Novembre.
Patetico, estremamente patetico. Odio gli ospedali, c'è una puzza tremenda qui dentro.
Ma per fortuna i controlli sono finiti ed io ed Harry stiamo studiando per recuperare c'ho che perso in questi giorni. Mi dimetteranno questa sera finalmente.
«Ieri mamma mi ha detto ch'eri andata da sola al cimitero.» dice tutt'un tratto, «Già, l'ho trovata lì.» affermo, «Jos?» mi domanda, «Doveva andare a lavoro ed io ho preferito rimanere sola.» ammetto, «Capisco... allora... ehm... quindi, com'è Liam?» mi domanda impacciato, «Cosa intendi?» chiedo confusa, «Com'è caratterialmente, come si comporta.» spiega, «Uhm... beh... Liam è cocciuto di sicuro, perseverante e determinato. È costante in ciò che fa, si concentra al massimo in tutto.» dico superficiale, «E basta? Cosa fa con te?» chiede curioso, «Provoca. Lui è un provocatore di prima categoria. È così serio, ci va in modo pesante.» ammetto infastidita, «Cosa intendi?» domanda turbato, «Ti lancia sguardi di sfida, o almeno lo fa con me. Delle volte sembra intimidatorio.» spiego, «Oh...» strabuzza gli occhi sorpreso, «Ma c'è da dire anche che sbaglia, e forse troppe volte a quanto pare.» aggiunge ancora Harry, «Vuole sempre importunare la gente.» concludo, «E a letto?» chiede facendomi arrossire dalla vergogna, «Harry!» lo richiamo, «Ehi! Sono tuo amico, devo capire cosa c'è che non va.» ridacchia, «Scemo...» alzo gli occhi al cielo, «Allora?» insiste bislacco, «Non te lo dico, Haz, dai!» esclamo, «È meglio di me?» domanda ancora, «È bravo. Basta. Ho detto tutto.» ammetto coprendomi il volto ancora rosso, «Confessa. Confessa che il tuo amico è più bravo.» suggerisce con fare furbo, «Stai zitto!» lo rimprovero, «Ok ok!» ridacchia.Ore 13:39
Siamo in corridoio mentre aspettiamo il nostro turno per riporre i vassoi del pranzo, «Comunque tra poco è il tuo compleanno, sai già cosa fare?» mi domanda tutt'un tratto, «Assolutamente no, guarda. Con tutto quello ch'è successo ho saltato completamente questo argomento.» ammetto sincera, «Se proprio non sai cosa fare lascia il potere a me.» mi suggerisce divertito, «Decisamente no, Styles! Scordatelo! Fai solo danni.» lo ammonisco sarcastica, «Oh andiamo, Cel!» fa gli occhi dolci, «Non mi corrompi, idiota.» lo avviso appoggiando i vassoi e facendo dietro front, «Hai notizie dei nostri?» domando, «Tuo padre è in ufficio, mamma è appena tornata dalla biblioteca.» mi informa, «Biblioteca?» domando, «Si, ha voluto prendersi un po' di tempo e lavorare. Ha scelto la biblioteca perché ama leggere come ben sai.» mi spiega, io annuisco.Mentre chiacchieriamo bussano alla porta, «Apro io.» annuncia avvicinandosi ad essa cautamente, Liam? LIAM? Strabuzzo gli occhi, «Che cazzo vuoi?» domanda il mio amico serio, «Calmo, Styles.» corruccia la fronte il moro, «Allora?» insiste Harry, «Non sono fatti tuoi!» esclama, «Torcile un solo capello e ti stacco le palle, Payne.» ammette il riccio lasciandoci soli e chiudendo la porta.
«Ciao.» mormora, «Ciao.» rispondo, «Ti ho portato gli appunti di matematica.» mi informa, «Grazie.» obietto fredda, attimi di silenzio... «Cosa sei venuto a fare?» domando, «Volevo vedere come stessi e ti ho dato gli appunti.» dice ingenuo, «Sto bene, grazie per averlo chiesto. Puoi andare.» dico sbrigativa, «Cel...» sussurra, «Liam, basta.» rispondo secca, «Scusami.» ammette, «Sono stufa. Sai cosa? I tuoi appunti di merda puoi anche tenerteli!» esclamo prendendoli e buttandoli per terra, «Vai via!» continuo, la porta si spalanca ritrovandosi sulla soglia un Harry poco tranquillo, «Che succede?» domanda con braccia conserte, «Gli ho detto di andare via.» rispondo, «Ha detto che devi andare. Vai.» sputa il riccio, «Ciao.» mormora prima di uscire e richiudere la porta alle sue spalle.Mi lascio andare, accasciandomi sul letto, tra le lacrime e quelle quattro mura bianche, «Ehi, Lin, non piangere. Ci sono io qui.» mi rassicura abbracciandomi Harry, «Io... io sono stanca, Haz. Va tutto male. Tutto.» confesso con voce rotta, «Lo so, lo so. E mi dispiace così tanto.» mi conforta, «È uno stronzo. Davvero. Non so cosa gli è preso!» esclamo turbata, «Lo so.» annuisce, «Mamma ha sbagliato. Non posso perdonare tutti.» confesso, «Mamma? Cosa? Aspetta...» chiede confuso, «Ho sentito una voce quando sono svenuta, ci ho parlato. Diceva di essere mamma. Haz... io ci credo.» rivelo, «E fai bene a crederci, perché è lei. Lei ti ascolta, ti ascolta sempre, Lin. Stanne certa.» mi incoraggia.
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Between love and competition || One Direction
FanfictionSei sedicenni, tutti diversi tra loro, si ritroveranno ad incontrarsi al loro terzo anno di un liceo londinese. Come finirà?