15: 赤い月

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ーluna rossa

"Sometimes I start to wonder,
was it just a lie?
If what we had was real, how could you be fine?
'Cause I'm not fine at all.

I wish that I could wake up with amnesia,
and forget about the
stupid little things.

And the memories I never can escape."


«Sei un imbecille, ora metteranno al rogo anche te.»
«Grazie Taehyun, non sai dirmi altro? Pure fino al giorno della condanna mi ripeterai le stesse cose.» ribatté Yunho, muovendo la spalla intorpidita e facendo tintinnare le catene a terra.
Tutti e tre erano messi piuttosto male. Taehyun aveva un occhio nero - ma proprio nero - che non accennava a guarire, così come le lesioni ai polsi causate dalle catene. Per non parlare dei lividi e tagli nascosti dai vestiti.
Yiren era quella messa meglio tra i tre. Aveva una botta sullo zigomo e come Taehyun e Yunho, i polsi distrutti. Yunho invece era quello messo peggio. Il labbro rotto e lo zigomo viola. I vestiti nascondevano un grande livido all'altezza dello stomaco e probabilmente aveva due costole incrinate. Lui e la sua bocca avrebbero dovuto imparare a stare zitti, invece di continuare a ribattere. Non ci impiegarono molto a realizzare il motivo per cui non riuscivano a guarire; nel cibo che li avevano forzati a mangiare per tenerli in forze, avevano aggiunto una certa quantità di strozzalupo. Quanto bastava per non ucciderli, ma allo stesso tempo troppa perché il loro corpo la smaltisse velocemente.
«Sono sicura che gli altri troveranno una soluzione...» sussurrò Yiren.
«Oppure ci cacceranno una freccia in mezzo agli occhi.» sbottò Yunho, cercando di guardare in faccia la realtà. «Avranno capito che i metodi del vescovo non sono scadenti come quelli del prete precedente. Rischieranno di farsi scoprire se ci salveranno. Meglio morire che permettere che venga preso tutto il branco.»
«Jeongin ha cercato di mettersi in contatto con me ieri...» mormorò Taehyun. «Ha detto che a capo di tutto c'è Minho.»
«Minho? Perché proprio lui?» borbottò Yunho acidamente.
«Qualcosa in contrario? Guardando il quadro complessivo è il miglior beta tra tutti.» disse Yiren. Sapeva perfettamente dell'invidia che Yunho nutriva verso Minho. E sapeva che tutte le cavolate che aveva combinato il quel periodo erano dettate proprio da quello. Yunho era sempre stato secondo a Minho, ed era geloso del fatto che a volte anche i membri del suo branco si rivolgessero molto di più al ragazzo più grande, piuttosto che a lui. La goccia che fece traboccare il vaso fu il raggiungimento di Minho del livello successivo riguardo il colore degli occhi.
«No, niente in contrario.» mormorò abbassando la testa e chiudendo il discorso.
Mancava ancora un giorno e sarebbero finiti al rogo.

*

Hyuna era appena uscita dalla camera di Jeongin. Aveva delle grandi borse scure sotto gli occhi, segno di una notte insonne. Suo fratello era riuscito ad addormentarsi forse una mezz'ora prima dopo aver avuto il terrore di farlo per tutta la notte.
Nel cuore della notte, un urlo l'aveva svegliata di soprassalto. Accadde di nuovo. Jeongin stava piangendo, tenendosi la testa fra le mani e rannicchiandosi contro il corpo della sorella. Hyuna lo avvolse immediatamente fra le braccia, lasciandogli qualche bacio tra i capelli, sussurrandogli di stare tranquillo e che presto tutto sarebbe finito. Ma la verità era che nemmeno lei sapeva quanto sarebbe potuto durare.
Jongho non aveva avuto altri problemi in quei giorni precedenti l'esecuzione; probabilmente Yiren era la più intoccata.

«Hyuna! Buongiorno!» Yeonjun arrivò in cucina allegro con le mani dietro la propria schiena, nascondendo qualcosa.
«Ciao Yeonjun, dormito bene?» chiese lei, cercando di sorridere. Era troppo addormentata per poter notare i fiori che stava cercando di nascondere.
«Sì, ma tu non hai dormito...» rispose guardandola bene in viso.
Hyuna negò scuotendo il capo. «Jeongin ha avuto un'altra 'crisi', se così possiamo chiamarla.»
Appoggiò la ciotola di latte sul tavolo, mentre si passava una mano tra i capelli, frustrata da quella situazione.
«Non mi sembra il momento, però...ho una cosa per te.» lui si avvicinò, portando le braccia davanti a sé e rivelando un piccolo mazzo di fiori. Il gambo lungo e dei fiori delicati, leggeri con speroni lunghi e di color viola.
Hyuna sorrise involontariamente, allungando la mano per prenderli. «Grazie Yeonjun...sono davvero belli.»
«Cosa stai cercando di fare?!» Hyunjin si mise davanti a Yeonjun, spingendolo violentemente contro il muro. Aveva visto abbastanza dal fondo del corridoio, mentre scendeva per la colazione.
«Hyunjin-»
Scansò Hyuna con il braccio, facendola barcollare all'indietro. Il tavolo dietro di lei l'aiutò a mantenere l'equilibrio. «Stanne fuori.»
«Ehi, non azzardarti a spingerla!» esclamò Yeonjun, togliendosi l'altro di dosso.
Sfortunatamente, Hyunjin li aveva beccati nell'esatto momento in cui Yeonjun stava dando a Hyuna i fiori che aveva chiesto a Jisu di comprare, impedendogli di dire qualsiasi cosa prima di saltargli addosso. «Non le togli mai gli occhi di dosso, non hai ancora capito che lei sta con me?» disse puntando il dito contro al più grande e fulminandolo con lo sguardo.
«Magari è lei che dovrebbe deciderlo! Non ti sei chiesto se magari lei fosse andata avanti mentre non c'eri?!» ribatté Yeonjun, afferrandogli il dito e spostandolo bruscamente. Fece un passo avanti, ritrovandosi davanti a lui faccia a faccia, a poca distanza l'uno dall'altro data la loro altezza quasi uguale.
«Smettetela entrambi!» Hyuna si mise in mezzo, spingendo i due ragazzi per allontanarli.
«Hyuna, ti ho detto di starne fuori!»
Yeonjun la prese velocemente per un braccio, mettendola dietro di sé e guardando Hyunjin minaccioso. «Ti ho già detto che non la devi spingere!»
«Non mi serve che un traditore come te mi dica cosa devo o non devo fare!»
Senza pensare lucidamente, Yeonjun prese Hyunjin per il colletto della camicia.
Non era un traditore. Aveva scelto da quale parte stare. Aveva scelto il branco, doveva solo trovare il momento per poter dire la verità a tutti, perciò temeva che il ragazzo più piccolo potesse mandare i suoi piani in fumo spifferando tutto.
Lo attirò bruscamente a sé, facendo urtare i loro corpi l'uno contro l'altro; un tintinnio attirò la loro attenzione, quando videro una collana con delle pietre rosse, cadere e scivolare qualche centimetro sul pavimento. Yeonjun lasciò immediatamente la presa per chinarsi velocemente e raccoglierla. La controllò rapidamente, ma fortunatamente sembrava non essersi rotta.
«D-dove l'hai presa?» chiese Hyunjin con voce tremante, indietreggiando di qualche passo. Il volto aveva assunto un'espressione sconvolta.
«Me l'ha data mia madre, ma non sono affari tuoi.» rispose il maggiore, alzandosi e infilando la collana nella propria tasca. «Piuttosto, tu non azzardarti più a spingere Hyuna- ehi, dove stai andando?!»
Hyunjin corse immediatamente su per le scale, sbattendosi poi la porta della camera alle spalle. Condivideva la camera con Hyuna, ma fortunatamente lei non sarebbe entrata per un po', dato che lui aveva appena fatto una scenata in salotto. Si lasciò scivolare lentamente contro la porta, fino a toccare il pavimento. Portò una mano all'altezza del cuore, stringendo il tessuto della camicia con forza. Le nocche divennero biancastre, mentre le lacrime uscivano senza incontrare resistenza bagnandogli le guance. Il respiro si fece sempre più irregolare, finché non si ritrovò ad annaspare per poter respirare, sommerso dai singhiozzi. Portò le gambe al petto, circondandole con le braccia e seppellendo la faccia appoggiandola contro le ginocchia. Lasciò che le lacrime scorressero, fino a che non si ritrovò esausto dopo una ventina di minuti passata in quella posizione. La gola bruciava, le guance erano arrossate, così come gli occhi; il respiro iniziava a stabilizzarsi di nuovo, mentre Hyunjin si puliva da quelle gocce salate ormai secche contro la sua pelle pallida. Lentamente, si trascinò fino al cassettone in legno, che Hyuna gli aveva lasciato per tenere momentaneamente le sue cose. Lo aprì e con estrema delicatezza prese una piccola scatola in legno; tempo fa aveva chiesto a Seungmin di conservarla se mai gli fosse successo qualcosa, e il ragazzo non aveva perso tempo a restituirgliela al suo ritorno. Lentamente, aprì la scatola, prendendo la collana al suo interno. Era una collana sottile, con delle pietruzze rosse al centro di quelli che sembravano dei fiori, modellati nel metallo. Un lavoro davvero dettagliato e ben fatto.
Al centro vi era una pietra più grande e la collana si allungava in un lungo pendente centrale con una pietra -sempre rossa- molto più grande rispetto alle altre. Era esattamente come la collana che aveva Yeonjun.
Quella era la collana che suo padre aveva regalato a sua madre quando lui era nato, prima di sparire dalle loro vite.

𝙈𝙊𝙊𝙉𝙇𝙄𝙂𝙃𝙏: 𝐓𝐚𝐤𝐞Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora