Capitolo 26

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Gennaio.
Queste ore passano un po' tra la noia e lo studio imperterrito. Domani andremo a scuola e non possiamo mancare.
Siamo in auto di Anne al momento e ci stiamo dirigendo dalla ginecologa, «Come ti senti?» mi domanda Harry, «Sono agitatissima, ti giuro.» ammetto, «Ehi, io sono qui, è una semplice visita. Sai che comunque è positivo, sta' tranquilla.» sussurra stringendomi la mano, abbozzo un sorriso e appoggio il capo sulla sua spalla.
Il tragitto è silenzioso, la radio trasmette alcune canzoni che Harry canticchia animatamente, fin quando non arriviamo dopo un quarto d'ora.
Arriviamo in questo studio, ci sediamo nella sala d'attesa per poi essere chiamati dopo poco, «Twist?» domanda una giovane donna bionda, «Eccoci!» esclama Anne.
Ci addentriamo nell'ambulatorio, «Ciao Jane, ho portato Celine, la mia figlioccia.» dice scambiando un abbraccio con la dottoressa, «Anne! Che piacere vederti! Harry! Come sei cresciuto!» esclama la donna esaltata, «Piacere, io sono Jane, sarò a tua disposizione quando vuoi.» dice stringendomi la mano, «Celine.» mormoro terrorizzata, «Se per voi non è un problema vorrei parlare con lei.» dice rivolgendosi ad Anne e al riccio, «Certo.» annuisce la mora sollecitando il figlio ad uscire, «Haz, rimani.» lo imploro sussurrando, «Va bene.» mi sorride.
Così rimaniamo solo io, il riccio e la ginecologa che mi guarda sorridente, «Allora cara, lei è la tua madrina?» mi domanda, «Già.» annuisco, «E voi?» domanda ancora, «Ci conosciamo sin da piccoli, è come un fratello per me.» ammetto, «Bene, qual è il tuo problema?» domanda, «Il test di gravidanza è positivo.» dico, «Oh... quando l'hai fatto?» chiede, «Ieri sera.» rispondo, «Ultima volta che hai avuto un rapporto?» continua, «31 dicembre.» controbatto, «Allora facciamo un'ecografia. Sai già qualcosa per quanto riguarda le gravidanze in generale?» mi domanda, «Uhm... non proprio. So pochissimo in realtà.» confesso, «Va bene, stenditi pure sul lettino.» mi sollecita.
Faccio come richiesto, mi scopre delicatamente la pancia e mi cosparge essa con un gel freddo che mi fa sobbalzare, «Sta' tranquilla, è tutto ok.» mi rassicura Harry afferrando la mia mano, «Beh... qui c'è proprio un piccolo o piccola che aspetta di venire al mondo.» annuncia contenta, «È in salute, sta davvero bene!» continua sorpresa.
Si ferma un attimo e si avvicina a me, «Ascoltami, Celine, quanti anni hai?» domanda, «Sedici.» rispondo, «Vuoi davvero tenerlo il bambino?» chiede, «Certo che sì!» strabuzzo gli occhi, «Ne sei proprio sicura?» insiste, «Si, n'è sicura.» risponde Harry nervoso, «Bene, allora, ci vediamo il prossimo mese per la seconda visita. Ma se hai comunque bisogno di me io sono disponibile 24/7, anzi, ti lascio anche il mio numero.» spiega alzandosi e porgendomi un bigliettino, «Grazie, davvero, sono scandalizzata all'idea di questo bambino o bambina.» ammetto, «È normale, sei ancora una giovane donna. Ma mi fa piacere che tu lo tenga e non provveda subito.» confessa, «Grazie ancora, a presto.» dico stringendole la mano.
Usciamo dall'ambulatorio trovando Anne in uno stato paranoico, «Allora? Com'è andata? Che ti ha detto?» domanda, «È tutto apposto, il bimbo è in salute e se ho bisogno di lei basta un colpo di telefono, la prossima visita è programmata per febbraio.» la rassicuro, «Menomale, andiamo ragazzi.» ci sollecita.

Torniamo in auto e una sensazione di serenità mi pervade nel petto, «Ora sto meglio, grazie.» ammetto a voce alta, «Figurati, anzi, dobbiamo occuparci di te.» dice Anne.
Una volta a casa Harry decide di parlare con la madre di questo "appuntamento", «Mamma, ascolta, io questa sera esco, a far compagnia a Celine ci siete tu e Zayn.» spiega il riccio, «Dove vai?» gli domanda, «Ho delle cose urgenti da fare con Niall, mi ha chiesto di accompagnarlo a Candem.» mente, «Ah va bene, non fate tardi.» dice non curante, «Non preoccuparti, ciao Cel, salutami Zee e per qualsiasi cosa non esitare a chiamarmi.» mi raccomanda, «No, sta' tranquillo.» lo rassicuro.


Harry's POV
Esco di casa col cuore ormai a mille e la gola secca.
Mi addentro in un vicolo stretto per poi ritrovarmi la super Jeep di Louis davanti, salgo sù, «Ehi ciao.» mormoro, «Ehi, Haz.» risponde.
Non nego che sta davvero bene questa sera, indossa un semplice jeans blu scuro, una camicia burberry beige e infine una felpa rossa sopra. Mi chiedo come faccia ad essere vestito così leggero quando siamo solo a gennaio e ci sono meno di 10 gradi fuori, ma questi sono dettagli, in fin dei conti l'auto è abbastanza calda perciò non c'è da preoccuparsi.
«Come stai?» domanda dopo minuti di silenzio, «Bene bene, cioè, si tira avanti, e tu?» rispondo, «Anch'io sto bene. Oggi non ti ho visto a scuola.» ammette, «Non ci sono andato, ho avuto un contrattempo con Celine.» dico, «Problemi?» chiede, «Già, con suo padre e se stessa.» rispondo breve e conciso.
Il tragitto è silenzioso, forse troppo, dato che la tensione è a mille e mi servirebbe una distrazione, «Eccoci qua.» annuncia. Arriviamo in questo pub karaoke che per ora non è affollato per fortuna, «Ehi ciao, Fred!» esclama entrando, «Tomlinson! Sei solo?» gli domanda, «No, c'è Harry, un mio amico.» dice, «Ciao Harry, sono Fred.» si fa avanti stringendomi la mano, «Piacere.» mormoro.
Ci facciamo strada ad un tavolo abbastanza isolato dal resto della sala, siamo soltanto io e lui, lui ed io. Spero di non sudare e cominciare a puzzare, Dio mio!
«Spero vada bene qui, non so molto i tuoi gusti personali perciò ho scelto un qualcosa che piace a me.» si giustifica, annuisco, «Non preoccuparti. Vieni spesso qui?» domando, «Si, è un posto che frequento spesso. Sono amico col proprietario come hai visto.» controbatte, «Già. E il karaoke? Mai provato?» domando curioso, «Ovvio! È la base.» ridacchia, «Io amo il karaoke.» ammetto, «Anch'io, una delle mie passioni, oltre il calcio, è cantare e suonare il pianoforte.» confessa lasciandomi stupito, «Non si direbbe, Tommo.» lo canzono, «E la tua, invece? Qual è la tua passione?» domanda, «Cantare. Vorrei imparare a suonare la chitarra però.» dico, «Troppi tasti, non riesco, so strimpellare qualcosa però.» ridacchia, «Io qualcosa al piano la so, eh.» alzo le mani, «Concorrenza, Styles?» domanda con aria di sfida, «Ti piacerebbe, Tomlinson.» rispondo citando il mitico maghetto inglese, «Ti piace Harry Potter e me lo dici così? Me lo dimostri rispondendomi con una battuta? Ti adoro, Styles!» esclama, «Beh, un bravo potterhead deve saperlo fare con maestria.» ammetto facendolo scoppiare a ridere.

Continuiamo a chiacchierare e man mano l'imbarazzo e la tensione si affievoliscono. Scopro tante cose, mi racconta tante cose, anzi. Mi parla della sua famiglia, delle sue sorelle e di quanto lui sia legato a loro, ed è molto evidente.
Il nostro discutere ci prende così tanto da dimenticarci di mangiare e finendo per trangugiare tutto in poco tempo.
«È stato tutto buonissimo.» ammette, «Già, bel posto, comunque.» approvo, «Ti va un giro al karaoke?» mi domanda... oh merda... «Uhm... sono troppo timido per cantare davanti a tutta questa gente.» confesso, «Allora non ti costringo, ma se per te va bene lo faccio io.» dice, «Non mi dispiace.» gli sorrido.
Ci alziamo dal tavolo e ci appostiamo verso la saletta dove c'è uno schermo gigante, delle casse, un telecomando e vari microfoni, il ragazzo ne afferra uno e sceglie una canzone, "Love My Life" di Robbie Williams, definita il suo cavallo di battaglia.
Dal momento in cui le sue corde vocali emettono quella dolce melodia vado completamente in estasi. La sua voce riecheggia la stanza, la rende più calda e mi fa sentire tranquillo. È soffice e candida, alta e quasi come un angelo, «Complimenti, Tommo. Se dovessi continuare a cantare, un giorno, faresti successo.» ammetto, «Beh grazie, quindi non ti va?» domanda, «No, scusami.» dico.

Lasciamo il locale poco dopo, addentrandoci tra le strade londinesi e il freddo serale, «Domanda: se dovessi scegliere una canzone al karaoke, quale sarebbe e perché?» chiede, «Uhm... una di Bruno Mars, di sicuro "Just The Way You Are".» rispondo veloce, «E perché?» ridacchia, «Credo che la dedicherei a qualcuno di importante, e poi il titolo è chiaro "Solo il mondo in cui tu sei", esprime tanto.» spiego, «Ottima scelta, mi piace.» mi canzona, «Dai, Lou!» esclamo.

Torniamo a casa alle 22:40 circa, poco tempo ma speso alla grande, «Sono stato davvero bene stasera.» ammetto, «Anch'io. Confido in un prossimo.» dice, «Se ci sarà, Tommo.» gli faccio l'occhiolino, «Cosa ti fa pensare che non ci sarà?» mi domanda, «Tu non preoccuparti.» lo rassicuro.

Between love and competition || One DirectionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora