Capitolo 17

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"Tancredi io non ti amo." Mi accascio sul pavimento e la stanza sembra crollarmi addosso "E allora perché? Perché tutto questo Emanuele?" Lui non mi risponde, semplicemente abbassa lo sguardo e si copre il viso "Parlami cazzo. Dimmi perché tutto questo" mi avvicino a lui e gli do dei leggeri pugni sulle gambe.

Mi sveglio impregnato di sudore.
Martina non è accanto a me, quindi credo si sia già alzata.
Afferro il mio telefono e controllo l'ora: 11:30
Si, si è decisamente alzata, non riesce a dormire dopo le 9.
Mi stropiccio gli occhi e ripenso al sogno che ho fatto. E se fosse un'altra premonizione? Se quello che ho sognato si avverasse di nuovo?
Stavolta non riuscirei a riprendermi. Sarebbe un colpo troppo grande.
"Hey buongiorno" Martina entra in camera e afferra una felpa dalla valigia "Giorno" si siede accanto a me "Hai avuto un altro incubo? Sei strano in viso" , ancora non mi sono abituato al fatto che lei mi capisca senza bisogno di parlare, alla fine annuisco e mi alzo dirigendomi in cucina.
Prendo del latte e mi vado a sedere sul divano.
"Buongiorno piccolino. Come stai?" Ma con chi parla al telefono Martina?

Ma anche sti grandissimi cazzi Tancredi!
Potresti trovarti Lele davanti da un momento all'altro e la tua preoccupazione é con chi parla la bionda?
Hai ragione stavolta, ma resti sempre una coscienza del cazzo.
Vaffanculo
"Ma vaffanculo tu" "Ma parli da solo?" Martina viene vicino a me cazzo.

Sei un idiota.

"Emh. No. Ce l'avevo con... il telefono. Non si accende" mi guarda attentamente e poi ride "Ok" rido anche io "Con chi parlavi?" Non so nemmeno perché glielo stia chiedendo, ma mi va di saperlo "Con Lele. Si è svegliato da poco ed era strano" e lo ha chiamato Piccolino? No. Non può farlo. Nessuno deve chiamarlo piccolino. "E da quando é il tuo piccolino?" "Tancredi, non puoi essere geloso di me, ti prego" ride, anche se francamente non ci trovo nulla da ridere "Non c'è nulla da ridere Martina" Lele entra in cucina e si sfrega gli occhi "C'è qualcosa per colazione P?" Mi ignora totalmente e va verso il frigo "Se vuoi ci sono le frittelle" lui annuisce "Grazie" Lei ne prende un po' e gliele sistema su un piatto per poi passarglielo.
Lui abbassa la testa e comincia a mangiare mentre Martina torna accanto a me "Dicevo: Con me puoi stare tranquillo Tancredi." Sospiro e abbasso lo sguardo.
La porta di casa si apre "Tanche ci sei?" Gian entra in cucina e si blocca "Lele. Ah fratè sei tornato" gli corre incontro e si abbracciano "Bella bro. Me sei mancato na cifra" Il loro abbraccio comincia a infastidirmi, non si staccano da un quarto d'ora "Ah si comunque ciao eh" Gian si stacca da Lele e si avvicina a me "Anche tu mi sei mancato rompi palle" mi abbraccia ed io gli do un colpo sulle spalle "Che coglione che sei" mi fa il verso e poi si allontana per andare a salutare Martina.
Io li lascio lì e mi dirigo in camera mia per fare una partita alla play.
Dopo delle ore Gian entra in camera mia e si siede accanto a me "Allora? Avete chiarito" scuoto la testa e lui mi appoggia una mano sulla spalla "Passerà. Vi volete troppo bene per non fare pace" una morsa allo stomaco "Gian" mi guarda "Io lo amo" Gian mi guarda e mi fa cenno di continuare a parlare "Cioè, non lo amo come un amico. Non lo amo come amo te o Diego. Lui è diverso. Mi ha letteralmente fottuto il cuore e l'anima" Prendo un bel respiro e aspetto che mi dica qualcosa "Tancredi tu sei innamorato di Lele?" Annuisco "Bene. Allora non fare cazzate e metti da parte l'orgoglio, e vedrai che tutto si sistemerà" lo abbraccio "Grazie bro" mi da una pacca sulla spalla "E Martina? Cosa farai con lei?" Sorrido "Martina sa tutto. Lei mi ha aperto gli occhi." Ride "Quindi state fingendo di stare insieme?" Annuisco "Ah tancredi, tancredi. Mi farai ammattire fratello mio" ridiamo e poi andiamo in cucina.
"Raga ho provato a cucinare qualcosa" Martina mette della pasta al pesto sui piatti ed io e Gian ci sediamo "Vado a chiamare Lele" Martina si allontana "Comunque è fantastica" Gian sorride ed io annuisco "Si bro lo è" .
Marti entra in cucina e tiene Lele per mano "Dai vieni e mangia un po" lo fa accomodare e gli avvicina il piatto. Inizialmente esita ma dopo tre minuti, Lele, abbassa la testa e mangia "Come va con Aurora?" Gian lo guarda e attende una risposta "Bene" non alza nemmeno la testa e continua a mangiare "Lele va tutto bene? Sei strano" "Cazzo Gian, ma ti costa così tanto lasciarmi in pace e farti i cazzi tuoi qualche volta?" Si alza da tavola ed esce sbattendo la porta di casa "Ma che gli prende?" Gian guarda me e Martina "Marti lui sa tutto. Puoi parlare" Lei annuisce "È infastidito dalla mia presenza" sospira "Marti ma che stai a di? Te l'ho detto mille volte: Lele non ha motivo di essere infastidito da te." Lei si alza in piedi "Devi essere proprio un idiota per non renderti conto che ti muore dietro. Tancredi, ti ama e tu non te ne rendi conto" no, non può prendermi in giro anche lei "Smettila cazzo! Perché devi darmi false speranze? Sta con Aurora. Tutto quello che c'è stato tra noi per lui è uno sbaglio. Come puoi dire che mi ama?" Mi alzo e corro in bagno.
Nessuno deve vedermi in queste condizioni, non voglio che mi vedano piangere, non lo sopporto.
Mi metto davanti al muro e comincio a tirare pugni. Mi fermo dopo più di 30 minuti solo perché le mie mani sono completamente ricoperte di sangue. Esco dal bagno e con lo sguardo basso, vado verso camera mia e quando apro la porta trovo Lele seduto sul mio letto "Hai sbagliato stanza" lui si volta e mi guarda "No. Volevo solo vederti, per sapere come stai" lo guardo con la bocca spalancata "Perché? Ti interessa?" Annuisce "Fammi vedere quelle mani" mi tira versò di se e finiamo fronte contro fronte, con le labbra a 1 centimetro di distanza.



Instragam: @strawberry_tankele

"Come niente fosse"/Tancredi Galli"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora