Novembre.
Ore 16:15
Ed eccomi qui, mentre aspettiamo Liam che passi a prendermi per questo pomeriggio tutto inaspettato.
«Ehi!» esclama una voce, «Haz! Ehi!» dico avvicinandomi, «Che ci fai qui?» mi domanda, «Liam viene a prendermi, passiamo un pomeriggio insieme.» lo informo, «Mh.» sospira, «Non fare il gelosone.» sorrido beffarda, «No, non lo sono.» dice, «Si sì, come no.» cantileno, «Eh va bene, solo un po' però eh.» ammette, «Lo sapevo!» ridacchio, «Dove andate?» mi domanda, «Non so, dice ch'è una sorpresa. Com'è andata a scuola?» chiedo, «Bene bene, cioè, strano. Abbiamo avuto gli allenamenti e Louis mi ha trattenuto nuovamente in campo. Mi ha dato dei consigli.» spiega, «Uhm... questa cosa diventa sempre più assurda.» ammetto, «Già, lo so. Ha detto che vuole essere nostro amico.» dice facendomi scoppiare a ridere, «Ma è serio? Dio! Vabbè lasciamo perdere.» affermo, un clacson cattura la nostra attenzione, «Ehilà! Ciao Harry, tutto bene?» gli domanda Liam, lui annuisce, fa un cenno, mi abbraccia e va via, io intanto salgo in auto, «Come stai?» mi domanda, «Sto bene, grazie. Tu?» rimando, «Anch'io.» mi sorride. Accende la radio e sfreccia via.
«You told me you love me, why did you leave me all alone, now you tell me you need me, when you call me on the phone, girl, I refuse, You must have me confused with some other guy, the bridges were burned, now it's your turn, to cry...» intona il moro, «Liam Payne? Liam James Payne? Ma...» mormoro stupita, «Che c'è?» ridacchia imbarazzato, «Ma sei un angelo.» ammetto, «Nah! Andiamo!» obietta, «Lo sei, non me l'aspettavo. Sei bravissimo.» controbatto, «Preferisco ascoltare te.» mi sorride, «Cry me a river. Cry me a river. Cry me a river. Cry me a river...» intono a mia volta, «Ecco! Questo sì ch'è il paradiso.» ridacchia, «Esagerato!» ammetto.Dopo quasi un'ora arriviamo a Canvey Island Beach, un luogo che frequentavo spesso con i miei genitori prima che mia mamma ci lasciasse, «Perché hai scelto questo posto?» gli domando, «Perché tu mi ricordi il mare. Per il tuo modo di essere, spumeggiante e agitata. Ma anche calma, fin troppo a volte, che riesce a sostenere le cose con fin troppa pazienza.» spiega, «Grazie.» sussurro, «Grazie per queste belle parole, e anche per avermi riaperto di bellissimi ricordi che ho con mia madre.» continuo, «Mi fa piacere.» mi sorride, «Questo posto mi trasmette tanta tranquillità.» ammette, «Anche a me. Mi fa star bene.» controbatto, «Va tutto male.» dice, «Cosa?» chiedo, «È un periodo un po' così. I miei litigano, mi fanno innervosire ed io ci sto male. Non riesco a confidarmi con nessuno e l'unica che lo sa sei tu ora.» racconta, «Come mai non riesci?» domando, «Non sono una persona che esterna i propri sentimenti, li tengo dentro e marciscono lì fin quando non scoppio.» ridacchia, «Per me è il contrario, in molti mi definiscono piagnucolona o esagerata, ma questo è il mio modo di esprimermi.» lo rassicuro, «Soffro di attacchi di panico da quando mia mamma morì. L'unica persona ch'è riuscita a calmarmi e riesce ancora è Harry. Quando mi sei venuto a trovare quella volta in ospedale, l'attacco era troppo forte, ha raggiunto un picco elevato.» gli spiego, «Spero che per te non sia un problema.» ammetto insicura, «Perché dovrebbe essere un problema per me? Sei una ragazza normalissima che ha paura e questa paura non è mai stata colmata.» mi rassicura, «Ho sempre pensato che fosse qualcosa di nuovo o anormale per la gente.» confesso, «Sono loro anormali, Cel.» ridacchia.
Ore 18:00
«Ti prego, dimmi che sai pattinare.» mi supplica divertito, «No, assolutamente!» rispondo, «Oddio... ehm... allora ti insegno, va bene?» ridacchia, «Torniamo in città e facciamo un giro sulla pista di ghiaccio. Andata?» mi domanda speranzoso, «Andata.» annuisco.Dio mio! Sono caduta almeno 3 volte da quando sono arrivata qui, cioè nemmeno 5 minuti fa. Liam cerca di rimanere serio, ma si vede palesemente che stia morendo dentro, «O la smetti di ridere o mi aiuti.» cantileno, «Ma non sto ridendo!» ammette, «Ma cosa! Stai letteralmente morendo dentro di te.» dico con espressione offesa, «Mh si sì, dammi la mano, va'.» dice allungando la sua, l'afferro e mi reggo in piedi grazie a lui, anche se ogni tanto sbando.
Dopo almeno un bel quarto d'ora riesco a reggermi tranquillamente, «Ci sta, stai andando bene.» ammette ridendo, «Ridi di me, eh?» lo punzecchio, «Vedi cosa ti combino appena usciamo di qui.» lo informo con fare scellerato, «Ah si?» domanda ridendo ancora.
Ore 19:55
«NO LIAM! METTIMI GIÙ! ODDIO!» esclamo, «No, no, no!» afferma, «Faccio ciò che vuoi ma mettimi giù.» rispondo con tono serio, «Ok.» dice semplicemente lasciandomi, «Su quale giostra andiamo?» gli domando, «Voglio fare quella roba dove spari.» ammette, «Liam?» lo richiamo, «Eh?» dice, «Si chiama tiro a segno.» ridacchio, «Ah già, vabbè, quello. Magari vinciamo qualcosa.» dice prendendomi per mano e trascinandomi verso la bancarella.Alle 21:00 esatte arriviamo a casa, stanchi ma soddisfatti della giornata, «Grazie Lee, grazie di tutto. Non so cosa fare per ringraziarti abbastanza.» ammetto, «Figurati, mi ha fatto piacere passare un pomeriggio insieme, come due vecchi e cari amici. 'Notte, Cel.» dice, «'Notte, Lee.» rispondo.
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Between love and competition || One Direction
أدب الهواةSei sedicenni, tutti diversi tra loro, si ritroveranno ad incontrarsi al loro terzo anno di un liceo londinese. Come finirà?