8: 手紙

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-lettera

Minho e Hyuna erano seduti sotto uno dei meli del giardino, e si stavano fissando da quasi quindici minuti senza dirsi nulla, finché lei non sbuffò frustrata. Se lui non aveva intenzione di iniziare quella conversazione, lo avrebbe fatto lei. Aveva davvero bisogno di risposte da parte sua, riguardo il suo comportamento da perfetto idiota.
«Allora, si può sapere di cosa devi parlarmi?!» esclamò, avendo perso la pazienza.
«In questo mese ho indagato per conto mio.» rispose Minho. Le mani unite e appoggiate sul proprio grembo, mentre giocava nervosamente con i pollici. «Sono quasi del tutto sicuro che Hyunjin sia vivo.»
«C-cosa? Di cosa stai parlando ancora? Quali ricerche avresti fatto?!»
Hyuna non poteva crederci. L'aveva completamente tagliata fuori da una cosa così importante per lei, di cui Minho ne era pienamente consapevole.
«Non volevo parlartene perché non volevo metterti in testa strane idee. Quella notte hai deciso di ignorare le mie parole, perciò volevo essere sicuro prima di smascherare Yeonjun. Dovevo raccogliere informazioni.» spiegò dispiaciuto.
Non voleva farle credere che voleva allontanarla, ma stare costantemente lontani, rendeva più facile schermare la mente e indebolire sensibilmente il legame che avevano instaurato.
«Informazioni? E dove saresti andato a raccogliere queste informazioni?! Minho, voglio la verità, ora!» si stava arrabbiando e lui lo notò subito. Il fatto che lei avrebbe dato di matto una volta scoperta la verità su ciò che il suo migliore amico stava facendo alle sue spalle, era piuttosto scontato. Quando c'era di mezzo Hyunjin, Hyuna non riusciva a mantenere la calma. Forse provava ancora qualcosa per lui, o forse erano semplicemente i sensi di colpa che la tormentavano.
Il più grande sospirò distogliendo lo sguardo. «Senti, devi promettermi che non darai di matto se ti dirò-»
«Non dare di matto!? Sto già dando di matto, Minho! Avevamo promesso che non ci sarebbero stati segreti tra noi! Avevamo promesso che se qualcosa non andava ne avremmo parlato, ma tu hai nascosto le cose per un mese intero e hai preferito ignorarmi! Hai ignorato tutti!» gli parlò sopra la ragazza, facendogli abbassare la testa.
«Se tu mi avessi dato ascolto sin dall'inizio, non sarebbe successo!» ribatté lui, non essendo in grado di star seduto e subire senza dire nulla. Ed ecco che tutto ciò che non si erano detti per un mese cominciò a saltare fuori, a scoppiare come una pentola a pressione.
«Tu dovevi avere fiducia in me! E almeno io ti ho messo al corrente di ciò che avevo in mente, al contrario tuo!» Hyuna afferrò il colletto della camicia bianca di Minho, scuotendolo leggermente.
«Perché era pessimo! Hyuna, quel piano ti si sarebbe rivoltato contro. Come avresti potuto fartelo amico solo per prendere delle informazioni? Ti saresti affezionata e poi non saresti mai stata in grado di tradirlo, ti conosco dannazione!» gridò il ragazzo, afferrando a sua volta il bordo del vestito che le arrivava giusto poco sotto il collo.
«Non così tanto allora. Se tu mi conoscessi, me ne avresti parlato invece di nascondere cosa stavi facendo! Oppure potevi parlare con gli altri. Cavolo, Taehyun aveva paura che tu volessi lasciare il branco! Ci hai pensato agli altri?!»
Durante quello scambio di frasi, i due si erano avvicinati talmente tanto, da ritrovarsi quasi naso contro naso, mentre continuavano a lanciarsi sguardi di fuoco. Se qualcuno da fuori li avesse visti, avrebbe giurato che a breve sarebbero potuti passare alle mani, e non sarebbe stata di certo la prima volta. La differenza stava nel fatto che questa volta non ci sarebbero stati Chenle e Lucas a dividerli.
Minho non avrebbe mai voluto ignorare i suoi amici, ma se solo avessero scoperto come aveva ottenuto quelle informazioni, ne sarebbero rimasti delusi e temeva che Jinyoung avrebbe potuto addirittura cacciarlo dal branco.
«Spero tu stia scherzando...» la voce di Hyuna era diventata estremamente flebile. I suoi occhi erano spalancati per l'incredulità di ciò che aveva appena letto nella sua mente.
In quel momento, Minho si rese conto di essersi messo a pensare a tutto ciò che aveva fatto alle sue spalle durante quei giorni. Si era dimenticato di schermare i suoi pensieri? Sì.
«Ti prego, dimmi che non l'hai fatto.» continuò la sua amica, guardandolo con occhi spalancati e quell'espressione che lo fece sentire ancora più in colpa. Era delusa, si vedeva.
«Lasciami spiegare...»
«Cosa vuoi spiegare?! Sei andato da Namjoon! Come diavolo l'hai trovato?!» esclamò Hyuna, tornando con la stessa espressione arrabbiata che aveva all'inizio del discorso.
«Uhm...»
Minho sviò lo sguardo. Come poteva dirle di essere andato dall'informatore? Jinyoung aveva detto loro che potevano consultarlo solo in casi estremi, mentre lui l'aveva fatto per un suo capriccio e per dimezzare i tempi di ricerca.
«Sono contenta che tu non riesca più a schermare la tua mente dopo che l'hai fatto per un mese intero.» parlò lei, a braccia conserte davanti a lui. «Non posso credere che sei andato a chiedere addirittura informazioni a Jisung. Sai che non gira gente per bene nei suoi affari.»
«Lo so, ma in quel momento ero così arrabbiato che ero disposto a tutto, va bene?! So anch'io che Jisung non è una fonte sicura per proteggere la propria incolumità, ma era la via più veloce per trovare Namjoon.» cercò di difendersi Minho.
Era consapevole di essersi cacciato in un casino, ma ormai, quando se ne rese conto, si trovava già davanti all'altro alpha e sapeva che non poteva semplicemente andarsene, dopo averlo fatto scomodare per riceverlo.
«Tu brutto stronzo, non dirmi che hai accettato davvero!» Hyuna gli saltò addosso, buttandolo sull'erba.
«Fammi spiegare!» Minho la ribaltò, cercando di fermarla.
Tutti quei pensieri che teneva bloccati da giorni stavano iniziando a fuoriuscire e scorrere come l'acqua di un fiume in piena. E la cosa peggiore era che Hyuna poteva sentirli tutti, dal primo all'ultimo.
«Cosa dovresti spiegare?!» ringhiò la ragazza, mentre i suoi occhi diventavano gialli. Liberò velocemente il braccio, tirando una gomitata a Minho sullo stomaco al fine di ribaltare di nuovo le posizioni e schiacciarlo sul terreno.
«Era l'unico modo per ottenere le informazioni!» si difese Minho, i suoi occhi ormai azzurri, mentre afferrava i polsi di lei, stringendoli nelle mani.
«Bel modo, promettergli di entrare a far parte del suo branco!» era davvero furiosa. «Hai passato questo mese a lavorare per loro, per cosa?! Sei QUASI sicuro che Hyunjin sia vivo! Non lo sei nemmeno del tutto! Non ti hanno dato niente di certo, perché ancora non si fidano di te!»
«N-Non mi sarei davvero unito a loro!»
«E come pensavi di sfuggire a Namjoon?! Cos'è quello a cui stai pensando ora?! Un rito per entrare nel branco?! Minho cazzo, quelli sono qui per ammazzarci e tu cosa fai, ti unisci a loro?!»
«Lo ammetto, mi sono messo nei casini, ma che altro potevo fare dato che ero là, in mezzo al suo branco?! Voleva una risposta affermativa, mi avrebbe ucciso se avessi rifiutato!»
«Dovevi pensarci prima di fare questa cazzata, Minho! Ma non ci hai minimamente riflettuto? Se vuole uccidere tutto il nostro branco, perché ti vuole nel suo? Non ti sei fatto qualche domanda?!» con uno strattone, liberò i polsi dalla presa di Minho, restando seduta sulla sua pancia. «Non hai pensato che potesse esserci un motivo preciso?!»
«Non ne ho idea! Non so perché mi vuole nel suo branco, va bene?!»
«Sei un incosciente!»
Minho fu costretto a prenderla di nuovo per le braccia, mentre entrambi si dimenavano per prevalere sull'altro. Finirono per rotolare sul prato, cercando di darsele di santa ragione, finché Hyuna non sentì più il peso di Minho sopra il suo corpo.
«Perché ogni volta che voi due litigate, finite sempre per passare alle mani?!» la voce di Lucas era decisamente arrabbiata. L'altro beta si trovava dietro Minho. L'aveva preso facendo passare le braccia sotto le ascelle del ragazzo, per tirarlo indietro. Minho era pressato contro il corpo di Lucas, una decina di centimetri più alto di lui, che cercava di tenerlo fermo in tutti i modi possibili.
Nello stesso momento, Hyuna si era rialzata, pronta a tirare una sberla al suo amico, quando Chenle la prese velocemente per le braccia, bloccandogliele dietro la schiena.
«Vale anche per te! Dovete smetterla di menarvi ogni volta che litigate, sembrate due animali!»
«Forse lo siamo!» ringhiò Minho, ancora con gli occhi azzurri.
«Sì, e ringraziate che Jisu vi ha beccati ed è corsa a chiamarci, dato che non poteva fermarvi entrambi!» parlò Lucas, stringendo la presa su Minho. «Chenle porta via Hyuna. Questi due devono stare separati per un po'.»
«Chenle lasciami andare!»
«Oh non credo proprio. Tu hai bisogno di calmarti, e anche Minho.» rispose il ragazzo, trascinandola dentro casa, con gli occhi che brillavano di giallo. Sarebbe stato tutto più semplice, se Hyuna non avesse avuto una forza soprannaturale.

𝙈𝙊𝙊𝙉𝙇𝙄𝙂𝙃𝙏: 𝐓𝐚𝐤𝐞Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora