Capitolo 26

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Pov's Niccolò

N: "Me spieghi che tiene Alessandro?" dissi entrando in casa di Adriano senza nemmeno salutarlo

Avevo da poco accompagnato Alice a scuola. Quel suo dolce ed innocente sorriso mi aveva migliorato la mattinata, ma comunque nei miei pensieri vi era solo quello che era accaduto ieri sera a casa mia. Non riuscivo a darmi pace, non riuscivo a capire perché un mio amico avesse avuto un atteggiamento del genere nei confronti di una ragazza , nei confronti di Alice.

AD: "Buongiorno anche a te. Devi smetterla di svegliarmi alle nove del mattino"
N: "Nun me do pace" dissi stendendomi, come se fosse casa mia, sul divano di Adriano
AD: "Perché nun parli con lui?"
N: "L'ho provato a chiamà, ma tiene er telefono spento"
AD: "La prossima volta lo spegnerò anche io"

Adriano provò a sdraiarsi sul divano, con scarsi risultati dato che io avevo già occupato gran parte del sofà.

AD: "Vuoi pure un caffè?"
N: "Voglio delle risposte Adrià" dissi mettendomi seduto e guardando il mio amico negli occhi
N: "Sai qualcosa ?"

Lo sguardo del mio migliore amico vagava su tutto il suo piccolo appartamento. Ammirava interessato la televisione poggiata su un mobiletto di legno di fronte al divano, poi spostava lo sguardo verso la porta di legno piena di poster dei Greenday che portava alla cucina...guardava tutto tranne che me.

N: "Si, sai qualcosa" dissi stufo
AD: "Niccolò.."
N: "Niccolò niente. Voglio parlare con lui ma se non mi risponde come faccio?"
AD: "Nassi è preoccupato per te"
N: " Preoccupato?"
AD: "Si, pensa che la pariolina possa farti una sorta di lavaggio del cervello. Che possa allontanarti da noi per farti avvicinare al suo mondo"
N: "La Pariolina ha un nome, e spero che tu gli abbia detto le cose come stanno"
AD: "Nì ma che glie dovevo dì? Non sai tu come stanno le cose, figurati io... gli ho semplicemente detto che è una ragazza che te piace, che lavori per lei e basta"
N: "Te prego nun me dì che la pensi come lui...cazzo Adrià sei stato tu a dirmi di provarci con Alice, mi hai fatto aprire con lei.."
AD: "Ma te calmi?" disse fermando il mio monologo
AD: "Nun la penso come lui. Solo che praticamente io Cocco e Tiziano siamo gli unici a sapere di Alice. È diciamo normale che gli altri abbiano dei pregiudizi su di lei"
N: "Pregiudizi? Solo perché è dei Parioli?"
AD: "Li avevi pure tu sti pregiudizi, quindi nun te poi lamentà. L'unica cosa che puoi fare è parlare con Nassi, spiegargli come stanno le cose con Alice. E ti consiglio, a sto punto, di dirlo a tutti"
N: "Nun capisco perché io mi debba giustificare se me frequento con una.. fino a venti giorni fa né cambiavo una a settimana e nessuno mai aveva fatto questioni"
AD: "Nun te devi giustificà.. ma tutti ce semo accorti che per te Alice non è una delle tante. Lo ha capito pure Nassi che nun sapeva niente. Non essendo una scopata e via pensiamo che per te lei sia importante"
N: " Certo che è importante Adrià" risposi di getto, quasi meravigliandomi
AD: "E allora dove sta il problema ? Presenti ai tuoi amici, alla tua famiglia, una ragazza che te piace...semplice no?"
N: "Nun lo so...Alice è così..diversa"
AD: "Diversa da noi?"
N: "Diversa dal mondo"
AD: "Se quella ragazzetta te vole bene accetterà anche noi"
N: "Non ho paura di questo Cassio, lei è speciale"
AD: "E allo? Nun te seguo , puoi parlare chiaramente ? Sono le nove di un venerdì mattina e non ho ancora fatto colazione" disse Adriano stropicciandosi gli occhi pieni di sonno, lo avevo tirato giù dal letto e non mi ero nemmeno scusato.. ma io non mi scusavo mai con i miei amici.
N: "Tu , Gabriele e Tiziano avete conosciuto Alice per caso. Presentarla al resto del gruppo sarebbe una cosa organizzata, quindi una sorta di relazione o frequentazione ufficiale"
AD: "Hai ancora paura di metterti in gioco?"
N: "No, ormai mi sono buttato a capofitto in questa cosa..ma ho timore per lei"
AD: "Nun la mangiamo eh" disse Adriano facendomi ridere
N: "E se lei nun è pronta ?"
AD: "Tu lo sei ?"
N: "Siamo in due, non posso pensare solo a me"
AD: " Nì , me hai presentato Alice quando la odiavi con tutto te stesso e lei nun se è mai fatta problemi, anzi... figurati adesso che siete pappa e ciccia"
N: "In realtà Cassio, credo di non aver mai odiato Alice"
AD: "Lo credo anche io, anzi ne sono sempre stato fermamente convinto.. ma tu sei sempre stato un po' troppo coglione per capirlo"

Un *bip* fermò la nostra discussione che ormai si era trasformata in una seduta a cuore aperto. Presi il mio telefono dalla tasca posteriore dei jeans . Rilessi quel messaggio due o tre volte per essere sicuro di aver capito bene. Presi i miei occhiali da sole che mi fecero annebbiare ed oscurare ancor di più la vista.

N: "Devo andare" dissi ad Adriano liquidandolo velocemente
AD: "Tutto bene ?"

A quella domanda però io non risposi, ero già fuori dal suo appartamento.

Vorrei soltanto amartiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora