17: 鶏

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ーgalline

Un leggero chiacchiericcio fece sbattere le palpebre a Hyuna, che cercò di mettere a fuoco la stanza mentre si rigirava tra le coperte voltandosi verso le voci. Davanti a lei, c'erano Hyunjin e Yeonjun che battibeccavano sottovoce, talmente assorti da non accorgersi nemmeno che lei si era svegliata.
«Non mi serve il cambio ti ho detto. Vai via!» sussurrò alterato Hyunjin. Iniziava a nutrire sentimenti contrastanti in Yeonjun; da una parte lo odiava, o almeno avrebbe voluto odiarlo, dall'altro avrebbe voluto avere un'ulteriore conferma mostrandogli la sua collana.
«Cosa ti costa lasciarmi anche solo dieci minuti con lei?!» mormorò Yeonjun, incrociando le braccia al petto.
«Non mi fido!»
«Ragazzi...» si intromise Hyuna, cercando di mettersi a sedere. La pezza che aveva sulla fronte, -ancora umida- cadde sulle coperte, mentre i due ragazzi si voltavano verso di lei.
«Hyuna!» il più grande si avvicinò sorridendo. «Fammi controllare la febbre.» Yeonjun le spostò i capelli, appoggiando la mano sulla sua fronte per qualche secondo. «Sei ancora un po' calda, ma è decisamente scesa. Come ti senti?»
«Stanca. Dov'è Jeongin?» disse la ragazza, preoccupata per il fratello.
Hyunjin si fece avanti, sedendosi infondo al letto. «Sta dormendo ancora. Ci sta pensando Seungmin, mi ha tenuto aggiornato tutta notte.»
«S-Seungmin? Avete stabilito una connessione?» chiese la ragazza sorridendo.
«Sì, è accaduto ieri involontariamente. Si è creata così senza che ce ne rendessimo conto, mentre vi stavamo tenendo d'occhio. Probabilmente per la preoccupazione.» rispose contento. Improvvisamente, il sorriso di Hyuna svanì, quando gli avvenimenti della giornata precedente le tornarono alla mente. Spostò lo sguardo verso Yeonjun, mentre sentiva le lacrime arrivare. «Mia mamma?» chiese quasi in un sussurro.
I due ragazzi deglutirono, scambiandosi uno sguardo carico di tristezza e dispiacere, facendole capire che quello che ricordava era la pura e cruda verità.
«Hyuna...» Hyunjin si alzò, provando ad avvicinarsi, ma un singhiozzo lo bloccò.
«Andatevene, vi prego. V-voglio stare da sola.» singhiozzò lei, stringendo le braccia al petto e facendosi sempre più piccola. In quel momento desiderava solo scomparire da lì; doveva morire lei, non Kunpimook.
Yeonjun lanciò un'occhiata al ragazzo più piccolo, non volendo rischiare di uscire e lasciarli da soli. «Aspetta, Hyuna-»
«Per favore, uscite!» esclamò lei. Non voleva restare davvero da sola, ma chiedere a uno dei due di restare, avrebbe fatto infuriare sicuramente l'altro.
La porta si spalancò all'improvviso mostrando la figura di Minho, che li guardava arrabbiato. Aveva sentito tutto attraverso la mente di Hyuna, troppo debole per poterla schermare da lui. Aveva bisogno di riposto, e quei due continuavano a darsi battaglia per la loro insulsa gelosia.
«L'avete sentita?» ringhiò rabbiosamente Minho, avvicinandosi ai due ragazzi. Li prese per i per i vestiti e li trascinò verso l'uscita. «FUORI.»
Dopo aver sbattuto i due biondi fuori dalla camera, Minho chiuse loro la porta in faccia. Fece un respiro profondo, e si voltò verso la sua amica ancora seduta sul letto tra le lacrime.
«M-Min...» mormorò Hyuna guardandolo.
«Vuoi un abbraccio?» chiese lui avvicinandosi.
Lei annuì velocemente, mordendosi il labbro per soffocare i singhiozzi. Minho prese posto accanto a lei sul letto, e avvolse le braccia attorno al corpo dell'amica tirandola a sé. Hyuna affondò il viso contro la camicia di Minho, lasciando scendere quelle gocce acquose e salate, bagnandogli i vestiti che stringeva saldamente tra le mani. Minho era sicuramente la persona migliore in quel momento: Hyuna non aveva bisogno di parlare per sfogarsi. Non aveva bisogno di dire nulla, perché Minho poteva sentire quel turbine di pensieri che le annebbiavano la mente, creando un enorme casino. Minho sapeva già tutto.

*

Nella stanza a pianoterra, era giunto per tutti il momento di sapere cosa fosse accaduto il giorno precedente. Yugyeom era uscito la mattina presto con Mark e Jackson, portando il corpo di Kunpimook dove c'era quello di Youngjae per poterlo seppellire. Non disse niente; non parlava dal giorno prima per via di quel vuoto che sentiva nel petto. Non credeva di poterlo provare ancora nella sua vita, ma questa volta era stato ancora più forte di quand'era morto Jungkook. Dopo quel primo momento nel bosco, Yugyeom non aveva ancora versato una lacrima e Mark iniziava a preoccuparsi: Yugyeom aveva bisogno di piangere.

𝙈𝙊𝙊𝙉𝙇𝙄𝙂𝙃𝙏: 𝐓𝐚𝐤𝐞Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora