1

3.7K 118 64
                                    

Era la mattina della vigilia di Capodanno, una festa che tutta la popolazione giapponese attendeva con fremente impazienza per poter passare del tempo in compagnia dei propri cari e festeggiare insieme l'avvento del nuovo anno.
Tutti tranne uno, l'indifferente Dabi.
Lui avrebbe preferito seppellire il ricordo della sua famiglia sotto delle braci ardenti, a malapena si decise a comprare un nengajo, rigorosamente con gli auguri prestampati, per inviarlo a quell'indirizzo. Erano anni che non metteva piede nella casa in cui era cresciuto e, di certo, quel giorno non avrebbe spezzato la tradizione.
Aveva deciso di passare l'ennesimo capodanno a casa, in compagnia del gatto randagio che ogni tanto andava a spiluccargli qualche avanzo, ma i suoi piani erano andati in fumo il giorno precedente, quando un cliente importante telefonò urgentemente alla sua agenzia per concludere una vendita, la richiesta lo aveva scocciato non poco, perché era stato costretto a prendere l'unico volo disponibile spendendo una barca di soldi. Sarebbe ripartito la sera stessa.
Camminava per le vie addobbate a festa, cercando di evitare quelle trafficate per non farsi travolgere dall'afflusso di gente che si stava riversando nelle strade diretta verso qualche templio. Era arrivato di fronte alla sua meta in perfetto orario, sperava solo che fosse puntuale anche il tizio che doveva incontrare.

Era un'ingiustizia.
Organizzare uno scambio il giorno della vigilia di Capodanno era un'ingiustizia.
Guai se avesse rifiutato: non sarebbe stato lì, sul volo diretto ad Osaka, a sorseggiare il the caldo che le hostess gli avevano offerto.
Gli era bastato poco: due occhi dolci, uno sguardo malizioso e Tac! The gratis.
Non che avesse grandi impegni per quella sera, ma se era festa per gli altri, non capiva perché non poteva esserlo anche per lui.
Ah, giusto. Il capo prediligeva chi possedeva una famiglia. La sua?
Altra storia.
Meno ci pensava e meno si sarebbe rovinato la giornata.
Keigo Takami, soprannominato Hawks, era entrato nella Yakuza per gioco.
Proprio così: per gioco.
Inizialmente si offriva di svolgere piccoli furti, vantandosi poi con i ragazzini di quartiere delle sue eroiche imprese, ma col tempo ci prese gusto, entrandone come membro ufficiale una volta raggiunta la maggior età.
Immaginare un membro della Yakuza dovrebbe far venire i brividi per aspetto e carattere, invece guardando quel ragazzo, dagli occhi dorati e i capelli biondi cenere, chiunque sarebbe cascato ai suoi piedi.
Spesso lo sgridavano per essere troppo estroverso con i clienti, ma lui che ci poteva fare? Gli piaceva beffarsi di quei ricconi, utilizzando la chiacchiera amichevole per estorcere informazioni o qualche banconota in più.
Scese dall'aereo e prese un taxi diretto al molo.
Idea alquanto sciocca: chi poteva organizzare un incontro in pieno inverno, al molo, la vigilia di Capodanno?
Un idiota a cui svuotare il conto in banca.
Sarebbe stato l'ennesimo bottino.

Partendo dal presupposto che l'impertinenza di quel cliente lo avesse già reso parecchio indisposto ad incontrarlo, il suo non trascurabile ritardo di 7 minuti e 23 secondi, andava oltre al suo limite di sopportazione.
Ma... non era nello stile di Dabi imbattersi in inutili e fastidiosi battibecchi o alzare la voce, no! Lui manteneva sempre un gelido controllo delle proprie reazioni, ma la sua imperturbabile calma era solo apparentemente, la sua mente calcolatrice lo rendeva particolare subdolo e... vendicativo. Quella sua indole faceva di lui una spia perfetta.
<<Salve giovinotto! Mi scuso per il ritardo...>> si presentò un signore sulla sessantina. <<Le sue scuse non mi ripagheranno del tempo perso, quindi vediamo di concludere in fretta la vendita!>> lo ammutolì con poche parole.
Dabi si accomodò all'interno dell'ufficio ed estrasse dalla valigetta dei documenti per la vendita di una quota delle azioni della Vorwerk, l'azienda per cui lavorava, mancavano solamente la firme e la cifra.
<<Eravamo d'accordo per 3 miliardi di euro, è corretto?>> chiese conferma il signore, sicuro di conoscere la risposta a quella domanda.
<<Mmm... no! Il prezzo è appena aumentato: considerando il poco preavviso, le spese del mio viaggio aereo e il disturbo che mi ha arrecato, siamo saliti a 4,3 miliardi, la sua compagnia se lo può tranquillamente permettere>> rispose.
<<Come scusi?>> sbiancò l'altro interlocutore.
<<Le conviene accettare, ho dovuto aspettare i suoi comodi prima di essere ricevuto e... il tubetto di rossetto rosso dimenticato sul divano, il suo colletto bianco sporco e l'anello nuziale al suo dito sono particolari a dir poco eloquenti... a meno che, la sua segretaria non sia anche sua moglie, le conviene firmare! Altrimenti ci penserà lei a spillarle fino l'ultimo centesimo...>>

The 21 chimes of New Year's Eve ( DabiHawks )Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora