Capitolo 43

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Agosto.
Cazzo che caldo!
«Cel, devi alzarti, Liam ti aspetta.» sussurra una voce alle mie spalle, «Mh?» mugugno frastornata.
Mi giro scovando mio padre con un'espressione seria in volto, «Ti è morto il gatto, pa'?» domando ironica, «Smettila e preparati, hai la visita oggi.» mi rammenta, «Mh...» annuisco sbadigliando.
Mi metto a sedere contemplando persa il muro, «Cel! Eddai!» esclama mio padre dalla cucina «La finiamo?!» domanda già spazientita.
Accendo il telefono e controllo tutte le notifiche, solito... Harry, Liam e il nostro gruppo.
Scendo di sotto finalmente, altrimenti non riuscirei più a sopportare i richiami di mio padre, «Sono qui, visto?» scimmiotto, «Calmiamoci.» mi ammonisce con lo sguardo.
Mangio qualcosa e mi dirigo in bagno per lavarmi e vestirmi, scelgo un semplice pantalone nero, una t-shirt e un giacchetto nel caso servisse.
Saluto mio padre e scendo da casa dove mi aspetta Liam in auto, «Buongiorno!» esclama sorridente, «Ciao, Lee.» lo saluto, «È successo qualcosa?» domanda preoccupato, «No no, sta' tranquillo.» sorrido flebile, «Vabbè.» sospira tornando a guarda la strada, serrando la mascella.
Arriviamo all'ambulatorio, venendo accolti da una sala estremamente vuota, «Credo non ci sia bisogno di aspettare.» ridacchia, «Già.» annuisco, «Ragazzi! Venite pure!» ci esorta la dottoressa.
Entriamo nella solita stanzetta, mi sdraio sul lettino mentre la donna prepara tutto, «Come ti senti?» mi domanda come sempre, «Abbastanza bene, sinceramente.» ammetto, «Bene, allora vediamo se lui sta bene.» dice, annuisco e mi lascio andare del tutto.

Passa del gel sul mio pancione e posa l'attrezzo freddo sulla la mia pelle calda, facendomi sussultare, «Sta benone guarda.» dice concentrata, «Sapete già la data approssimativa?» domando, «Credo intorno al 13 settembre.» mi sorride... "Niall" penso, «Hai pensato anche tu a Niall?» sussurra Liam, «Mh.» annuisco, «Allora... a quando il matrimonio?» domanda ironica, «Naah, siamo troppo giovani.» ridacchia il mio ragazzo, «Non è molto usuale che una ragazza incinta di quest'età si presenti con un ragazzo, fidanzato oltretutto.» ammette, «Cosa intende?» domando confusa, «Nulla, sono contenta che tu abbia una persona su cui contare.» mi rassicura.

Ci salutiamo molto sbrigativamente, raccomandandosi di rivederci in un'ultima visita poco prima della data prevista.
Il tragitto ambulatorio-casa è stato colmo di sospiri sbuffi, niente parole, solo silenzio.
«Comunque è colpa mia.» dico sdraiandomi sul letto, «Cosa?» domanda confuso, «È colpa mia se tutto questo è cominciato. Hai solo 16 anni ed io...» mi interrompo, «Sandy, cosa stai dicendo?» mi domanda perplesso, «Liam... io credo, cioè...» mormoro impacciata, «Cosa?» domanda, «È tutto sbagliato, è colpa mia.» dico, «Non è assolutamente colpa tua, anzi. Cel, niente è sbagliato.» mi rassicura, «Ti ho rovinato la vita facendoci diventare padre a quest'età, andiamo!» controbatto nervosa, «Ma non me l'hai rovinata. È la cosa più bella che potesse capitarmi.» ammette, «E allora perché lo dici se quando ti ho confessato della gravidanza mi hai fatta star male? Liam, io...» mormoro spazientita, «Ascoltami, ero preso dalla rabbia, volevo starti accanto e tu non me l'avevi detto ma questa ormai è acqua passata.» mi tranquillizza, «Non è acqua passata. Io ci penso tutti i giorni, questa cosa tormenta la mia mente in una piccola parte, c'è sempre questo pensiero fisso.» confesso, «Dimmi cosa ti preoccupa, dimmelo, Cel.» mi sollecita, «Io... ehm... Liam tutto questo è semplicemente dannoso, voglio che tu ne stia fuori, voglio che tu viva la tua vita, che tutti ti acclamino per la tua voce una volta uscito da X Factor... sono un disastro.» spiego, «Non sei un disastro, sei magnifica ai miei occhi e nulla potrebbe fermarci, questo è soltanto il frutto nel nostro amore.» mi sorride sincero, «Questo è solo un caso, un disastro, perché io sono distratta, sono disattenta, cazzo!» esclamo, «Se ti definisci distratta allora lo siamo entrambi se per questo. Che sia un errore o no questo bambino avrà tutto l'amore del mondo, da entrambe le parti.» dice, «Come faccio, Lee? La mia testa pensa solo a questo.» domando esasperata.

Le sue mani sono intrecciate nelle mie, siamo entrambi seduti sul letto, con le gambe incrociate, faccia a faccia, «Io ti aiuterò a non pensarci, non mi hai rovinato la vita, me l'hai resa migliore. È stato tutto un qualcosa di inaspettato che mi ha sconvolto in positivo e se dovessi tornare indietro lo rifarei.» mi conforta, «Ne siamo sicuri?» domando corrucciando la fronte, «Ovvio, Cel. Io ci sarò sempre per te, anzi, per voi, per qualsiasi cosa, anche alle due di notte, anche se piove, anche se nevica, anche s'è la fine del mondo. Io ci sarò sempre.» continua, «Non ti merito.» ridacchio tra le lacrime, «Sei troppo per me.» continuo, «Sei tu ad essere troppo per me, cioè, guardami, non sono nessuno e tu sei semplicemente splendida.» controbatte, «Naaah, sei tu il più attivo nei sentimenti.» ridacchio, «Oddio! Cos'ho detto!» esclamo scoppiando a ridere, coinvolgendo anche lui, «Quanti pensieri impuri, birbantella!» mi canzona, «Dai, sai che durante la gravidanza gli ormoni sono più delicati.» alzo gli occhi al cielo, «Ma tu li hai sempre delicati.» ridacchia, «Non ero io quella che mangia con gli occhi una persona.» faccio una smorfia, «Ehi! Cosa vorresti dire?» domanda fingendosi offeso, «La prima volta che venni qui per le ripetizioni abbiamo... ehm...» arrossisco imbarazzata, «Oh... beh... non riuscivo a resistere al tuo fascino, sai.» ammicca, «Quanto sei scemo.» sospiro, «Possiamo essere scemi insieme.» suggerisce facendomi spuntare un sorriso enorme sul volto.

Between love and competition || One DirectionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora