Capitolo 78

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Lele mi stringe i fianchi e infila la sua testa nell'incavo del mio collo, dove comincia a succhiare la pelle.

Spinto dall'eccitazione inarco il collo e stringo la sua maglia.

Si scansa leggermente da me e comincia a sollevarmi la maglietta.

Mi ritrovo disteso sul mio letto, con lui sopra di me che unisce nuovamente le nostre labbra e contemporaneamente mi stringe una mano.

Quando appoggia la mano sulla mia cintura, il mio telefono inizia a squillare, ed inizialmente decido di ignorarlo finché non leggo il nome di mia madre sullo schermo "Aspetta.." si solleva e mi lascia rispondere "Mamma" la sento tirare un sospiro di sollievo "Amore sei affannato. Va tutto bene?" Arrossisco violentemente. Per fortuna non può vedermi "Si. Mi stavo....allenando con...Diego" Lele mi guarda e scoppia a ridere "Da quando fai sport amore mio?" Sbuffo "Eddai ma. Fidati di me" si mette a ridere anche lei, proprio come quello stronzo di fronte a me "Volevo chiederti se potresti scendere. Anche un solo giorno, prima di Natale se preferisci" Guardo Lele e prendo un bel respiro "Va bene" le dico soltanto, e dopo averla salutata attacco.

"Che c'è Tancredi?" Se prima ero in estasi, adesso sono estremamente preoccupato e nervoso "Mia madre mi ha chiesto di andarla a trovare prima di Natale, ed io ho accettato.." mi infilo la mano tra i capelli e comincio a tirarli. Perché sono così idiota?
"E dove sta il problema tanc? Hai bisogno di compagnia?" Abbasso la testa "Mio padre è il problema. Mi ha detto delle cose orribili l'ultima volta che ci siamo visti, ma stamattina mi ha chiamato e si è scusato" la testa comincia a farsi pesante, e gli incubi degli ultimi giorni cominciano ad appannarmi il cervello.

Comincia a mancarmi il respiro, e cercando di non farlo notare a Lele mi stendo sul letto "Tanche te lo ripeto: Se hai bisogno di compagnia io posso venire con te" La voce di Lele mi arriva ovattata, ed infatti lo guardo confuso "Che?" Riesco a chiedergli con la voce strozzata,  prima di trovarlo al mio fianco che mi stringe la mano "Tanche, guardami. Respira. Forza piccolo" mi mostra come fare ed io lo imito.
"Ci sono io qui con te. Va tutto bene" cerco di convincermi che sia così, ma immagini di mio padre che mi urla contro si fanno strada nella mia mente "Lele aiutami" sussurro con le lacrime agli occhi.

Lui mi accarezza le guance e comincia a lasciarmi dei leggeri baci per tutto il viso.
Il mio respiro comincia a regolarizzarsi, e quando mi metto seduto Lele mi stringe una mano "Cosa ti ha detto per farti stare così?" Sollevo le spalle "Non è nulla di importante" mi accarezza il viso e annuisce.
Sa benissimo che se insistesse non otterrebbe nulla.

"Mamma e Toby sarebbero felici di passare il Natale con te e i tuoi amici <3" sorrido alla vista di quel messaggio "Chi ti scrive?" Mi chiede Lele sorridendo "Ginny" rispondo con un'enorme sorriso, mentre lui sbuffa "Cosa vuole? Ci starà tra le palle anche a Natale vero?" Sbuffa ed io scoppio a ridere "Suo fratello e sua madre si. Lei no" la sua espressione passa da arrabbiato a imbarazzato "Sei estremamente geloso Emanuele" gli dico sorridendo, e lui mette il broncio "Quella ti mangia con gli occhi. Non le permetterò di metterti nemmeno un dito addosso. Hai la mia parola" gli sorrido "La tua parola?" Annuisce "La mia parola" mi conferma.
Che matto.

"Quindi domani mattina hai il treno per Roma?" Mi chiede Gian, mentre siamo a tavola tutti e quattro insieme, ed io annuisco "Starò solo un giorno. Il tempo di vedere cosa serve a mia madre" Lele sbuffa "Io volevo venire con te" abbasso lo sguardo "Mio padre crede che la mia sia una confusione. Non saprei come potrebbe trattarti" gli confesso e lo vedo annuire "Non voglio che affronti tutto questo da solo. Ti starò accanto come amico" Diego mi guarda e scoppia a ridere "Un amico un po' particolare. Ma pur sempre un amico" dice dandomi una pacca sulla spalla, e facendomi sorridere "E va bene, Lele, puoi venire con me. Ma promettiti che ti controllerai" si appoggia una mano sul petto "Te lo prometto qui, davanti ai ragazzi" annuisco e gli sorrido "Se non manterrai la tua promessa te la farò pagare cara" Gian ci guarda e sorride "Siete così carini" dice facendo il labbruccio, mentre io lo fulmino con lo sguardo "Io non sono carino" gli dico mettendo il broncio "Invece si che lo sei. Sei estremamente carino e dolcioso" mi dice Diego spremendomi le guance "Ao, la vuoi smettere?" Lo rimprovera Lele "Te le stacco quelle mani" aggiunge poi, facendo scoppiare il suo migliore amico in una fragorosa risata "Va bene, la smetto. Ma prima devo fare questo.."mi lascia un bacio sul mento, e da come si alza Lele credo che apparentemente sia sembrato un bacio sulle labbra "Sei un fottuto coglione. Lasciati acchiappare stronzo" gli urla contro Lele rincorrendolo in giro per tutta casa.

Quando si infilano nella loro stanza, mi volto verso Gian e lo scopro a fissarmi "Stai bene?" Annuisco "Solo che oggi ho avuto un mezzo attacco di panico" si mette accanto a me mi massaggia le spalle e il collo "Si tratta di nervi e stress, ma vedrai che passerà anche questo" annuisco "Grazie" mi guarda confuso, come se non avesse capito quello che ho appena detto "Ma sbaglio o mi hai appena ringraziato?" Mi chiede poi, quasi sconvolto, io mi limito ad annuire lasciandolo ancora più spiazzato "Per i massaggi?" Scoppio a ridere e mi accarezzo i capelli "No. Cioè non solo per quelli, te lo dico soprattuto per la magnifica persona che sei. Davvero grazie per tutto Gianni. Anche se non te lo dico spesso, ti voglio tanto, tanto, tanto bene" mi abbraccia e mi scompiglia i capelli "Come ti ho detto prima sei così carino" mi stringe le guance, e dopo circa 10 minuti mi annoio e comincio a tirargli pugni, leggeri, sulla pancia.

&quot;Come niente fosse&quot;/Tancredi Galli&quot;Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora