Gennaio.
«Celine, a scuola!» mi richiama mio padre... un altro giorno comincia.
Scendo di sotto di malumore, oggi è proprio una giornata da cancellare, «Come ti senti?» mi domanda, «Male, non si vede?» chiedo retorica, «Devi andare dal medico.» suggerisce, «Come se non lo sapessi. Ci vado oggi pomeriggio con Anne ed Harry.» dico noncurante, «Vengo anch'io allora.» dice facendomi strabuzzare gli occhi, «No! Cioè, tu lavori, io vado con loro due che sono liberi.» lo rassicuro, «Mi prendo la giornata, non preoccuparti.» afferma, «Ma vado con loro, non c'è bisogno, davvero.» lo imploro, «Io sono tuo padre e ho il diritto di tenerti d'occhio, in quanto hai solo un genitore.» ammette con voce spezzata e nervosa, «C'è sempre bisogno di ricordare che ho solo te?» sbuffo scocciata, «Vado con loro, punto.» concludo cominciando a mangiare, «Celine?» mi richiama, «Eh?» rispondo, «Non è che mi stai nascondendo qualcosa?» domanda, «Cosa? Cosa dovrei nasconderti, papà?» chiedo irritata, «Non so... sei sempre in mezzo a quei ragazzi, lì. Ne sono ben 5 di loro, fai un po' tu.» palesa, «Non capisco ciò che stai dicendo.» ammetto sincera, «Hai 16 anni, non dirmi che non sai come i bambini nascono!» esclama sbrigativo, «Dio mio...» mormoro sobbalzando, «Cosa dovrebbe farti pensare?» domando imperterrita, «Boh... che magari non usi protezioni!» rivela, «Tu cosa ne sai se ho rapporti, papà! Finiscila!» esclamo arrossendo, «Non dirmi che con un bel ragazzo come Harry davanti, non sia successo mai nulla!» continua, «Mi vuoi mettere sempre in cattiva luce!» ammetto, «Ah sì? Io cerco di proteggerti da questo mondo!» dice, «Ma questo non vuol dire che non posso avere bambini in un futuro!» controbatto, «Celine... per favore.» mi implora, «No, papà, basta.» mormoro con voce rotta.
Le lacrime si fanno strada sul mio volto senza una fine... bene, di male in peggio. È cominciata proprio bene questa giornata di merda, «Non fare la bambina e la piagnucolona!» replica furibondo, «Io non faccio la bambina! Io crollo perché non ce la faccio!» urlo salendo in stanza.
In pochi minuti mi vesto, prendo lo zaino, alcune cose e scendo di sotto, «Dove vai?» mi domanda, «Vado via da qua. Mi avete rotto tutti il cazzo!» ammetto chiudendo la porta e uscendo.
Mi incammino con la musica sparata nelle orecchie verso un luogo ignoto, non so dove andare, veramente.
Prendo il bus numero 2 alla prima fermata che trovo, mi porta direttamente a Canvey Island Beach. È durato un'ora il tragitto, ma n'è valsa la pena.
Appena arrivata tolgo le scarpe e i calzini, lasciando che i piedi tocchino la sabbia soffice e fredda. Prendo il telo dallo zaino e mi siedo qui, ascoltando il suono del mare poco quieto. Le onde sbattono sulla battigia violentemente, e ad ogni scossa sobbalzo, come se non riconoscessi quel rumore.
Il mio cellulare continua a vibrare, è percepibile persino se lascio l'aggeggio sul suolo. Questa volta è Anne. Mi dispiace che debba far preoccupare anche lei, d'altronde mi ha cresciuta dopo Marie, mia madre.
Già... lei mi manca, chissà quale sarebbe stata la sua reazione alla mia gravidanza, di sicuro non voglio immaginare quella di mio padre quando gli rivelerò tutto, ma per ora mi limito a quella della donna che mi ha fatto nascere.
Era bella, bella da morire, faceva togliere il fiato a tutti gli uomini, ma lei preferiva amare solo ed un unico uomo, Joseph.
Il loro amore era distinguibile ovunque, erano la coppia del secolo al liceo. Frequentavano la mia stessa scuola, tra quelle quattro mura loro hanno dimostrato il loro affetto, tra compagni e professori.
Sono così confusa... ma ormai mio padre non riesce a capirmi, forse non vuole, perché si ostina ancora a pensare che prima o poi mia madre varcherà la soglia di quella porta e se ne occuperà lei. Però non è così, non sarà così.
Quella porta non sarà mai aperta e quella donna non sarà mai lì davanti.
Ho paura, tanta, e l'idea di affidarmi a qualcuno mi fa agitare, soprattutto sentire in colpa, perché sento di essere un peso per gli altri. Ho sempre avuto l'idea che nessuno si preoccupasse per me, che nessuno mi amasse incondizionatamente quanto lo faceva lei.
Le mie mani impugnano la penna automaticamente mentre butto giù tutti i pensieri che mi bombardano da troppo.
Arrivo a scrivere i miei sentimenti, forse troppo espliciti.
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Between love and competition || One Direction
FanfictionSei sedicenni, tutti diversi tra loro, si ritroveranno ad incontrarsi al loro terzo anno di un liceo londinese. Come finirà?