Capitolo 40

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Pov's Niccolò

AD: "Lo sai come è Alessandro, gli passerà Nì"

La mia vita era diventata un vortice di emozioni che ormai non sapevo più controllare.
Avevo confessato la verità ad Alice , avevo informato i miei amici, li avevo tranquillizzati ... ma nonostante tutto era da una settimana che Alessandro non si faceva vedere.
Leo si era fatto sfuggire che aveva ancora dei problemi con me , e questa cosa ovviamente mi aveva fatto abbastanza innervosire. Lui non aveva problemi con me , ma li aveva con Alice .

N: "Adriá stiamo da mesi in questa situazione, cosa pretende lui?"
AD: "Se lo sapessi te lo direi"

Adriano era l'unico che riusciva a farmi ragionare e calmare di solito, ma in questa situazione anche lui dinanzi a me si trovò impotente .

AD: "Hai provato a chiamarlo?" mi chiese Adriano sedendosi finalmente accanto a me sulla nostra panchina , l'unica non rotta del parchetto
N: "Gli ho scritto un paio di volte, non posso sempre rincorrerlo"
AD: "Secondo te è per colpa di Alice ?" disse Adriano con un po' di timore nella voce
N: "Alice non ha nessuna cazzo di colpa, è Nassi che se deve da na regolata"
AD: "Domani sera dovrà farsi vivo per forza" disse Adriano cercando di darmi forza

Non era forza o sostegno ciò che mi serviva, in quel momento avrei voluto vedere solo il puzzle della mia vita completo e non in frantumi.
Avrei voluto semplicemente avere dalla mia parte , anzi dalla stessa parte, i miei amici e la ragazza che mi piaceva .

N: "Dove dobbiamo andá a lavorá domani sera?"
AD: "È na festa grossa, perciò dobbiamo andá tutti"
N: "Lo avevo capito, ma te ho chiesto dove"
AD: "Nun sbroccà però eh" disse Adriano ridendo ma con un velo di serietà
N: "Perché dovrei ?"
AD: "È la festa di uno dei Parioli" mi confessò Adriano

Perché ero sempre l'ultimo a sapere le cose ?

Ettore , il nostro capo, se capo si può definire, aveva convocato me e tutti i miei amici per la serata di domani. Non era mai successa una cosa del genere, di solito ci muovevamo sempre a due massimo tre.

N: "Spiegato il mistero della convocazione di gruppo"
AD: "Te crea problemi?"
N: "Perché dovrebbe ?" dissi fulminando Adriano, dato che non indossavo gli occhiali da sole.. con lui non mi servivano
AD: "Non so" disse Adriano facendo il vago
AD: "Forse perché la ragazza tua è dei Parioli ?"
N: "Non è la mia ragazza e poi.."
AD: "Ma ti comporti come se lo fosse" disse Adriano interrompendomi
N: "Adriá Nun te ce mette pure tu eh" dissi alzandomi dalla panchina

Controllai l'orario sul mio ormai vecchio iPhone e notai che avevo poco tempo per raggiungere la scuola di Alice.

N: "Devo anná a prende Alice. E comunque nessun problema per domani, lei non è la tipa che va alle feste"
AD: "Ora che sa tutto, le dirai di domani sera ?"

Tempo fa avevo confessato la mia seconda vita ad Alice, ma fino ad oggi non ero mai stato convocato per un servizio lavorativo, se così si può definire.
Non sapevo come comportarmi nei suoi confronti, se avvisarla o lasciar correre.
Non avrei mai voluto che lei stesse tutta la sera in pensiero per me..

N: "Ci penserò"
AD: "Pensace bene"
N: "Che vor dì adesso sto pensace bene ?" dissi ormai stufo delle mille frasi filosofiche di Adriano
AD: "Nun la perde Nì"

Quelle quattro parole mi aprirono un piccolo mondo.
Io non l'avrei mai persa, io non avevo intenzione di perderla.
Alice mi aveva insegnato a mostrare una parte di me sconosciuta, quella buona, premurosa e gentile. Alice in pochi mesi aveva scoperto un Niccolò che nemmeno io sapevo esistesse.
Non avrei mai permesso a nessuno di portarmi via la mia stella. La mia stella dei Parioli.

Vorrei soltanto amartiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora