3:復讐

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- vendetta

Il lieve fruscio d'aria fresca scompigliava i capelli rossi di Taehyun, mentre, con il braccio stretto attorno al collo della sentinella, si guardava intorno per essere sicuro di non aver fatto il minimo rumore. Mollò la presa quando il corpo smise di muoversi; avrebbe voluto fargli perdere semplicemente i sensi, ma purtroppo non poteva rischiare che si svegliasse mentre era di guardia per i suoi amici, e che lo prendesse di sorpresa svegliando l'intero feudo.
Il silenzio regnava attorno a lui. Nessuno si era svegliato e lui poteva svolgere il suo ruolo tranquillamente.
«Lucas mi senti? Sono in posizione.» parlò Taehyun, guardandosi attorno dalla torre.
«Ci sono. Due secondi.» Lucas spiccò un salto, aggrappandosi al davanzale della finestra del primo piano. "Cavolo, questi sono ricchi sfondati per permettersi il vetro..." pensò, mentre iniziò ad incidere la superficie circolarmente. Tolse il piccolo cerchio di vetro, grande abbastanza affinché potesse passare la grande mano del ragazzo. Afferrò la maniglia all'interno, spalancando silenziosamente la finestra. «Jeongin, mi senti? Potete andare.»
Il più piccolo percepì la voce di Lucas, le orecchie da volpe tese che captavano ogni minimo suono.
«Possiamo entrare, Taehyun ha messo fuori combattimento le sentinelle sulle mura.» disse il corvino, guardando Minho e la sorella.
Minho prese la rincorsa.
Lucas era tornato a terra; si trovava sotto la finestra, le gambe piegate in un leggero squat e le mani unite davanti a sé. Minho fece leva appoggiando il piede sulle mani di Lucas, il quale lo sbalzò fino alla finestra.
Una volta a mezz'aria, appoggiò le mani sul davanzale spingendosi all'interno della costruzione. Atterrò sul pavimento silenziosamente, prima di nascondersi dietro ad un pilastro.
Fuori, Jeongin e Hyuna ripeterono l'azione del più grande, entrando dalla finestra sempre grazie a Lucas.
«Ci rivediamo qui tra quindici minuti.» disse Minho, alzando il grande cappuccio sulla propria testa. «Io prendo il bambino, voi sistemate gli altri.»
I due fratelli annuirono, prima che tutti e tre prendessero direzioni completamente diverse.

Hyuna fu la prima a raggiungere la camera; era troppo sfarzosa per appartenere alla servitù, per non parlare dell'anello con lo stemma di famiglia appoggiato sul comodino. La ragazza lo notò all'istante non appena si avvicinò di qualche passo al letto. I due coniugi dormivano profondamente, anzi l'uomo russava anche leggermente.
Gli occhi gialli di lei risplendevano da sotto il cappuccio nel buio della stanza, mentre prendeva il pugnale dalla cintura. In una frazione di secondo tagliò la gola prima dell'uomo e subito dopo quella della donna. Pulì la lama sfregandola contro le coperte, prima di rimettere il coltello al suo posto e uscire dalla camera.

A Jeongin, invece, capitò il padre anziano. Non aveva idea del motivo per cui il mittente volesse morte queste persone, ma d'altronde il lavoro era lavoro. Potevano permettersi la tenuta isolata dagli abitanti solo grazie alla grande quantità di denaro che guadagnava grazie a questo lavoro, sporco, ma comunque lavoro.
Esitò qualche secondo, prima di pugnalare l'anziano signore dritto al cuore.
Dai piani più bassi, udì un urlo. Immediatamente sentì il rumore delle persone che si svegliavano allarmate. Probabilmente Minho si era fatto beccare.
Jeongin tornò rapidamente in corridoio; dovevano sparire il prima possibile, nessuno poteva vederli.

«Hyuna, dove stai andando?!» Jeongin la prese per il braccio, quando vide la sorella arrivare dalla parte opposta alla sua e superarlo.
«A prendere Minho, ovvio!» rispose lei, come se fosse scontato. «Sbrigati ad uscire. Tu e Lucas sparite. Avverti Taehyun che se entro dieci minuti non siamo fuori, di fuggire anche lui.»
«Ma-»
Hyuna si liberò, strattonando il braccio e facendo mollare la presa al fratello. «Vai e basta. Non possiamo mettere a rischio tutto il branco, ed io non lascerò qui il mio migliore amico.»
Jeongin annuì titubante, mentre vide sua sorella correre verso le scale.
Osservò il punto ormai vuoto per qualche secondo, prima di voltarsi e saltare giù dalla finestra. Atterrò perfettamente sulle proprie gambe.
«Minho e Hyuna?» chiese Lucas che stava controllando il perimetro esterno.
«Ci raggiungeranno.» rispose frettolosamente, voltandosi verso la torre sopra cui c'era il ragazzo dai capelli rossi. «Taehyun? Dieci minuti, e se Hyuna non comunica con te in questi dieci minuti, vattene.»
Taehyun era sulla torre, le orecchie tese e l'ansia che cominciava a salire. Udiva perfettamente il baccano che si stava creando dentro l'edificio, e aveva paura di non essere in grado di aiutare i suoi amici.
Prese un respiro profondo, prima di rispondere a Jeongin e permettere a lui e Lucas di cominciare ad andare a casa.
Strinse la mano sull'arco, calmando così il tremore. La mano destra si alzava, raggiungendo la faretra sulla sua schiena; prese la freccia appoggiandola contro il legno dell'arco. Lo sguardo di Taehyun cambiò radicalmente da esitante, a freddo e deciso nel momento stesso in cui tese la corda e alzò l'arco verso l'unica guardia che era uscita a controllare sulla torre opposta alla sua. Erano quindici metri circa, una bazzecola per lui. Taehyun mollò la presa scoccando la freccia, che saettò tagliando l'aria con un sibilo quasi impercettibile.
Si fermò giusto poco sopra la nuca dell'uomo, prima che Taehyun si accucciasse tra le piccole mura della torre, impedendo ad altre possibili guardie di notarlo.
"Sbrigatevi..." pensò il rosso.

𝙈𝙊𝙊𝙉𝙇𝙄𝙂𝙃𝙏: 𝐓𝐚𝐤𝐞Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora