Capitolo 45

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Settembre.
«Porca puttana!» esclamo accovacciandomi per il dolore, «Cel? Che succede?» domanda Liam preoccupato, «Celly?» domanda poi Louis, «Cel?» continua Niall, «Lin?» conclude Harry, «Ragazzi...» sussurro, «Cel, vieni, ti aiutiamo.» esorta Amelia, «Sono bagnati i pantaloni, credo sia il momento.» annuncia Perrie, «Oh cazzo!» esclamo entrando nel panico.

La mano calda di Liam afferra la mia trascinandomi fino all'auto con la forza.
Stavamo tranquillamente festeggiando il compleanno di Niall a casa sua, «Ragazzi, avvisiamo i vostri genitori.» ci avverte Maura, la mamma del biondo, «Grazie mille.» gli sorride il mio ragazzo.

Cala il silenzio nel veicolo, i finestrini abbassati mentre il leggero venticello mi colpisce i capelli e il volto. La sua mano è ancora intrecciata alla mia, mentre sfreccia tra le strade londinesi, «Cel? Mi dai segni di vita?» domanda sarcastico, «Non credo sia il momento di scherzare, Lee.» lo ammonisco, «Come ti senti? Hai dolore?» mi domanda, «Si, ho delle contrazioni ogni tot, non riesco a capire ogni quanto.» rispondo, «Proviamoci insieme.» suggerisce, io annuisco.

Dalla prossima contrazione in poi cominciamo a contare insieme, inspirando ed espirando, «Credo sia ogni 3 minuti.» ammetto, «Bene, siamo quasi arrivati.» annuncia.
Continuiamo a respirare insieme, siamo coordinati, «Ci stanno raggiungendo gli altri.» mi informa, annuisco ed entriamo, «La mia ragazza sta per partorire, cosa faccio?» domanda alla receptionist, «Venite con me, la ricoveriamo in maternità.» dice.

La seguiamo fino al reparto, ci indica una stanza dove aspetteremo l'ostetrica, «Ehi... guardami.» mi esorta, «Mh?» mugugno, «Andrà tutto bene, ci sono io e fra poco arriva papà.» mi rassicura, «Certo.» gli sorrido flebile.

Le contrazioni sono imperterrite, e non vogliono fermarsi, «Buongiorno.» annuncia una giovane donna sulla soglia della porta, «Sono Diana.» mi porge la mano, gliela stringo sbrigativa, «Devo controllare il tuo utero, è ok?» mi domanda, io annuisco.
Mi stendo sul lettino e con le guance arrossate per la vergogna mi mostro, «Bene... 6 centimetri non è poco ma neanche il massimo, perciò dovrai aspettare ancora un po', fin quando il travaglio non scema.» mi informa, «Consigliamo solitamente di prendere una boccata d'aria fresca e cercare di rilassare i muscoli.» suggerisce, «Dove posso trovare un bollitore?» le domando, «In cucina, puoi chiedere alla caposala.» mi sorride genuinamente per poi uscire.

Mi ricompongo abbottonando il camicione, mentre bussano alla porta, «Si?» domando, «Siamo noi.» dice mio padre.
La porta si apre mentre si scorgono anche Anne ed Harry oltre lui, «Papà, Anne, Harry!» esclamo sollevata, «Stai bene?» mi domanda mio padre lasciandomi un bacio sulla guancia, «Ti abbiamo portato il borsone con le vostre cose.» mi informa la donna, «Grazie mille.» sorrido flebilmente, «Ehi, Liam. Panico?» domanda la donna ridacchiando, «Mh.» mugugna, «Deduco di sì.» annuisce mio padre facendolo scoppiare in una risata nervosa, «Posso parlarti?» mi domanda il riccio, io annuisco, «Da soli, se possibile.» mormora, «Ora usciamo.» afferma Liam.
Rimaniamo in stanza solo io ed Harry, insieme, come ai vecchi tempi, «Come stai? Ti senti bene?» mi domanda, «Sono nervosa, le contrazioni continuano e non-... ehm...» spiego bloccandomi per il dolore, «Ehi ehi, vieni qui.» mi esorta facendomi sedere accanto a lui, «Respira con me.» mi sollecita in sussurro, cominciamo a inspirare ed espirare insieme, guardandoci negli occhi, verde nel marrone, marrone nel verde.
I suoi occhi sono umidi e lucidi, «Piangi.» mormoro, lui abbassa il capo istintivamente arrossendo, «Non devi vergognarti, Haz. Piangi pure.» ridacchio prendendogli il volto tra le mani, «Sarai sempre la mia piccola Lin?» mi domanda speranzoso, «Sempre, Haz, sempre.» rispondo sicura, «Non riesco ancora a crederci che stai per avere un bambino, il mio figlioccio.» confessa incredulo, «Neanche io. Ma è successo e lo amerò con tutto il mio cuore.» faccio spallucce, «Ti voglio bene, Cel. Ricordalo.» dice, «Lo ricorderò sempre, ricordalo anche tu.» gli sorrido, «Certo.» ricambia.

Qualche minuto dopo Karen e Geoff bussano alla porta, appostandosi sulla soglia, «Celine! Bella che sei, come stai?» mi domanda la bionda, «Bene, grazie. Sono contenta di rivedervi.» ammetto, «Anche noi, speriamo vada tutto bene, tieni duro.» mi rassicura l'uomo, «Lo farò.» ammicco.

Alle ore 11:30 precise sono in sala parto, con l'ansia sulle spalle, le mani sudate e i capelli legati in una crocchia disordinata, «Ehi, sono qui, tra poco tutto finisce.» dice Liam tra un bacio e l'altro.
Le lacrime prendono il sopravvento prima ancora che l'ostetrica entri in sala, «Sai che fa bene piangere?» domanda distraendomi, «Si.» ridacchio, «Dammi la mano.» mi dice.
La afferro senza pensarci due volte, faccio intrecciare le nostre dita mentre mi accarezza dolcemente i capelli, «Secondo te come sarà?» mi domanda, «Occhi scuri sicuro, come anche i capelli.» rispondo, «Beh, su questo non ci piove, chissà a chi somiglierà di più.» fa spallucce, «Siamo pronte?» domanda la donna entrando, «Mh...» mugugno insicura, «Cerca di stare tranquilla, tu dovrai solo spingere.» mi raccomanda, «Farà male?» domando, «In qualche modo sì, ma non sentirai molto.» mi rassicura.

Alle ore 12:00 in punto del 13 settembre 2021 Bear Edward Payne è venuto al mondo mentre una soave melodia riecheggia la stanza... il suo primo pianto.
«Oddio.» sussurro, «Ecco a te.» mi porge il bambino l'ostetrica.
Lo afferro e lo poso sul mio petto mentre lo scruto sotto lo sguardo piangente del mio ragazzo, «È bellissimo, Lee.» sussurro, «È molto simile a te.» mi dice tra un singhiozzo e l'altro, «Lo è, oddio! Ha le tue stesse labbra!» esclamo sorpresa, «Già. Anche il nasino.» dice, «Papà, vuoi tagliare il cordone?» domanda Diana porgendogli la pinzetta, «Onorato.» dice asciugandosi le lacrime.
Afferra lo strumento e recide il cordone, portando, poi, con se anche il bambino, affidato alle puericultrici e al neonatologo, «È stupendo.» mormoro ancora incredula, «Non posso altro che acconsentire.» afferma lasciandomi un bacio sulla guancia, «Sono stanca.» ammetto, «Tra poco potrai riposarti, tesoro.» mi rassicura.

Ore 16:30
Immagine più bella non poteva esserci... vedere Liam sulla poltrona della stanza da ricovero con Bear tra le sue braccia mi riempie il cuore di gioia, scoppia di felicità.
«È un amore.» ammette Anne guardandolo attentamente, «Già, è proprio bello.» conferma Karen, «Abbiamo due figli splendidi, come sarebbe potuto uscire un bambino brutto, no?!» domanda Geoff facendoci scoppiare a ridere, «Stringe i pugnetti, guardatelo.» strabuzza gli occhi il mio ragazzo, stupito, «Somiglia a te.» mi dice mio padre, «Quando è nato Liam ha detto la stessa cosa!» esclamo ridendo, «Confermo.» ammicca lui, «Stasera chiamiamo gli altri, credo che tu debba riposare.» suggerisce Liam, «Infatti, voglio che tu ti riposi ora, Cel.» dice mio padre, «Lo farò, per ora voglio avere il tempo di metabolizzare.» gli sorrido flebile.

Ore 22:30
Sono andati tutti via, è notte fonda in ospedale, le luci sono spente e nessuno si muove di un millimetro, «Non hai sonno?» domando sorpresa, «Sono ancora troppo emozionato.» ammette, «Vieni qui.» esorto facendogli spazio.
Si sdraia accanto a me circondando le mie spalle con un braccio e l'altro cingendo la vita.
I nostri respiri si sincronizzano, mentre pian piano il sonno prende il sopravvento e non ci resta che dormire mentre il mio cuore gioisce, batte all'impazzata.
Benvenuto Bear, che la vita ti sorrida sempre.

Benvenuto Bear, che la vita ti sorrida sempre

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