Ottobre.
Il Music Quiz ci ha portato via molto tempo e molte cantilene. Siamo stati stracciati del tutto da Liam, che ci ha scherniti fino al midollo.
Questa settimana è l'ultima di ottobre, sabato è 31 e si terrà il party di Halloween, mentre in questi primi giorni cominceremo a studiare per le borse di studio del prossimo anno.
Nella nostra cerchia di conoscenti e amici solo io e Liam parteciperemo a questi test e l'idea di riaverlo tra i piedi mi tiene sulle spine.
Si è rivelato faccia tosta e un grande orgoglioso, perciò ora mi rivelerò anch'io, gli dimostrerò di che pasta son fatta, e di certo non sarà facile. Ha voluto giocare? Bene. È arrivato il mio turno come si rispetti.
Sono passate due settimane dalla sconfitta ed una da quando Liam mi tartassa. Vorrebbe che studiassimo insieme e a casa sua.
Attualmente sto posando i miei libri mentre aspetto l'inizio della lezione di inglese con Mrs. Williams, «Buongiorno, Cel!» esclama una voce alle mie spalle, «Liam. Ciao.» lo salutò chiudendo l'anta dell'armadietto, «Quindi? Ci hai pensato?» mi domanda, «Liam... Dio... mi tartasserai fin quando non ti dirò di sì?» domando, «Già.» ammette soddisfatto, «Va bene, va bene. Verrò.» affermo rassegnata, «Cosa? Davvero?» mi chiede stupito, «Si. Ma solo perché finirai di tartassarmi l'anima.» lo informo, «Ok ok. Ci vediamo a lezione.» mi fa l'occhiolino.
Entro in classe, si avvicina Harry, «Ti ho vista con quello. Che voleva?» mi chiede, «Altro giorno, altra predica.» borbotto, «Ah mamma mia! Ma non la finirà mai!» strabuzza gli occhi, «Da oggi sì.» ammetto, «Motivo?» chiede, «Ho accettato.» sorrido, «Stai scherzando? Sei seria?» domanda, «No, Haz. Sono serissima.» ridacchio, «Se ridi non riesco a prenderti sul serio.» mi dice, «No, ok, scusa, sono seria.» giuro, «Mh. Vabbè ci vediamo dopo.» dice sedendosi al suo banco, io al mio.Ore 16:30
Sono appena arrivata a casa, suono il campanello e faccio qualche passo indietro, viene ad aprirmi un Liam tutto spumeggiante con la tuta e la canotta, «Ehilà!» mi sorride, «Ciao.» faccio un cenno, lui mi invita ad entrare, posando la sua mano sul mio fianco e lasciandomi due baci sulla guancia. Il suo tocco mi fa subito irrigidire, facendo uno strano effetto, «Posso offrirti qualcosa?» mi domanda, «No, non preoccuparti.» lo rassicuro, «Da cosa partiamo?» continua, «Da quello in cui andiamo male. Ho difficoltà in storia e matematica. Tu?» spiego, «Io e l'italiano non andiamo molto d'accordo.» ridacchia, «Io me la cavo dai.» ammetto, «Ok, allora partiamo da storia ch'è una materia basilare, per le lingue ci pensiamo dopo.» mi suggerisce, io annuisco, «Abbiamo da ripetere la Belle Epoque.» mi rammenta, «Si.» approvo.
Il libro è aperto su quelle pagine, il suo sguardo pungente su di me ed io che cerco di evitarli per non deviare l'attenzione.Dopo aver ripetuto, passiamo ad italiano, «In cos'hai più difficoltà?» domando, «Aggettivi e verbi.» dice, «Ok ok. Allora, i verbi hanno diversi modi, cioè l'indicativo, congiuntivo, condizionale, imperativo, gerundio, participio e infinito. Partiamo dall'indicativo.» spiego, «Coniugami tutto il presente indicativo del verbo essere.» gli ordino, «Io... ehm... sono.» inizia insicuro, «Si sì.» lo incito, «Accompagna un aggettivo, del tipo "bellissimo".» suggerisco, «Io sono bellissimo. Tu... ehm...» dice, «Sei.» lo incoraggio, «Bellissimo.» conclude.
Ci abbiamo messo almeno cinque minuti per coniugare ma ce l'abbiamo fatta.
Cominciamo da matematica, con delle equazioni di secondo grado, credo che siano la cosa che più non capisco al mondo.
Intanto qui tutto tace, Liam fa gli esercizi parecchio concentrato mentre io ho la testa altrove, «Non riesci proprio a concentrarti eh.» ridacchia, «Già. Scusami.» confesso, «Sta' tranquilla. Sei preoccupata?» mi domanda interessato, «No, solo che... boh. Ho paura di non riuscire a superare tutto questo e non solo.» rivelo, «Sono arrivato a scuola sapendo che tu eri la miglior studentessa del liceo. Cosa posso dirti di più?» mi rassicura, «Mi manca mia madre.» ammetto con voce rotta, «Ho capito. Magari possiamo rimandare.» suggerisce, «No no, devo farcela.» nego asciugandomi quelle poche lacrime che sono spuntate, «Va bene. Ti spiego passo passo come devi fare.» dice, io annuisco.
Si alza e rimane fermo dietro di me come una sentinella, «Non essere rigida, cerca di svuotare la mente.» esorta. Comincio a fare gli esercizi, ma sbaglio, «No, aspetta, hai sbagliato.» ridacchia, si avvicina a me, posando le mani sul tavolo, io sono tra le sue braccia, la sua voce mi rimbomba chiara e soffice in testa, «Guarda qui, ora te lo riscrivo.» sussurra, rimango paralizzata mentre la penna si muove veloce tra le sue dita. Ha una scrittura lineare e pulita, senza intoppi o errori.
«Ecco qua. Non vai male. Sei solo distratta.» ammette, «La penso come te.» sorrido flebilmente, «Allora?» mi domanda, «Cosa?» domando a mia volta, «Guardami.» mi ordina, il suo sguardo punta fugace su di lui, siamo a due centimetri di distanza, «Hai capito?» chiede nuovamente in un sussurro poco casto, «Si.» sussurro anch'io.
Sento i muscoli cedere, ma devo resistere. Rimaniamo secondi intensi a guardarci, «Posso?» chiede, gli sorrido flebile e azzero le distanze ponendo le mie labbra sulle sue, quest'ultime rosee e morbide mi trasportano in un mondo diverso, uno parallelo. Mi alzo in piedi, nonostante l'altezza, riesco a stargli dietro, mi prende per mano, lasciandomi senza fiato. Ci spostiamo in camera sua, probabilmente. Le sue labbra non sono più incollate alle mie ma si spostano tra la mandibola e il collo, afferrando e mordicchiando ogni lembo di pelle.
Il suo sguardo brucia al contatto con il mio, decide subito di invertire le posizione, io a cavalcioni, «Peccato che anatomia non sia nel programma.» ammette tra un bacio all'altro facendomi scappare un risolino. Le mie mani sono posate sul suo petto ormai nudo come il mio, i suoi capelli scompigliati lo rendono ancora più attraente e non posso negarlo, dato che c'è stato un certo feeling sin dall'inizio.
Le posizione si invertono, sono sotto il suo dominio. Credo che nessuno mi abbia mai fatto impazzire così. I suoi pantaloni sono sul pavimento come i miei, mi ammira mentre il controllo è nuovamente in mio possesso. Vederlo lì, supplicarmi e perdere l'uso della ragione mi da soddisfazione.
Afferra al volo una bustina dal comodino e finalmente arriva il momento tanto atteso. I nostri nomi sussurrati ed ansimanti rendono l'atmosfera più calda, facendoci cedere completamente, «Nessuno mi ha mai fatto impazzire come te.» sussurra al mio orecchio, mentre Morfeo mi accoglie tra le sue braccia.
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Between love and competition || One Direction
FanfictionSei sedicenni, tutti diversi tra loro, si ritroveranno ad incontrarsi al loro terzo anno di un liceo londinese. Come finirà?