Emma pov
Sento bussare alla porta e mia madre chiamarmi per svegliarmi.
Emma: “Mmm… arrivo due minuti…” – affermo assonnata, girandomi dal lato opposto…
In pochi secondi realizzo che ieri, io e Damon, ci siamo addormentati insieme…, spalanco gli occhi e vedo il suo bel viso a due millimetri dal mio! Istintivamente mi allontano da lui imbarazzata, ma lui non si muove di una virgola, dorme così serenamente che…, mi prendo qualche secondo ancora per ammirarlo, ma poi mi ricordo che il rito di sveglia di mia madre è iniziato e, non essendomi alzata, il prossimo passo sarà…
Neanche il tempo di pensarlo, che sento mia madre salire le scale, chiamandomi… e ora che faccio!
Inizio ad agitarmi, mi alzo e prendo la spazzola, facendo finta di essermi già alzata, quando è praticamente dietro la porta, mi giro verso Damon, ancora steso sul letto…, mi fiondo verso di lui e lo lancio giù dal letto…, lui, cadendo, apre gli occhi protestando, ma io gli
metto un pezzo di coperta in bocca, giusto in tempo…
Emma: “Mamma!”
Mamma E.: “Emma sei sveglia? Perché non sei scesa per la colazione allora?”
Emma: “Oh… emm… ho voluto farmi una doccia veloce”
Mamma E.: “Molto veloce! Comunque ti aspettiamo per la colazione”
Emma: “Sì sì grazie… Arrivo”
Appena chiude la porta, vedo Damon tirarsi su da per terra, accigliato
Damon: “Ma ti sembra lanciarmi giù dal letto! Dopo la sbronza di ieri sera, ho un mal di testa assurdo e tu, hai presente quanto è duro il tuo comodino?” – continua massaggiandosi la testa.
Emma: “Fidati, se mia madre ti avesse visto, probabilmente, non saresti più in grado di identificare, precisamente, il punto che ti fa male…”
Lui si alza goffamente e si toglie la maglia dirigendosi verso il bagno della mia camera
Emma: “Che diavolo stai facendo!?”
Damon: “Ti credevo più perspicace, Emma, cosa pensi che possa voler fare una persona in bagno?! La doccia”
Emma: “Sì ma… non puoi! Devi andare via”
Damon: “Dov’è finita la dolce Emma di ieri sera?”
Emma: “E’ partita e, se non te ne vai, conoscerai la defenestratrice
Emma!”
Lo raggiungo rapidamente e lo spingo verso la finestra…, o almeno ci provo, perché quello non si muove di un millimetro.
Damon: “Okay, okay, ho capito, ma prima di andare…”
Incatena i suoi occhi ai miei, avvicinando i nostri visi e, al mio orecchio sussurra - “Grazie Emma” – mi dà un bacio sulla fronte e in due falcate è sulla finestra.
Damon: “Allora ci vediamo alla festa mia Yokai” – e se ne va.
Io sono ancora lì, bloccata con la faccia, probabilmente di cinquanta sfumature di rosso, a risentire quel grazie Emma e quel bacio, cercando di capire se me lo sono immaginata oppure no.
Quella mattina ho camminato a circa un metro e mezzo da terra e con in testa dei filmini mentali che, Hollywood spostati, ma ora è tardi, tra due ore devo essere alla festa e ancora non ho comprato il regalo per Damon.
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LA LUCE DELLE LUCCIOLE
Aléatoire𝑆𝑜𝑛𝑜 𝐸𝑚𝑚𝑎 𝐶𝑜𝑜𝑝𝑒𝑟, 𝒉𝑜 17 𝑎𝑛𝑛𝑖 𝑒 𝑓𝑟𝑒𝑞𝑢𝑒𝑛𝑡𝑜 𝑖𝑙 𝑙𝑖𝑐𝑒𝑜 𝑎𝑟𝑡𝑖𝑠𝑡𝑖𝑐𝑜, 𝒉𝑜 𝑢𝑛𝑎 𝑓𝑎𝑚𝑖𝑔𝑙𝑖𝑎 𝑐𝒉𝑒 𝑚𝑖 𝑣𝑢𝑜𝑙𝑒 𝑏𝑒𝑛𝑒 𝑒 𝑑𝑢𝑒 𝑎𝑚𝑖𝑐𝒉𝑒 𝑡𝑟𝑎 𝑙𝑒 𝑝𝑖𝑢̀ 𝑠𝑖𝑛𝑐𝑒𝑟𝑒; 𝑣𝑖𝑣𝑜 𝑢𝑛𝑎 𝑣𝑖𝑡...