22 : アンカー

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ーancora

" I got all I need when I got you and I.
I look around me, and see a sweet life.
I'm stuck in the dark, but you're my flashlight.
You're getting me, getting me through the night.
Kickstar my heart when you shine it in my eyes.
Can't live, it's a sweet life.
Stuck in the dark, but you're my flashlight.
You're getting me, getting me, through the night.
'Cause you're my flashlight. "

La luce della luna brillava indisturbata, senza nuvole ad oscurarla. Il territorio era privo di boschi in cui poter cercare riparo -almeno un minimo- sotto la fitta chioma degli alberi, per proteggersi dai raggi diretti. C'era solo una distesa erbosa che si estendeva davanti ai loro occhi per chilometri.
Solo Yeonjun sembrava avere delle difficoltà in quel momento; negli ultimi tempi aveva ricominciato ad esporsi alla luna piena, ma mai in modo troppo diretto. Solitamente restava in casa, lasciando che i suoi poteri liberi dall'aconito potessero manifestarsi, e i ragazzi gli davano consigli su come domare quei suoi istinti animaleschi sopiti e che la luna risvegliava.
Ora, invece, era lì, in mezzo al nulla e completamente esposto. Era convito che quella volta ce l'avrebbe fatta; era convinto che quella fosse la volta buona per poter verificare i suoi progressi, ma in quel momento gli sembrava di non averne fatto nemmeno uno.
Minho aveva obbligato il branco a fermarsi per una piccola pausa e lui era convinto che in quel modo li avrebbe solo che rallentanti. Davvero quello che Jinyoung e Minho gli avevano insegnato era inutile? E i consigli di tutti quelli che erano i suoi amici -ora era convinto di poterli chiamare in quel modo, perché un po' forse erano amici, giusto? -, erano davvero stati inutili? Forse per lui non c'erano più possibilità di trattenere quel potere, che ancora lo spaventava, sotto controllo. Forse, era troppo tardi.
«Yeonjun, guardami negli occhi.» Mark gli prese il volto, schiaffeggiandolo leggermente. «Devi ripeterti che ce la puoi fare. Questo pensiero deve essere un chiodo fisso nella tua mente! Tu ce la puoi fare!»
«N-non ce la faccio, non ce la posso fare!» ringhiò sconfitto. Strinse i pugni, incidendo così la propria carne con gli artigli che stavano spuntando, credendo di guadagnare un po' di tempo se il suo corpo fosse stato impegnato con la rigenerazione.
Lucas spostò bruscamente Mark, prendendo l'amico biondo per le spalle e costringendolo a guardarlo. «Ascoltami, non dire stronzate.» gli occhi gialli da coyote di Lucas riflettevano nei suoi da lupo. «Non voglio stenderti e poi essere costretto a portarti in spalla, quindi ascoltami.»
Il ragazzo più alto prese un respiro profondo, intimando a Yeonjun di fare lo stesso. «Non c'è un metodo che funziona per tutti. Ognuno ha il proprio, lo sai bene dato che ti abbiamo rivelato alcuni dei nostri. Sai che io non cerco di contrastare la luna quando accade, altrimenti è peggio perché il controllo non è il mio forte. Sai che Minho all'inizio si metteva a fare le pulizie, che Chenle esce in giardino e si mette a fare giardinaggio-» per un secondo il suo sguardo si posò sull'omega che stava scavando una buca. «Dannazione Chenle! Non ci sono degli stupidi fiori da seminare in questo momento!»
«Mi fa comunque stare più tranquillo! È solo abitudine!» rispose il ragazzo dai capelli neri, continuando a scavare senza degnarlo di uno sguardo.
Lucas riportò la sua attenzione su Yeonjun. «Dicevo... sai anche che Jisu pensa a Chris per mantenere la calma.»
«E d-dovrei pensare anch'io a Chris, quindi?»
«Pensare a Chris? No! Nel tuo caso peggioreresti le cose!» subito Lucas negò, scuotendo velocemente la testa. «Intendevo dire che se ci pensi, c'è sicuramene qualcosa che può aiutare anche te.»
In pochi secondi la figura di Lucas venne rimpiazzata da quella di Hyuna, che spinse l'amico di lato per prendere il suo posto. «Lucas, non può pensare in queste condizioni!» rimproverò la ragazza, per poi dare tutta la sua attenzione al biondo. Prese la mano di Yeonjun, appoggiandosela esattamente dove si trovava il proprio cuore. «Lo senti? Batte regolarmente, con calma.» Yeonjun annuì, mentre un ringhio profondo, gutturale, gli fece vibrare la gola. «Ora respira piano, regolarmente come batte il mio cuore.» disse calma, guardandolo negli occhi. La mano era ferma sopra la sua, mentre attendeva che i suoi tentativi di respirare regolarmente funzionassero.
Servirono almeno una buona decina di minuti - che a loro sembrarono secoli -, perché riuscisse a calmarsi e sentire il suo cuore tornare a battere con calma, esattamente come quello della ragazza. Gli artigli si ritirarono, mentre del sangue sporcò il vestito di Hyuna, esattamente dove aveva appoggiato la mano.
«Perfetto, ora sappiamo cosa aiuta Yeonjun.» sorrise Taehyun, vedendo il ragazzo con il pieno controllo del suo corpo.
«Come fai?» chiese Yeonjun con voce tremante. Alzò lo sguardo, incastrandolo in quello di lei, mentre i suoi occhi iniziavano a tornare del solito colore scuro. «Cosa ti fa mantenere il controllo?»
«Vuoi sapere qual è la mia ancora?» sorrise Hyuna, stringendo la sua mano ancora appoggiata sul cuore. Yeonjun annuì lentamente, curioso, aspettando la sua risposta. «Mio fratello.» rispose lei guardando Jeongin. Il più piccolo era lì in piedi accanto a loro. Come Jeongin era l'ancora di Hyuna, lei, sua sorella, era la sua, e sarebbe sempre stato così. Hyuna si alzò sulle punte, baciandogli la guancia destra delicatamente; le sue labbra sfiorarono la pelle soffice, in un leggero tocco. «Ce la fai a continuare? Oppure preferisci che ci fermiamo un altro po'?» chiese gentilmente.
«Ce la posso fare.» rispose deciso. Se avessero continuato per almeno un'altra ora, sarebbero arrivati in città il giorno seguente, nel tardo pomeriggio. Avevano già perso abbastanza tempo a causa sua.
I ragazzi gli rivolsero un sorriso di incoraggiamento, mentre Minho lo guardava: Yeonjun riuscì a distinguere una scintilla di orgoglio nei suoi occhi. Ed era proprio così; Minho era fiero di come il ragazzo aveva gestito il tutto, sebbene avesse necessitato di un po' di aiuto. Ma come biasimarlo? Quello di Yeonjun era ancora un potere pronto ad esplodere da un momento all'altro sotto i raggi della luna, e di questo Minho era pienamente consapevole. Si avvicinò lentamente appoggiandogli un braccio sulle spalle, scompigliandogli poi i capelli.
«Bravo ragazzo. Quando ci fermeremo a riposare, ti lascio dormire. Il turno di guardia lo farà qualcun altro.» disse tranquillamente, rivolgendogli un sorriso genuino.
«Sicuro? Io posso benissimo farlo...»
Minho lo fermò all'istante, non volendo udire repliche. «Non se ne parla, tu riposerai completamente stanotte.»

𝙈𝙊𝙊𝙉𝙇𝙄𝙂𝙃𝙏: 𝐓𝐚𝐤𝐞Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora