Febbraio.
Me ne sto seduta sull'autobus, con le cuffiette nelle orecchie e i miliardi di pensieri nella testa.
Il tragitto per il Canvey Island è sempre noioso, ma ne vale la pena. Mi serve tranquillità per schiarire le idee, mi serve il mare e possibilmente pace.
Sono preoccupata. Preoccupata perché non so cosa passa nella testa di Haz e non sapere nulla mi manda fuori di testa. Sembra di essere fuori controllo.
Arrivo alla spiaggia, mi sfilo le scarpe e le calze per poi cominciare a correre verso il mare.
I miei piedi toccano le piccole onde che sbattono sulla sabbia, lasciando la schiuma bianca, prendo un telo dallo zaino, lo stendo e mi ci siedo sù, perdendomi in quel suono spettacolare.
La matita scivola veloce tra le mie mani, mentre le parole scorrono lente e calme, avvolgendomi completamente."I think of the night in the park, it was getting dark,
And we stayed up for hours
What a time, what a time, what a time
You clinged to my body like you wanted it forever,
What a time, what a time, what a time
For you and I
What a time, what a time
For you and I"Mi sto descrivendo a pieno, mentre le paure e le preoccupazioni prendono il sopravvento.
Mi guardo intorno, questo luogo è così magico e pacifico. Credo che unirò questa strofa all'altra, magari può nascere qualcosa, chi lo sa.
«For you and i... what a time, what a time.» intono, «Ehi.» mormora una voce alle mie spalle, «Si?» domando, «Cel!» esclama sorpreso, «Lee!» controbatto stizzita anch'io, «Che ci fai qui?» mi domanda, «Avevo bisogno di pensare. Tu?» ammetto, «Anch'io. Posso?» chiede indicando il telo, io annuisco.
Si siede affianco a me, poggiando lo zaino accanto al mio, «Sei venuta da sola? Hai preso il bus?» domanda tutt'un tratto, «Si, non preoccuparti.» lo rassicuro, «E tu?» domando, «Macchina.» risponde, «Sai, vengo spesso qui.» ammette, «Da quando?» domando curiosa, «Ogni volta che ho bisogno di riflettere e staccare la spina. Ci vengo da quando mi hai portato tu.» confessa, «Oh...» mormoro sorpresa, «Smettila di mangiarti le unghie.» mi dice serio, «Scusa, è che sono sotto pressione.» controbatto a testa bassa, come se me ne vergognassi, «Che succede?» domanda, «Sono preoccupata per tutto. Harry mi sta ignorando da un po' e vorrei sapere cosa gli passa per la testa.» affermo, «È successo qualcosa in particolare?» continua, «Boh... cioè, credo sia per il fatto che Louis si è fatto vedere con Eleanor.» ipotizzo, «È una persona che si chiude molto spesso. Quando è arrabbiato o deluso vuole rimanere da solo e non accetta aiuto. Vorrei solo aiutarlo, capire cosa c'è che non va e dargli dei consigli.» ammetto, «Ci hai provato?» domanda, «Si, c'ho provato, ma fallendo.» ridacchio, «Si porge in maniera scontrosa con me, anche se so che non vorrebbe, ma mi trafigge il petto ogni volta che mi risponde male, non è bello sentirselo dire.» rispondo, «Lo so, ti capisco, è una testa dura.» ridacchia, «Già, mi farà ammattire prima o poi.» affermo, «Come se non lo facesse già.» obietta, «Vero.» annuisco, «Ma so che non c'è solo questo sotto.» ammette, «Sei un agente 007 o cosa?» lo canzono, «Può darsi. Puoi dirmelo.» mi sollecita, «Ecco... ci penso a volte, mi perdo ad ascoltare il suo battito, e mi preoccupa il fatto che prima o poi sarà tra le mie braccia ed io sarò incapace, una mamma incompetente.» confesso, «Chi te lo dice che lo sarai?» domanda rassicurante, «Ma mi hai vista? Deludo mio padre, sono una testarda del cazzo e mi prendo veleno per persone che non mi ascoltano neanche.» controbatto, «Io... io ho paura. Ho paura di non riuscire a capire di cosa ha bisogno il bambino, se sta male, se devo cambiarlo. Ho paura di mostrarmi debole, perché lo sono. Mostrerò sempre il mio lato più debole al piccolo.» ammetto con voce rotta, «Vorrei tanto che in questi casi mia madre ci fosse. Vorrei che ci fosse per colmare le mie paure, per darmi consigli... e invece... non c'è.» continuo.
Le lacrime si fanno spazio sulle mie guance senza sosta, Liam mi guarda fugace, «Non ci sarà lei, ma ci saranno gli altri. Ci sarò io, ti tenderò la mano se ne avrai bisogno. Ti aiuterò quando starai male e gioiremo insieme per le belle notizie. Ti accompagnerò a tutte le visite e se sarai in panico ti tranquillizzerò.» mi rassicura, «È normale avere paura. Sei una ragazzina indifesa, hai solo 16 anni. Ma ti assicuro che non ho mai visto una persona così forte e determinata come te. Ti ho sempre invidiata per questo, perché riesci ad essere altruista e costante nelle cose che fai. Pensi sempre al prossimo, metti sempre al primo posto le persone che ami e questa cosa non è da tutti, assolutamente.» continua, «Voglio esserti vicino, seppur la paura prendere il sopravvento. Ma tu conta sempre su di me, sempre. Promettimi che quando avrai paura rimarrai con me.» dice, «Prometto. Tu conta pure su di me.» gli sorrido, «Lo farò, non preoccuparti.» mi rassicura, «Grazie, Lee. Grazie.» sussurro, «Grazie a te, sarai una splendida madre.» ammette, «E tu uno splendido padre.» ridacchio.
Le sue labbra si uniscono alle mie, donandomi un bacio casto e rassicurante. Mi metto comoda una volta staccati, la mia testa sulle sue gambe, mentre mi accarezza i capelli.
«Non avevo voglia di andare a scuola, sinceramente.» ammette, «Davvero?» domando sorpresa, «No, volevo starmene un po' solo.» dice, «Però sei arrivata tu, e mi hai fatto sentire meglio. Avevo il bisogno di parlarti.» continua, «Questo posto mi fa pensare a te. È un posto che mi fa pensare a tutto quello ch'è stato, all'inizio di questa avventura tra noi due. Poi, credo ti rispecchi. Il mare è vasto e profondo, tranquillo apparentemente, ma una tempesta dentro.» conclude, «Sarà il nostro posto. Lo condividerò con te quando vorrai. Ci sono cresciuta qui e continuerò crescere stando ancora qui.» prometto, «Cosa farai con quella borsa di studio?» mi domanda, «Non lo so, non ci ho pensato molto. Ora che sono incinta non ho smesso di pensare alla gravidanza, sinceramente.» ridacchio, «Credo tu abbia bisogno di staccare la spina, sei troppo agitata e nervosa.» suggerisce, «Già, ne ho bisogno.» annuisco, «Ti va di andare?» mi domanda, «Dove?» chiedo, «Prendiamo la macchina e vediamo dove ci conduce, facciamo un giro con la musica sparata e i finestrini abbassati.» risponde, «Ci sto.» gli sorrido.
Mi tende la mano, mi alzo, prendiamo gli zaini e ci dirigiamo in auto.
«Che ne pensi di uscire stasera? Andiamo a cena fuori.» suggerisce, «Magari questa cosa potrebbe succedere ogni tanto, quando si vuole.» continua, «Mi stai chiedendo di frequentarci, Payne?» lo canzono, «Forse sì, forse no.» ridacchia, «Se si tratta di una frequentazione per me va bene.» ammetto, «Allora prenderemo la cosa seriamente, se ti va.» commenta impacciato, «Certo che mi va, Lee.» approvo, «Voglio averti al mio fianco.» confessa, «Anch'io.» mormoro.
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Between love and competition || One Direction
FanfictionSei sedicenni, tutti diversi tra loro, si ritroveranno ad incontrarsi al loro terzo anno di un liceo londinese. Come finirà?