Capitolo 15

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Pov's Alice

L: "Ali aspetta ti aiuto"

Un'altra giornata di scuola era appena terminata, anche se avrei preferito durasse ancora per non salire in macchina con Niccolò..lo stesso Nicolò che stamattina mi aveva detto di non provare nulla per me. Era stato nei miei pensieri tutta la mattina.
Appena lo vidi fuori scuola , appoggiato alla macchina, con la sigaretta tra le labbra, un buco allo stomaco pervase il mio organismo, tanto da farmi inciampare tra i miei stessi piedi.

A: "Grazie Luca"

Luca, che miracolosamente si trovò lì, mi aiutò ad alzarmi.

L: "Tutto bene?"
A: "Si grazie, ero solo soprappensiero"
L: "Cosa può tormentare i tuoi pensieri? Posso sempre aiutarti a pensare ad altro con un invito a cena, che ne dici?"
A: "Ti ringrazio Luca, ma in queste sere sono molto impegnata. Magari più in là"
L: "Accetterai mai uno dei miei tanti inviti?"
A: "Lo scoprirai solo vivendo"
L: "Non ci mettere troppo però eh" disse ammiccando
A: "Ora devo proprio andare"

Inaspettatamente Luca si avvicinò a me e posò le sue labbra sulla mia guancia destra, all'angolo della mia bocca.
Appena quel contatto finì senza dire nulla mi diressi verso l'auto e verso Niccolò che era ancora intento a fumare.

A: "Ciao"
N: "Posso fare altri due tiri?" disse non ricambiando il mio saluto, era tornato il solito maleducato
A: "Certo"

Pov's Niccolò

Avevo visto da lontano tutta la scena...
La caduta di Alice causata dalla mia visione, quel ragazzo, Luca, che la aiutava ad alzarsi ed infine quel bacio troppo vicino alle sue labbra.
Una strana sensazione inondò il mio corpo, una brutta sensazione che però svanì nel momento esatto in cui Alice mi raggiunse. Ora era con me, e con nessun altro..
Io ero il primo ad allontanarla ma ero anche il primo a non volerla vedere con altri..
Gettai la sigaretta ed entrammo entrambi in macchina.

N: "Vedo che ora il contatto con quel tuo amichetto non ti dà più fastidio"
A: "È stato gentile con me"
N: "E quindi hai deciso di premiarlo?"
A: "È stato lui che ha baciato me, non il contrario"

Non le risposi, non avrei saputo cosa dirle. Ero un controsenso in persona e non volevo coinvolgerla nei mie casini mentali, anche se avevano tutti come argomento lei.

A: "Mi ha invitato a cena fuori" disse dal nulla rompendo quel silenzio che da cinque minuti regnava in macchina

Iniziai a stringere con tutta la mia forza con le mani il volante, tanto da farmi male.
Le avrei voluto urlare di mandarlo a quel paese, anzi che lo avrei mandato stesso io a fanculo, ma non potevo...sarebbe stato tutto troppo contraddittorio.

N: "Cosa gli hai risposto?" dissi cercando di mantenere la calma
A: "Che ci penserò"

La stavo perdendo, ed era solo colpa mia, ma infondo era giusto così. Io e lei eravamo due mondi completamente opposti, lei era il sole che illuminava ed io ero la luna. Non potevamo esistere insieme. Lei aveva il suo mondo, pieno di luce e diamanti, ed io avevo il mio, pieno di oscurità e di nuvole.

N: "Escici"
A: "Non ti ho chiesto un consiglio"
N: "E allora che me lo hai detto a fare? Pensavi di suscitare qualche reazione in me ? Missione fallita Pariolina"
A: "Mi piace quando mi chiami Pariolina"
N: "E a me piaci quando stai zitta"
A: "Quando la finirai con questo comportamento Niccolò ?"
N: "Questo sono io Alice"
A: "No, tu sei quello che ha paura di affezionarsi e che mi sta allontanando solo per non soffrire, non perché io non ti interessi"
N: "Stai volando con la fantasia"
A: "È un male?"
N: "No Pariolì, non è un male...ma non coinvolgere anche me in queste storielle, io nun centro niente"

Dopo un viaggio in macchina che effettivamente durò solo dieci minuti, ma che a me sembrò una vita, arrivammo a casa sua.
Scesi velocemente dall'auto per aprirle lo sportello..appena lei scese si posizionò davanti a me .
Fu così tanto audace da togliermi gli occhiali da sole che indossavo, ed io non so perché non fui in grado di fermarla.

A: "Perché hai le pupille così dilatate?"
N: "Perché non ti fai i cazzi tuoi?"
A: "Perchè non riesco a starti lontano Nicco"

Come due calamite, entrambi ci avvicinammo sempre di più l'una all'altro.

N: "Te distruggerai"
A: "Lasciamo sbagliare" disse ad un centimetro dalle mie labbra

Quelle labbra così sbagliate per me, ma che combaciavano alla perfezione con le mie.

ANNA: "Ragazzi.."

La voce di mia madre ci fece allontanare, ci fece fermare da quel bacio che sarebbe scoccato da lì a breve..la ringraziai mentalmente.

ANNA: "È pronto, forza"

Sorpassai Alice recuperando i miei occhiali ed entrai in casa, guadagnandomi un'occhiataccia da mia madre.. Ecco, quella ragazza mi avrebbe portato solo guai.


Buongiorno a tutti, buon Natale...🎄❤️

Vorrei soltanto amartiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora