Capitolo 38

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Pov's Alice

Erano passati quattro giorni dalla confessione di Niccolò. Quattro giorni in cui io non riuscivo a non pensare a tutto ciò che mi era stato rivelato.

Avevo paura ? Si.
Avevo paura per lui e per il mondo che lo circondava, avevo paura si facesse trasportare ancora di più in situazioni pericolose.

Nonostante tutto avevo deciso di non lasciarmi influenzare... Niccolò era un ragazzo d'oro che in poco tempo aveva dimostrato di tenerci a me, si era aperto e non avrei mai voluto fare a meno di lui.

Avrei provato a fargli cambiare idea anche contro il parere di suoi amici? Si.
Niccolò stesso era consapevole di non fare la cosa giusta.. nonostante ciò continuava con questa doppia vita per non abbandonare i suoi amici di sempre, che considerava come fratelli.

Tutto ciò per me era surreale, ma per lui no..

"Non puoì capi Alì, loro so la mia famiglia..non posso lasciarli nella merda"

Niccolò continuava a ripetere questa frase , per farmi capire il motivo per cui lui era tutt'oggi immischiato in questo giro.
Inizialmente quel "non puoi capire" pronunciato da lui aveva fatto male, ma pensandoci bene lui aveva ragione..io non potevo capire.
Non avevo mai avuto degli amici da sostenere o da aiutare, non avevo mai avuto un'amica che potevo considerare mia sorella.
Non avevo mai avuto una spalla su cui piangere o su cui farmi forza.
La mia spalla ad oggi era Niccolò, ed io non avrei permesso a nessuno di portarmi via quella spalla.

Dovevo rispettare i suoi spazi, me lo aveva chiesto lui.
Mi aveva chiesto di non immischiarmi in situazioni più grandi di me che oltretutto non mi riguardavano.
Mi aveva chiesto di non fargli ulteriori domande.

"Sai quello che devi sapere, anzi sai già troppo"

Io avrei voluto sapere di più.
A mente lucida avevo provato a fargli delle altre domande, ma lui era testardo ed aveva deciso di non rispondere a nessun mio punto interrogativo.

" É per il tuo bene" continuava a dirmi.

"Non ti permetterò mai di sapere qualcosa in più su tutta questa faccenda. È una cosa troppo grande per te"

Ciò che Niccolò però non capiva, è che tutto questo era una cosa troppo grande anche per lui.

Un ragazzo di 24 anni non avrebbe mai dovuto avere questo peso sulle spalle, soprattutto quando questo peso non era più una scelta sua...


Pov's Niccolò

AD: "Quindi sa tutto?"
N: "Sa quello che deve sapere"

Qualche giorno fa finalmente ero riuscito a raccontare ad Alice tutto ciò che mi circondava. Con mia grande sorpresa lei non mi aveva abbandonato insieme ai miei mostri e alle mie insicurezze, anzi.. mi aveva stretto la mano dicendomi che ci sarebbe stata.

NASSI: "Che vor dì? Ci hai fatto venì qua, mo parli"

Dopo giorni di assoluto silenzio, avevo deciso di parlare con i miei amici.
Avevo chiesto a loro di incontrarci nel nostro parchetto..
Avevano il diritto di sapere che avevo confessato ad Alice tutto ciò.

N: "Le ho detto che vendiamo delle cose, ed ovviamente sa cosa" dissi aspirando a pieni polmoni il fumo della mia sigaretta
NASSI: "Te fidi di lei?"
N: "Che domande so? Non eri tu il primo a dire che dovevo confessare tutto ad Alice?"
NASSI: "Si, ma ora ti sto facendo un'altra domanda. Nun ce stai solo tu Niccolò in sta situazione, ma tutti noi. Quindi, te fidi di lei?"

Quella domanda posta da Alessandro non solo la reputavo fuori luogo, ma anche del tutto inutile. Non aveva senso .
Lui tra tutti i ragazzi era sempre stato il primo a dirmi che dovevo dire la verità ad Alice, non aveva senso ora farmi quella domanda.

N: "Alessá le ho detto che vendo droga, e lei sa cosa ha fatto? Mi ha stretto la mano e mi ha detto che avrebbe provato ad amare un casino vivente come me" dissi tutto d'un fiato sputando queste parole in faccia al mia amico, sotto lo sguardo confuso degli altri miserabili
N: "Me fido ciecamente de Alice, come me fido ciecamente de voi"
NASSI: "Hai messo sullo stesso piano noi e la pariolina ?" mi chiese ridendo , cercando l'approvazione degli altri
NASSI: "Hai battuto la testa Nì"
G: "Daje Nassi ma saranno pure fatti de Niccolò"
NASSI: "Nei fatti de Niccolò ci azzecchiamo tutti, e se la pariolina dovesse aprire quella sua boccuccia..."
N: "Alessá" dissi fermando il discorso del mio amico che non aveva nessun senso e che soprattuto stava iniziando a scocciarmi
N: "Alice non parlerá, e non chiamarla pariolina"

Abbandonai quel parcheggio con la voce di Adriano che mi chiamava.
Abbandonai quel luogo ed i miei amici per recarmi dall'unica persona che volevo vedere in quel momento.
Salii in macchina e mi catapultai da Alice...che solo io potevo chiamare pariolina.

Vorrei soltanto amartiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora