20: 葉

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foglie

" Does he tell you he loves you,
when you least expect it?
Does he flutter your heart,
when he kisses your neck?
No scientist or biology,
it's obvious when he's holding me.
It's only natural that I'm so affected. "

«Hai capito quindi?» la voce del vescovo risuonava nella stanza vuota.
Davanti a lui vi era una figura incappucciata: gli occhi coperti dal tessuto nero, ma da essi spuntavano dei lunghi capelli biondi mossi. Si poteva intravedere un piccolo naso all'insù e delle labbra sottili su cui era disegnato un sorriso furbo. Non era parecchio alta e il grosso e largo mantello la copriva fino ai piedi.
Renjun non dimenticava: Taehyung e i suoi compagni erano riusciti a sfuggirgli e non solo loro, ma anche i tre ragazzi che aveva condannato al rogo. Tuttavia, aveva capito che nella città di Therobla non viveva un solo branco, ma ben due e lui li avrebbe scovati e sterminati. Non aveva di certo raggiunto la sua carica a quella 'giovane' età girandosi i pollici.
Renjun aveva condannato talmente tanti mutaforma, da aver bruciato qualsiasi tappa per raggiungere la carica di vescovo, avendogli riconosciuto il merito per la 'pace' e la giustizia contro 'i demoni inviati da satana'. Era riuscito ad ingannare così tanti licantropi in passato, grazie ai suoi mezzi. Lui non agiva mai personalmente, erano gli altri a farlo per lui.
«Si, vostra grazia.» la voce delicata e femminile uscì in un flebile sussurro.
«Mi raccomando, trovali. Non farmi pentire di averti ricomprata.» disse duramente, voltandole poi le spalle.
La ragazza annuì in modo quasi impercettibile, prima di voltarsi e incamminarsi verso l'uscita.
Da ciò che le era stato riferito, uno dei due branchi aveva componenti molto più giovani -ovvero alla sua portata-. Avrebbe sicuramente iniziato con quelli, sarebbe stato sicuramente tutto molto più semplice e veloce.
Un sorriso diabolico spuntò sul viso della ragazza, mentre due canini scintillavano dalla penombra creata dal grosso cappuccio nero.

*

Baekhyun stava cercando di coprire le proprie tracce. Sapeva bene dove si trovava la tenuta del branco di Jinyoung, perciò decise di recarsi proprio lì. Era piuttosto sicuro che non ci avrebbe trovato nessuno dato l'attacco dei cacciatori, ma ora era stufo. Aveva ubbidito come un cagnolino indifeso a Namjoon per fin troppi secoli e aveva assecondato ogni follia di quel branco, ma ora non ne poteva più. Aveva commesso cose di cui non andava per niente fiero, ma ora aveva bisogno di aiuto.

Arrivato alla tenuta, scavalcò velocemente il muro ritrovandosi nell'ampio giardino. Già da fuori poteva vedere il casino creatosi all'interno, date le porte spalancate e alcune finestre rotte; inoltre l'odore dei cacciatori impregnava l'aria.
Con molta fretta, Baekhyun entrò nella costruzione guardandosi in giro. Forse tutti quegli odori avrebbero coperto il suo, e avrebbe avuto il tempo di fare ciò che sapeva fare meglio: seguire le tracce. Non aveva la minima idea di dove potessero essere andati, ma era certo che li avrebbe trovati, così come aveva già ritrovato Jinyoung in passato.
Sperava solo di non farlo troppo tardi.
Perlustrò la casa, notando che la maggior parte degli oggetti nelle camere erano stati presi. Alla fine si ritrovò in quella che doveva essere la camera di Jinyoung, anzi, lo era sicuramente data la traccia persistente del suo odore.
Un velo di nostalgia lo colpì, ricordando quanto fossero stati amici prima che lui se ne andasse e lasciasse il branco. Baekhyun si asciugò rapidamente una lacrima, mentre cercava una casacca o un mantello, cosicché potesse coprire il suo odore, facendogli guadagnare un po' di tempo.
Rintracciarli per lui sarebbe stato più complicato, ora che non poteva più pensare come Jinyoung. Non conosceva il nuovo capobranco, perciò era in leggera difficoltà. Tuttavia non era impossibile.
Baekhyun trovò lo studio del suo vecchio compagno e amico, iniziando a frugare tra gli scaffali della libreria e nella scrivania, riuscendo a rimediare una serie di mappe. Una in particolare attirò la sua attenzione, dato che era ritagliato solo il pezzo in cui veniva rappresentato il bosco.
"Sono nel bosco?" pensò l'omega, guardando il pezzo di carta con una smorfia confusa. "No, impossibile. Il bosco sarebbe il primo posto dove li cercherebbero..."
Sebbene fosse un posto pericoloso, non gliene venivano in mente altri.
"Sono passati a malapena due giorni, non possono aver cambiato città. Wonho e i suoi staranno dando loro la caccia, perciò è impossibile, rischierebbero di imbattersi in loro..."
L'omega sospirò, lasciandosi andare contro il muro, scivolando lentamente verso terra. La città era senza ombra di dubbio da escludere, perciò gli restava veramente solo il bosco. L'indomani avrebbe iniziato da lì.

𝙈𝙊𝙊𝙉𝙇𝙄𝙂𝙃𝙏: 𝐓𝐚𝐤𝐞Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora