Capitolo 31

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Pov's Niccolò

Il silenzio della sera era una delle cose che riusciva a calmarmi di più da sempre.
Il buio delle strade di San Basilio , causato dai lampioni privi di luce, rendevano i miei pensieri più profondi, ma anche più cupi.

L'unica luce che dava uno spiraglio di speranza alla mia mente era il lampione che costeggiava il parchetto. Era l'unico lampione a San Basilio, e si trovava nell'unico posto che consideravo davvero casa.

AD: "Bella Nì"

I miei amici di una vita erano tutti lì. Adriano, Gabriele, Tiziano, Alessandro, Leo e Valerio.

Dopo aver passato tutta la mattinata con Alice mi ero convinto di dover affrontare un altro tassello importante della mia vita.
Avevo fatto rilassare Alice per qualche ora, e quello mi aveva reso felice. L'argomento Luca non era stato più messo in mezzo, anche se la rabbia era ancora presente nel mio corpo, e la delusione era ancora presente in quello di Alice.

N: "Ciao regá"
G: "Tutto bene Nì? C'hai na faccia"

I miei amici erano come altri fratelli per me, mi conoscevano meglio di chiunque altro, soprattutto Adriano e Gabriele.
Non avevo parlato a nessuno della situazione di Luca, anche perché alcuni di loro non erano neanche a conoscenza di Alice...
Annuii alla domanda di Gabriele, che però non contento si scambiò un'occhiata con Adriano, che io ovviamente notai.
Avrei affrontato più avanti il problema 'Luca'.

NASSI: "Strano, non vedo la Pariolina" disse Alessandro ridendo
N: "So venuto qua per parlá con voi, nun me sembra il caso de fa ste battute"
NASSI: "Te sei ricordato tardi degli amici tuoi Nì"
T: "Vabe lo volete fa parlá o no?" disse Tiziano facendo zittire Nassi

Ancora non capivo perché io mi dovessi giustificare, soprattutto con loro.

V: "Nì, nun giriamoce intorno. Siamo tutti amici dalla prima elementare , da quando ce stanno segreti tra di noi?"
N: "Valè nessun segreto, ve ne avrei parlato primo o poi.. volevo solo capire"
NASSI: "Capire cosa? Me la so trovata a casa tua a vedè la Roma Nì"
T: "Te però Alessá quella sera hai sgravato"
NASSI: "La pariolina è andata a piangere da papà ?"

Non ne potevo più. Non avevo bisogno di altri problemi, già ne avevo troppi e la superficialità di Alessandro non faceva che peggiorare la situazione .

N: "Smettila di chiamarla pariolina . Hai dei pregiudizi ? Va bene lo accetto. Li avevo anche io all'inizio, ma ti posso assicurare che conoscendola, Alice è una persona fantastica"
LEO: "State insieme?"

Quella fu la prima frase che sentii pronunciare da Leo .
Leo era diverso da noi.
Noi istintivi e lui super riflessivo.
Noi facevamo le cose di pancia e lui ci pensava per giorni.

N: "No, ce stiamo frequentando, ma me piace..molto. È proprio per questo che non capisco perché io mi debba giustificare con voi."
V: "Nun te devi giustifica Nì. Se tu sei felice lo siamo anche noi. Solo che Nassi ci aveva raccontato della sera della partita, ci è solo sembrato strano che tu non ci avessi avvisati prima"
N: "Alice è diversa regà, con lei non si può correre. Il mio rapporto con lei va a dieci all'ora , e forse è anche giusto così perché lei non è una delle tante...Alice é seria e merita una cosa seria. I primi tempi ho cercato di non considerarla, addirittura ho provato ad odiarla, ma nun ce riuscivo. Lei è così diversa da me, da noi, e quindi ce volevo andá coi piedi di piombo prima di farvela conoscere ufficialmente e di farla entrare completamente nel mio mondo."

Presi una pausa e feci un lungo respiro. Avevo vomitato di getto queste parole ad i miei amici. Avrei tanto voluto scorgere qualche pensiero dalle espressioni dei loro visi, ma loro erano fermi..tutti tranne Adriano che mi incitava a continuare.

N: "Ve l'avrei fatta conoscere sicuramente, però nun volevo presentarvela come na mia amica. Volevo essere sicuro di quello che provavo per lei, e viceversa, per poi farvela conoscere come qualcosa in più. Tutto qui."
LEO: "E che provi per lei?"

Sorrisi istintivamente a quella domanda.
Leo non parlava molto spesso, ma quando arriva bocca diceva l'unica cosa sensata, diceva l'unica cosa che inconsciamente volevi sentirti dire.

N: "Me vengono le farfalle nello stomaco solo a starce vicino regá"
V: "Allo sei malato Nì" disse Valerio facendo ridere tutti, tutti tranne una persona...
NASSI: "Sa tutto di te?"
N: "Che vor dì? Sa quello che deve sapere, ci stiamo ancora conoscendo"

Sapevo dove volesse arrivare Alessandro con quella domanda , ero sicuro avrebbe tirato fuori questo discorso. Nonostante la mia sicurezza, io non ero ancora pronto ad affrontare ciò che lui stava per dire.

NASSI: "Dici che questa ragazza per te è importante, falle conoscere il vero Niccolò"
AD: "Credo spetti a lui decidere Alessá, non a te. E poi te lo ha detto, ci sta andando con i piedi di piombo"
NASSI: "No Adriá, nessun piede di piombo. Niccolò non dice la verità ad Alice per paura di essere abbandonato da lei"
N: "Nassi è una mia scelta"
V: "Ma poi sta pischella mica deve sapè proprio tutto daje"

Valerio era quel tipo di ragazzo che cercava sempre di vedere del buono ovunque. Cercava sempre di smorzare le situazioni più tese. Apprezzavo questo lato del suo carattere, molte volte mi aveva salvato...ma questa volta non sapevo se il suo modo di fare avrebbe portato a dei frutti.

G: "Nì, è una scelta tua"
N: "Lo so Cocco, quando me la sentirò glielo dirò"
NASSI: "Spera solo che la ragazza non ti distragga"
N: "So gestire più cose contemporaneamente Alessá"

Tra me e Alessandro notai che vi era ancora dell'astio..astio che non so se si sarebbe risolto velocemente o col tempo.
Io però avevo bisogno di parlare con i miei amici, ed averlo fatto nel posto che chiamavamo casa mi aveva dato più forza.

V: "Mo però abbracciamoci come fanno le femmine"

Nonostante tutto, la serata si concluse con un abbraccio.
La questione sapevo che non si era risolta completamente, ma comunque mi sentivo più libero nei confronti dei miei amici.

LEO: "Scegli tu se parlare con lei, ricordati però che questa ragazza non conosce la vita di San Basilio...potrebbe spaventarsi"

Leo mi sussurrò queste parole per farle sentire solo a me. Io non gli risposi ma avevo afferrato bene il concetto.
Nonostante per me Alice fosse mezza pariolina e mezza bora, non avrebbe mai accettato la vita che conducevo a San Basilio..
Fissai gli occhi di Leo per minuti infiniti per cercare una parola di conforto, un consiglio in più, qualcosa che mi facesse capire cosa fare, un segno...

L'unico segno però che ricevetti fu una cascata d'acqua, il cielo iniziò a piangere...e tra risate e bestemmie , ancora una volta, io ed i miei amici abbandonammo quel parchetto , come se la pioggia e il mondo non ci toccassero.

Vorrei soltanto amartiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora