Ero assolto nei miei pensieri" spiego, passandomi una mano tra i capelli "Che succede bambino?" Martina si avvicina a me e mi appoggia una mano sulla spalla, le sorrido, quando mi chiama bambino non riesco a rimanere serio, finché ripenso a Ginevra e l'espressione triste torna sul mio viso "Ginevra non mi parla più da quella sera" avevo già spiegato tutto anche a Zoe e Cecilia, in seguito alla discussione di Lele e Peia, così anche loro si avvicinano "Dalle tempo Lil, deve essersi sentita rifiutata" annuisco "Ma se ne farà una ragione. Come fanno tutte" mi rassicura Cecia, ed io ringrazio entrambe.
"Ace organizza una festa stasera" ci informa Diego per telefono, mentre Peia e Cecilia mi truccano. Si. Mi truccano.
Da quando sono tornato da Roma, ho dormito sempre con loro, e una mattina mi sono risvegliato con un trucco completo, così mi sono reso conto che oppormi non avrebbe alcun senso, e le ho lasciate fare.
Questo è uno di quei momenti.
Loro danno sfogo alla loro creatività ed io mi lascio coccolare, e mi rilasso."Ci vediamo tra due ore a casa mia" ci avvisa Diego prima di attaccare. Zoe corre in bagno per farsi la doccia, mentre le altre due sbuffano sonoramente "Adesso dobbiamo struccarti, che cavolo" sospira la mia migliore amica, mentre Cecilia comincia a passarmi una salvietta umidificata per tutto il volto.
Quando le ragazze sono pronte, si infilano le giacche e tutti insieme cominciamo a scendere le scale, fino ad arrivare all'entrata del mio appartamento dove troviamo Gian, Diego, Vale e Lele intenti ad aspettarci.
I miei occhi si posizionano su di lui che indossa un semplice paio di jeans neri strappati sul ginocchio ed una bellissima felpa rossa semplice "perfetto" continuo a ripetermi fra me e me, finché la mano di Diego si appoggia sulla mia spalla "Tanche controllati. Lo stai mangiando con gli occhi" abbasso lo sguardo e mi incammino verso il portone del palazzo. Sarà meglio stargli lontano, rischio di fare qualche pazzia sennò.Arrivati a casa di Ace la musica ci perfora i timpani ancor prima di entrare.
Afferro la mano di Martina e la trascino dentro con me, mentre Zoe va con Diego e Cecilia con Lele.
Ci sediamo tutti sullo stesso divano e cominciamo a bere qualcosa di non troppo forte.Da lontano intravedo Ginevra e le corro incontro "Ciao Ginny. Possiamo parlare?" Lei abbassa lo sguardo e nega con la testa "Ti prego. Devo parlarti di una cosa importante" le dico mettendo il broncio. A questo punto annuisce e mi trascina con se, sul giardino nel retro, dove c'è un po' di pace e tranquillità "Che succede tanc?" Mi chiede appena siamo da soli "Dovresti dirmelo tu: Non fai altro che evitarmi da quella sera" la vedo abbassare lo sguardo "Io non voglio essere un peso per nessuno" usa uno strano tono di scuse, come se fosse mortificata per qualcosa "Ma tu non sei un peso. Sei una mia amica, ecco perché non mi sono spinto più in là. Perché con le amiche ci vuole un certo freno" Lei annuisce "Non è questo quello che intendevo. Lo avevo già capito da sola" la guardo confuso e aspetto che mi spieghi cosa intende "Lui è stato chiaro Tanc: Devo starti lontano perché è meglio così" spalanco la bocca "Chi ti ha detto una cosa del genere?" Lei mi guarda confusa "Il tuo amico. Quello con il piercing alla lingua e i tatuaggi" Lele "Oh no. Sicuramente scherzava. Sta tranquilla Ginny." La saluto cordialmente, e con la rabbia che mi ribolle nel sangue entro in casa, correndo nella direzione di Lele "Come osi?" Mi metto di fronte a lui "Che ti prende tanc?" Cerca di toccarmi una spalla ma io lo scanso "Come osi dire a Ginevra di starmi lontano? Non ne hai alcun diritto" lui sbuffa "Cosa avrei dovuto fare? È già tanto che sia rimasto fuori dal bagno mentre tu te la scopavi. Io ti amo cazzo, cos'altro ti serve per capirlo?" Un brivido mi percorre tutta la schiena "Se mi avessi amato davvero mi saresti rimasto accanto" mi volto e me ne vado, lasciandolo li.
Mi trascino nuovamente in giardino e mi siedo sull'erba. "Io ti amo cazzo, cos'altro ti serve per capirlo?" Le parole di Lele continuano a frullarmi in testa e il mio cuore accelera.
"Hey ma che ci fai tu qui, solo soletto?" Martina mi appoggia una mano sulla spalla, ed io mi volto nella sua direzione "Ho discusso con Lele" le spiego a bassa voce, e quando lei si siede accanto a me, mi getto tra le sue braccia "Ha detto a Ginevra di starmi lontana. E poi mi ha detto che mi ama." Balbetto, un po' per il freddo e un po' per il nervosismo "Ha detto che ti ama?" Lei spalanca la bocca, ed io annuisco "Tanc che aspetti a riprenderti quello che ti spetta di diritto?" La guardo confuso "Ho paura P. Mi ha fatto male, troppe volte" mi accarezza una guancia "le paure vanno superate. Se cadi una volta dalla bici, non significa che cadrai sempre. Devi solo provarci, finché non riuscirai a stare in equilibrio" le stringo la mano "Questo significa che devo andare e riprendermelo vero?" Lei mi sorride "Che ci fai ancora seduto qui?" Scoppio a ridere e mi metto in piedi "Grazie p" Lei mi lascia un bacio sulla guancia, ed io corro in casa pronto per parlare con Lele.
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"Come niente fosse"/Tancredi Galli"
FanfictionFanfiction #tankele🍓 Lo scoprirai solo leggendo🙂❤️