Capitolo 24

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Pov's Niccolò

La partita era finita , con una stiacciante vittoria della Roma, da circa dieci minuti. Per tutti i novanta minuti Nassi non si era più permesso di rivolgersi in modi poco corretti nei confronti di Alice , anzi a dire la verità a stento aveva parlato... Alice invece aveva parlato solo con me e qualche volta aveva risposto a delle battute di Tiziano.

N: "Scusalo Alì, non so che cosa gli sia preso" dissi ad Alice appena rimanemmo soli in casa mia
A: "Tranquillo, nessun problema"
N: "Certo che ce sta er ploblema, te ha sparato a cento addosso senza nemmeno sapere il tuo nome"
A: "Gli starò antipatica a pelle forse.. e poi davvero Niccolò stai tranquillo. Si è un tuo amico, ma io voglio piacere a te non a lui" disse con tutta la sincerità e l'ingenuità che solo una ragazza di diciassette anni poteva avere, solo Alice.

Era da tutta la sera che volevo un contatto con lei, ma davanti ai miei amici e soprattutto dopo la sfuriata di Alessandro, non mi sentivo nè pronto nè a mio agio ad avere qualche effusione con la mia bionda preferita.
Mi avvicinai a lei e freneticamente mi lanciai sulle sue labbra, che da tutta la sera non facevano altro che chiamarmi.
Le sue mani finirono nei miei capelli e le mie circondavano i suoi fianchi. Ogni volta che le mordevo il labbro inferiore mi tirava con quelle piccole mani dei ciuffi di capelli, e la cosa mi eccitava molto. Lei tirava i miei capelli più che altro per intimarmi di non morderle le labbra, ma non poteva sapere quanto mi piacesse sentire le sue mani che vagavano su di me...
Continuavo a baciarla con avidità come se quelle labbra potessero scappare da un momento all'altro.
Iniziai a far vagare le mie mani su tutta la sua schiena fino a quando decisi di infilarle sotto la sua maglia.

Pov's Alice

Un contatto freddo con la mia schiena mi fece fermare e mi fece staccare velocemente da Niccolò, che non si aspettava nulla di tutto ciò.

N: "Che c'è?" mi chiese con le labbra rosse e gli occhi spalancati
A: "Le mani" dissi con lo sguardo chino per la vergogna
N: "Quale mani?"
A: "Le tue Niccolò, le tue mani sotto la mia maglia"

Come se si fosse appena scottato il moro tolse le mani dalla mia schiena e si distanziò dal mio corpo, ed io a quella perdita ebbi freddo.

N: "Cazzo" disse iniziando a torturarsi il ciuffo
N: "Scusa, me so fatto prende..hai fatto bene a fermarmi a volte so un cretino che non pensa mai.."

Era pentito, non offeso. Forse avevo esagerato io ad interrompere quella magia per delle semplice mani sulla schiena. Ma la mia schiena nuda non era rimasta indifferente a quel contatto, anche se era durato solo qualche secondo.

A: "Nì no, scusami tu. Ho esagerato" dissi riacquistando posizione accanto a lui
N: "No, non hai esagerato. Io so così, me faccio prende dalla situazione. Tu qualsiasi cosa io faccia che non ti sta bene me la devi dire , va bene ?"
A: "Non ho detto che non mi è piaciuto, è solo che non mi era mai capitato e quindi..non so, mi sono sentita un secondo spaesata"
N: "Te lo ripeto, stai tranquilla" disse portando le mani sulle mie guance
N: "A volte dimentico che con me ho un diamante raro che merita di essere trattato in modo unico e speciale"

Questa volta fui io, fui io ad azzerare la minima ed impercettibile distanza che ci divideva. Questa volta fui io a sentire il bisogno di un contatto, fui io a baciare Niccolò.
Dalla sua bocca uscì un piccolo verso causato probabilmente dal forte morso che diedi al suo labbro.

N: "Nun te sopporto" disse tra un bacio e l'altro
A: "Moriconi ricorda che sei un pessimo bugiardo"

Quel piccolo verso, quel gemito che qualche secondo prima era stato scacciato dalle sue labbra, venne poi scacciato dalle mie per colpa di un Niccolò Moriconi , che con il suo fascino aveva passato la sua lingua sui contorni delle mie labbra. In quel momento mi sarebbe servito un estintore..ma quel mio gemito fece si che di estintori, notando lo sguardo famelico di Niccolò, ne sarebbero serviti due..

Vorrei soltanto amartiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora