Capitolo 17

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Pov's Alice

Avevo appena acquistato due cioccolate calde a questo famoso caffè del parco ed ora ero seduta su una panchina aspettando Niccolò.
Mi ero decisa ad uscire di casa e a fargli una sorpresa..dopo aver comprato ciò che dovevo però mi resi conto che io non sapevo dove abitasse il moro, allora con un gesto improvviso di coraggio, decisi di chiamarlo...lui spaventato dal fatto che mi trovassi a San Basilio da sola decise subito di raggiungermi.

N: "Se po sapè che ce fai qua ?" disse avvicinandosi a me

Non indossava gli occhiali da sole, ma alcuni da vista che lo rendevano ancora più bello

A: "Cioccolata calda del caffè del parco" dissi indicando ciò che avevo in mano

Lui sbarrò gli occhi, era sorpreso.

N: "Sei venuta a San Basilio da sola, alle dieci di sera, per la cioccolata calda?"
A: "Hai detto che questa è la più buona di Roma"
N: "Alì..."
A: "Mi avevi invitato e poi come sempre abbiamo iniziato a litigare.. è ancora valida la proposta ?"
N: "Vieni dai, andiamo a casa mia"

Notai che effettivamente Niccolò abitava molto vicino al famoso parcheggio e al bar, infatti raggiungemmo casa sua a piedi.
Appena entrai nella sua abitazione venni sommersa da un profumo, un profumo che sapeva di casa, sapeva di Niccolò.
Ci accomodammo sul divano dove vi era un piccolo tavolino in vetro di fronte.

N: "Non devi fare mai più una cosa del genere, è pericoloso" disse prendendo in mano la sua cioccolata
A: "Al telegiornale parlano sempre male di questo quartiere, ma tu che ci vivi dovresti portare alla luce le cose positive che succedono qui, non continuare a sminuirlo"
N: "Io amo San Basilio, ma non è  un posto dove na Pariolina può girá di sera da sola. Come sei arrivata qui?"
A: "Ho preso un taxi.. Avevi ragione, questa cioccolata è buonissima" dissi facendo nascere un sorriso sul volto del mio interlocutore
A: "Perché ridi?"
N: "Nun sei bona nemmeno a bere na cioccolata, te sei sporcata tutta"

Avvicinò le sue dita alla mia bocca e tentò di pulirmi..ma quel contatto non passò inosservato a nessuno dei due. Mentre lui era intento a pulire il mio pasticcio non staccando gli occhi e le dita dalle mie labbra, il mio corpo venne pervaso da brividi..lasciai un veloce bacio sulle sue dita, che a quel contatto subito si spostarono dalle mie labbra, come se si fossero scottate.

N: "Lo sai vero che è sbagliato?"
A: "Cosa? Bere una cioccolata insieme?"
N: "Si Alice, perché nella tua testa non stiamo bevendo una cioccolata come due semplici amici" disse iniziando ad alterarsi
A: "E nella tua? Davvero Niccolò mi rinfacci sempre che io creo castelli inesistenti, quando tu sei il primo a mandarmi in confusione. Io sono sempre stata chiara con te, ho sempre mostrato un interesse nei tuoi confronti. Ma tu, tu sei schivo..a volte sembri preso ed altre volte mi tratti come spazzatura"
N: "Io nun te tratto come spazzatura" disse alzandosi dal divano
N: "Nun potrei mai, io cerco solo di allontanarmi da te"
A: "E perché ? Non vedi come stiamo bene insieme?" dissi raggiungendolo per posizionarmi davanti a lui
N: "Si lo vedo, ed è sbagliato. È sbagliato stare bene insieme, ed hai ragione su di me... nun te faccio capì niente. A volte vorrei prenderti e baciarti fino allo sfinimento, altre volte invece vorrei mandarti a fanculo perché so che questa cosa non porterebbe a nulla di buono per te"
A: "Ora vorresti baciarmi o mandarmi a fanculo?"
N: "Ora vorrei che tu te ne andassi"
A: "Perché non riesco a crederti?" dissi avvicinandomi sempre di più a lui
N: "Perché sono un pessimo bugiardo Pariolì"

Le sue labbra si avventarono sulle mie con tanta foga e passione. Le mie mani premevano sulle sue guance, avevo paura si staccasse da me ed io non volevo terminare quel bacio che mi stava facendo vivere e toccare il cielo con un dito. Le sue mani non avevano una collocazione precisa, vagavano su tutto il mio corpo..mi circondavano la vita e poi salivano lungo tutta la mia schiena, mi scombinavano i capelli e me li tiravano , cosa che mi faceva fare strani versi gutturali all'interno della sua bocca.
Mi staccai da lui priva di fiato..

A: "Non respiro" dissi facendolo ridere.. probabilmente il mio andare in apnea fu causato dalla mia poca esperienza, cosa che mi fece arrossire
N: "Pariolì guardami"

Riuscii, solo dopo le sue parole, a guardare in viso Niccolò. Aveva come me le labbra rosse e gli occhi assetati.
Le sue mani continuavano ad accarezzare la mia schiena, ormai piena di brividi.

N: "Tu me dai ossigeno puro Pariolì"

Avrei tanto voluto dirgli che la cosa era ricambiata, che con lui vivevo emozioni mai vissute prima..ma non riuscii ad esprimere nemmeno un concetto..le mie labbra furono di nuovo rapite da Niccolò, che diede vita ad un altro bacio, ancora più passionale. Ad ogni scocco di lingua mi mordeva le labbra. Mi iniziò ad accarezzare le gambe ricoperte dal jeans ed io cominciai a giocare con quei capelli così scombinati ma che mi facevano impazzire. Ogni ciocca che accarezzavo o che tiravo faceva sussultare Niccolò...
Ero nuovamente senza fiato, e nuovamente decisi di staccarmi da lui..

A: "Scusa, non sono abituata.." dissi ridendo provando a non far notare il mio evidente imbarazzo
N: "Hai l'affanno Pariolina... e non sai quanto me piace er fatto che io sia il primo"

Non mentiva, gli piaceva davvero la cosa che lui fosse il primo a farmi provare determinate sensazioni, a baciarmi tanto da non farmi respirare, a toccarmi in quel modo, a farmi venire brividi su tutto il corpo.

A: "Sono una pippa Niccolò"
N: "No Alice, sei dannatamente perfetta. Però lascia che ora ti accompagni a casa, altrimenti te le consumo queste labbra"

Vorrei soltanto amartiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora