𝙈𝙊𝙊𝙉𝙇𝙄𝙂𝙃𝙏: 𝐓𝐚𝐤𝐞

６:満月

-luna piena

Yeonjun era appoggiato contro uno degli alberi che circondavano quella piccola radura ormai illuminata completamente dalla luce della luna. Stava pazientemente aspettando che Hyuna arrivasse, picchiettando leggermente la punta del piede contro il terreno.
Iniziava a pentirsi di essersi offerto per quel lavoro subdolo. Stava guadagnando la fiducia di una ragazza che non meritava, perché l'avrebbe tradita appena avrebbe avuto quello che stava cercando.
Improvvisamente, due mani gli coprirono la visuale appoggiandosi delicatamente sui suoi occhi. Il biondo sorrise involontariamente.
«Ciao Hyuna...»
«Ciao Yeonjun.» la voce dolce di lei che risuonava a pochi centimetri dal suo orecchio, mentre toglieva le mani permettendo nuovamente al ragazzo di vedere.
«Mi dispiace ancora per oggi.» disse lei, spostandosi davanti a lui.
Yeonjun scosse la testa. «Non ti preoccupare, siamo qui ora, no?»
«Sì, hai ragione...»
In pochi secondi il sorriso del biondo svanì. Iniziava a sentirsi strano; un formicolio iniziò ad attraversargli il corpo. Sentiva caldo, parecchio caldo. Il sapore ferroso del sangue gli riempì la bocca, facendogli realizzare che i canini erano appena spuntati mentre serrava la mascella, tagliandogli così il labbro inferiore. C'era la luna piena?
«Yeonjun? Stai bene?» domandò preoccupata la ragazza.
«Sì, sto b-bene...» rispose lui, emettendo un suono piuttosto gutturale.
Sbarrò velocemente gli occhi, temendo che avrebbero cambiato colore abbastanza velocemente e non poteva permettere che Hyuna scoprisse la sua natura. Doveva andarsene velocemente.
Senza dire nulla, si voltò iniziando a camminare.
«Yeonjun, dove stai andando?» lo seguì lei.
C'era qualcosa che non andava e non servivano i suoi sensi sviluppati per intuirlo.
Hyuna allungò il braccio, afferrandogli il polso.
«Non toccarmi!» un forte ringhio uscì dalle labbra di Yeonjun, mentre si girava per scuotere violentemente il braccio e liberarsi dalla presa. Gli occhi ora gialli brillavano davanti a Hyuna, lasciandola completamente a bocca aperta.
«Sei un lupo mannaro...»
«No! N-non dirlo a nessuno.» ringhiò Yeonjun, accucciandosi a terra e prendendosi la testa fra le mani.
«No? Yeonjun se non sei un lupo mannaro...» in quel momento la ragazza fece due più due. I lupi mannari perdevano il controllo ad ogni luna piena senza potersi controllare, ma un licantropo dopo aver imparato a farlo non si faceva più sopraffare così facilmente. «Da quanto tempo non senti i raggi della luna piena?»
«Luna piena?» la voce di Yeonjun era sempre più roca e profonda. Quelle parole confermarono i suoi dubbi. Quella sera c'era la luna piena, sì. «C'è la luna piena stasera?!»
Hyuna si abbassò, appoggiandogli una mano sulla testa accarezzandogli i capelli, nel tentativo di calmarlo. «N-non lo sapevi?»
Lui rispose negando con il capo. "Quello stronzo di Wonho non mi ha avvistato come fa di solito!"
«Hyuna vattene! Non vengo esposto da anni!» urlò il ragazzo.
Il suo corpo iniziò a non rispondere più ai suoi comandi. La rabbia repressa iniziò ad essere scatenata dalla luna; avrebbe ucciso solo per il gusto di farlo.
Yeonjun si morse l'interno della propria guancia fino a farlo sanguinare. La testa pulsava, era un dolore quasi insopportabile.
«Non ci pensare neanche. Non me ne vado, hai bisogno di aiuto!» disse lei decisa.

"Minho? Minho rispondimi!"
Se Yeonjun non sentiva i raggi della luna piena da anni, non ce l'avrebbe mai fatta a fermarlo da sola. Tra i suoi amici, Minho, Lucas o Yunho erano gli unici su cui poteva contare. Tuttavia non aveva modo di chiamare né Lucas, né Yunho.
"Hyuna? Dove cazzo sei?!" la voce alterata di Minho rimbombava nella sua testa. Aveva già scoperto della sua scappatella notturna e stava proprio uscendo a rintracciarla.
"Ricordi la radura in cui sono andata con Yeonjun? Ti prego, vieni subito!"
"Sei in pericolo?!"
"Non io, ma Yeonjun!"
Minho, il quale aveva già spiccato un balzo oltre le mura del cortile della tenuta, si fermò di colpo. "Yeonjun?"
"Non c'è tempo per spiegare, ti prego vieni subito. Fallo per me."
Il castano sospirò, riprendendo a correre. "Va bene..."