10: 情

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-sentimenti

«Avevamo un accordo!» esclamò Taehyung furioso.
Dopo la battaglia, non aveva perso tempo a recarsi alla tenuta dei cacciatori. Non aveva ferite troppo gravi, per cui il tempo per raggiungerla fu sufficiente per potersi guarire.
«Yeonjun ha un compito diverso da tutti noi.» spiegò Minhyuk, facendo un passo verso Taehyung. Se il licantropo credeva di mettergli paura, si sbagliava di grosso. Non era né il primo, né l'ultimo lupo contro cui aveva combattuto.
«Avevamo la ragazza!» continuò il beta, come se non avesse minimamente sentito le parole del cacciatore. «Ne avremmo uccisi tre del loro branco, ma Yeonjun ha deciso di salvarla!»
Sentiva le mani prudere per la rabbia. Taehyung avrebbe eliminato Yeonjun e Minho in un baleno se solo fossero stati davanti ai suoi occhi. Non era mai stato convinto del piano che i cacciatori avevano affidato a quel ragazzino biondo, e non era mai stato convinto nemmeno ad accettare Minho. Qualcosa non gli quadrava, e infatti quella sera li aveva traditi ancora prima di entrare a far parte del loro branco. Non ci aveva messo molto a cambiare idea, una volta vista la sua amica in pericolo.
«Ti ho appena detto che tutte le azioni di Yeonjun saranno giustificate!» urlò Minhyuk, volendo essere sicuro di farsi sentire da Taehyung.
«Siete sicuri che non è lui quello che si sta innamorando?!» continuò a gridare il licantropo, in preda alla rabbia.
«Questo è quello in cui speriamo.» la voce di Wonho alle sue spalle lo fece fermare.
«Quello in cui sperate?»
«Taehyung, sei troppo accecato dalla rabbia e non hai la pazienza di seguire un piano.» Wonho alzò gli occhi al cielo. «Tu lascialo fare. Piuttosto, perché vi siete ritirati?»
Wonho, nonostante l'alleanza, non si fidava del branco. Era solo una garanzia, in modo che rappresentassero un ostacolo in meno. Non appena tutto sarebbe finito, avrebbero eliminato anche loro.
«Perché-»
Taehyung ci rifletté un attimo. Non poteva dire loro che conosceva la posizione della tenuta. Il suo branco era d'accordo di tenere quell'informazione per sé, dato che in caso contrario, Wonho e i suoi non avrebbero esitato ad attaccare. Era compito loro quello. L'alleanza con i cacciatori serviva solo per avere un problema in meno a cui badare. In questo modo, non avevano da preoccuparsene e potevano concentrare tutta la loro attenzione sul branco di Jinyoung.
Non poteva nemmeno dire loro dell'accordo con padre Taemin quella sera.

«Perché ci siamo ritirati?! Potevamo farli fuori!» esclamò Doyoung arrabbiato.
«Perché mi ha contattato il nostro informatore e ha detto che l'esercito della chiesa aveva abbandonato l'attacco. Ciò significava che il branco di Chris sarebbe potuto intervenire da un momento all'altro e saremmo stati in svantaggio numerico.» spiegò semplicemente l'alpha.

«-è stato un ordine di Namjoon, ancora non ci ha detto il motivo.» mentì il licantropo.

*

La luce del sole del primo pomeriggio illuminò il viso di Hyuna. La ragazza fece una piccola smorfia, prima di iniziare a muoversi leggermente e aprire gli occhi. Cercò di mettersi seduta contro la testiera del letto a gran fatica, essendo dolorante ovunque.
La testa le girava e i ricordi degli avvenimenti della sera precedente le tornarono alla mente come un fulmine: ricordava la trappola di Taehyung, i suoi amici che venivano liberati per lanciare l'allarme, il branco che la colpiva di proposito non mortalmente, ma abbastanza da prolungare la rigenerazione per far sì che Yugyeom vedesse le ferite. Ricordava Minho che aveva iniziato un combattimento con Taehyung e Yeonjun che la portava via da quel luogo. Poi, buio totale.

«Sei sveglia...»
La ragazza si voltò di lato, trovando Yeonjun seduto su una sedia accanto al letto. Sotto gli occhi si potevano notare delle grosse e scure occhiaie, segno che aveva palesemente passato la notte in bianco senza riuscire a chiudere occhio, troppo preoccupato per lei.
«Yeonjun? Che ci fai ancora qui?» domandò, facendo una smorfia in seguito ad una fitta al fianco. Era piuttosto sorpresa di trovarlo lì. Era convinta che fosse tornato a casa dopo averla riportata indietro.
«Volevo solo assicurarmi che una volta sveglia, le ferite si fossero rimarginate...» rispose Yeonjun, alzandosi e sedendosi sul bordo del letto. Durante la notte le aveva cambiato una o due volte le bende, finché le ferite visibili non avevano iniziato a rimarginarsi sotto i suoi occhi. Hyuna era perfettamente pulita dal sangue che la ricopriva solo mezza giornata prima.
«Sì, si sono rimarginate. Ho solo i dolori dovuti alla rigenerazione, se così si possono chiamare...» rispose Hyuna con un piccolo sorriso.
«Allora posso pure andare ora che so che stai bene...» Yeonjun si sporse in avanti, baciandola delicatamente sulla guancia.
«N-non puoi restare ancora un po'?» chiese timidamente.
Un'espressione sorpresa nacque sul viso del ragazzo, che non esitò ad annuire e sedersi vicino a lei, appoggiandosi al letto. Hyuna appoggiò lentamente la testa sulla sua spalla, chiudendo gli occhi.
«C-come hai fatto a trovare la mia camicia da notte?» chiese lei, notando di non avere i vestiti strappati di prima.
Yeonjun arrossì fino alla punta delle orecchie. «N-non ti ho toccata, giuro! H-ho chiesto a Y-Yiren se poteva farlo al posto mio...t-ti ho pulita solo in zone non private, ecco-»
«Yeonjun, calmati!» esclamò Hyuna ridendo alla sua reazione. «So che non te ne approfitteresti in quel modo, non andare in panico.»
Lui tirò un sospiro di sollievo, tornando a mettersi seduto contro la testiera del letto e permettendo a lei di ritornare nella stessa posizione di prima: la testa appoggiata sulla sua spalla. In quel momento, Yeonjun si ricordò di un piccolo dettaglio che l'aveva torturato gran parte del tempo, mentre lei dormiva.
A sua volta appoggiò la guancia contro la testa di Hyuna, schiarendosi poi la gola per attirare la sua attenzione, nonostante l'avesse già. Spostò timidamente il braccio, in modo che potesse avvolgerlo attorno alle sue spalle e tirarla un po' di più verso di sé.
"Cavolo, perché provarci senza sentimenti era così facile? Mi sento così in imbarazzo a farlo ora..." pensò Yeonjun, iniziando a sentire le guance scaldarsi; infatti avevano assunto un colore rosso acceso.
«C-c'è una domanda che vorrei farti...» sussurrò. Sembrava così indiscreto in quella situazione, ma moriva dalla voglia di sapere. Non poteva trattenersi un minuto di più.
«Non preoccuparti, chiedi pure.» mormorò sistemandosi meglio contro di lui. Dopo averla attirata maggiormente contro il suo corpo, Hyuna prese un po' di coraggio, avvolgendogli gentilmente la vita con le braccia e accoccolandosi contro di lui.
«Ieri, dopo che ti sei addormentata, ho visto quel disegno appeso al muro... chi è quel ragazzo?» domandò, alludendo al foglio sul muro contro cui si trovava il letto.
Sentì la corvina sospirare pesantemente e irrigidirsi, mentre guardava il ritratto con la coda dell'occhio. In quel momento, Yeonjun credette di essersi spinto troppo in là. Probabilmente non aveva la confidenza necessaria per porre una domanda tanto personale. Non voleva rovinare le cose tra di loro, soprattutto in quel momento in cui erano per la prima volta così vicini. «Se è una domanda troppo invadente non importa-»
«Quello è Hyunjin...stavamo insieme, ma l'anno scorso è stato ucciso da dei cacciatori. Dovevo morire io quella notte, non lui.» spiegò velocemente Hyuna.
Non era sicuramente un argomento di cui avrebbe parlato in modo approfondito, anche se a parer suo Yeonjun meritava delle spiegazioni, dato che alla fine era stato Minho ad averlo coinvolto in quella faccenda di Hyunjin con le sue insinuazioni.
«Il ragazzo che ha l'odore simile al mio?» domandò, ricordandosi delle parole del ragazzo più grande.
«Proprio lui.»
Il cuore di Yeonjun cominciò a battere all'impazzata per il nervoso. Lo conosceva, sapeva perfettamente chi era Hyunjin allora. Il respiro divenne più pesante, tanto che Hyuna si alzò dalla posizione in cui si trovava, per guardarlo bene in faccia.
«Yeonjun, stai bene? Sei incredibilmente nervoso-»
Improvvisamente, qualcuno bussò alla porta interrompendo la domanda della ragazza. Il biondo tirò un sospiro di sollievo, facendo dei respiri profondi per calmarsi. Quando la porta si aprì, i due videro la figura di Minho. In quell'istante, Yeonjun pensò di non essergli mai stato così grato e così felice di vederlo da quando l'aveva conosciuto.
«Oh, Yeonjun sei ancora qui...scusate se ho interrotto qualcosa. Vi giuro che stavolta non era mia intenzione, ma volevo solo sapere come stava Hyuna.» parlò tranquillamente, restando sullo stipite della porta. Tuttavia le sue azioni si contraddicevano, dato che stava agitando nervosamente le mani in segno di difesa.
«Ho solo i soliti dolori, non preoccuparti Minho...tu stai bene?»
Il castano annuì. «Non sarei qui, non credi?» scherzò con un piccolo sorriso. Poi guardò la persona seduta accanto a lei sul letto. «Yeonjun, visto che sei qui, se hai qualche minuto vorrei parlarti...»
Un po' sorpreso, il diretto interessato annuì. Salutarono Hyuna, uscendo poi dalla stanza. Yeonjun lo seguì fino ai giardini in rigoroso silenzio, aspettando che fosse lui a fare la prima mossa. Non aveva la minima idea di cosa volesse parlargli, ma dopo aver scoperto chi fosse Hyunjin, temeva che Minho fosse a conoscenza di qualcosa che non avrebbe dovuto sapere. Sospettava che volesse fargli il terzo grado come al solito. Aveva paura che una volta scoperta la verità, Minho sarebbe andato a dirla a Hyuna. Voleva essere lui a dirle tutto, anche se attualmente non sapeva ancora come fare. Aveva bisogno di riflettere su cos'avrebbe fatto in seguito; rivelare la verità a lei, comporterebbe il tradimento verso i cacciatori e lui sarebbe stato sbattuto fuori.

𝙈𝙊𝙊𝙉𝙇𝙄𝙂𝙃𝙏: 𝐓𝐚𝐤𝐞Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora