Capitolo 2

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Pov's Alice

X: "Alice ciao"

Ero pronta per tornare a casa , dopo una giornata di scuola abbastanza faticosa. Frequentavo il quarto anno di un liceo linguistico, ed i professori erano abbastanza esigenti... ovviamente le mie intenzioni di tornare velocemente a casa vennero infrante da Carola che mi fermò all'uscita di scuola.
Carola Ricciardi, unica ragazza con cui scambiavo qualche parola di tanto in tanto, solo perché sua madre era la migliore amica della mia e quindi ci conoscevamo dai tempi dell'asilo.

A: "Carola Ciao"
C: "Ti volevo invitare domani sera alla mia festa di compleanno, 17 anni al Duke's, ci sarai?"
A: "Certo Carola , a domani"

Solite feste con solita gente snob. Di solito riuscivo sempre a scamparmele queste feste ridicole, ma quando si trattava di Carola ero costretta ad andare.
Entrai in macchina chiudendo con un pizzico di aggressività lo sportello, odiavo tutto ciò, odiavo i Parioli e questi stupidi convenevoli che giravano intorno a questo quartiere.

N: "La vuoi sfonná la portiera?"
A: "Scusa"
N: "Nun è mia la macchina, la puoi pure rompe, basta che dici a tuo padre de esse stata tu"
A: "Niccolò non è il momento"
N: "Chi ha fatto innervosire la principessa dei Parioli?" disse mettendo in moto l'auto per dirigerci verso casa
A: "Non sono una principessa"
N: "Regina?"
A: "Ma tu non eri quello che non parlava ?"
N: "Adesso sei tu la scostumata"
A: "Domani sera devo andare ad una festa"
N: "E?"
A: "Dovrai accompagnarmi"
N: "Va bene"
A: "Posso chiederti un favore?"
N: "Se proprio insisti"
A: "Io odio queste stupide feste , ma a questa devo partecipare per forza. È il compleanno di Carola, l'unica ragazza della scuola con cui ogni tanto scambio due parole, in più la madre è amica della mia quindi devo andare per forza"
N: "E il favore?"
A: "Puoi restare con me alla festa ?"
N: "Nun se ne parla"
A: "Ti prego, se non vado a quella festa mi dovrò sentire mia madre nelle orecchie"
N: "Non è un problema mio"
A: "Sei un insensibile" dissi mettendo il broncio
N: "Chiedi a qualche amico"
A: "Non ho amici"
N: "Tutti hanno amici"
A: "Bhe io no"
N: "E con chi esci, che ne so, il sabato sera ? O il pomeriggio... con chi vai a fare aperitivo nei migliori bar dei Parioli?" disse ridendo e facendomi innervosire ancor di più
A: "Cosa non ti è chiaro della frase, non ho amici?"
N: "Bhe meglio per me, non dovrò accompagnarti avanti e indietro"
A: "Ti odio"
N: "È irrilevante"

Finalmente arrivammo a casa , ed insieme raggiungemmo la sala da pranzo dove Anna stava preparando la tavola.

A: "Ciao Anna"
ANNA : "Salve signorina"
A: "Alice, lo sai"
N: "Ciao má"
ANNA: "Nicco in cucina c'è un po' di pasta al sugo. Signorina suo padre è in clinica e sua madre ha chiamato per dire che non tornerà per pranzo"
A: "Oh, va bene"
ANNA: "Le posso servire il pranzo?"
A: "Si grazie" disi accomodandomi a tavola, ovviamente avrei mangiato anche oggi da sola
A: "Che vuoi?" dissi a Niccolò che non smetteva di fissarmi
N: "So che mi pentirò molto presto ma.. vuoi pranzare con me ?"

Un sorriso spuntò sulle mie labbra, nessuno dei domestici prima d'ora mi aveva fatto una proposta del genere. Certo sia Anna, sia Giacomo, sia Amelia (la signora delle pulizie) erano sempre stati gentili con me, ma erano rimasti sempre al loro posto, Niccolò invece era diverso...era un ragazzo , come me.

A: "Mi farebbe piacere"
N: "Si però no qua, mangi in cucina con me"
A: "Ma..ma perché ?"
N: "Te adegui agli stili di San Basilio, o preferisci mangiare da sola?"
A: "Approfitterò di questa tua strana gentilezza"
N: "Nun te abituà"

Vorrei soltanto amartiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora