Capitolo 20

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Pov's Alice

Luca era stato abbastanza aggressivo nei modi che aveva usato per rivolgersi nei miei confronti, non lo avevo detto a Niccolò, ma mi aveva messo anche un po' di paura e timore...quella paura e quel timore però scomparvero appena incontrai gli occhi di Niccolò.
Aveva detto che era pronto a proteggermi da qualsiasi persona o cosa volesse farmi del male, ma nonostante ciò io ancora non riuscivo a capire bene quello che il moro provasse nei miei confronti. A volte si comportava come un fratello maggiore, altre volte come un amico di vecchia data, altre volte ancora come un fidanzato super geloso. Niccolò era l'unica persona che da tempo ormai riempiva i miei pensieri notte e giorno...

N: "Mia mamma mi ha mandato un messaggio, siamo soli. I tuoi genitori sono a pranzo fuori con non so chi e mia madre ha approfittato per tornare a casa a pranzo, mi ha detto che c'è della pasta al forno pronta"
A: "Andrai via anche tu?"
N: "No, non so se sei in grado di riscaldare la pasta al forno"
A: "Te lo hanno mai detto che sei antipatico?" dissi entrando con lui in cucina
N: "Tu me lo ripeti ogni giorno"
A: "Quindi pranzeremo solo io e te?"
N: "Paura?" disse Niccolò mentre si accingeva ad accendere il forno per riscaldare la pasta
A: "Dovrei averne ?"
N: "Già sai la risposta" disse incupendosi improvvisamente
A: " Oltre che antipatico sei anche bipolare Moriconi"
N: "Ma sono anche sexy, affascinate"
A: "Ed egocentrico"
N: "Bellavista non mi fare troppi complimenti, potrei abituarmi"

Pov's Niccolò

Il rumore del forno ci fece capire che ormai la pasta era pronta per essere mangiata, Alice prese i piatti e con il mio aiuto ci andammo a sedere nella sala da pranzo.

A: "Pasta al forno, birre e winston blu smezzate"
N: "Farai una lista delle cose che abbiamo condiviso?"
A: "Secondo te devo aggiungere anche la saliva?"

La saliva che a me mancò in quel preciso istante..

A: "Non pensavo che Niccolò Moriconi si potesse imbarazzare"
N: "Non sono imbarazzato"
A: "Invece lo sei" disse ridendo e quel sorriso lo avrei baciato all'infinito, se solo avessi potuto
A: "Come sta Adriano?"
N: "Che te 'mporta?"
A: "Sei geloso anche di lui?"
N: "Per l'ennesima volta, non sono geloso"
A: "Quindi se io per esempio uscissi con qualche ragazzo, a te non darebbe fastidio?"

Certo che mi darebbe fastidio, mi darebbe troppo fastidio.

N: "No" dissi continuando a mangiare la pasta al forno
A: "Va bene, quindi..puoi darmi il numero di Tiziano?"

Il boccone gigante di pasta al forno che avevo appena ingerito finì tutto nel tovagliolo che avevo accanto.
La risata di Alice spezzò quel momento di panico e di imbarazzo che si era appena creato.

N: "Nun capisco se mi stai a pigliá per culo o no"
A: "Buona la pasta al forno?" disse continuando a ridere
N: "Nun fa la stupida... vuoi davvero uscire con un mio amico? Di tanti ragazzi poi, proprio Tiziano.."
A: "Cosa ha che non va Tiziano?"
N: "È mio amico, questo basta e avanza"
A: "E quindi?"
N: "E quindi nun puoi uscì con un mio amico dopo che te ho infilato la lingua in gola" dissi per poi alzarmi ed uscire nel giardino sul retro per accendermi una sigaretta.

Ancora una volta non riuscivo a capire le intenzioni di quella ragazza. Io ero il primo a non far capire nulla, ma il fatto che lei facesse il mio stesso gioco mi mandava in panico.

A: "Non voglio uscire con Tiziano stupido, l'ho detto solo per vedere una tua reazione" disse affiancandomi sulla panchina che vi era in giardino
N: "Soddisfatta ?" le risposi continuando a fumare la mia sigaretta che tecnicamente avrebbe dovuto calmarmi ma che praticamente non lo stava facendo
A: "Un poco" disse appoggiando la testa sulla mia spalla, e solo quel gesto riuscì a calmarmi
A: "Sono confusa"
N: "Non sai quello che vuoi?"
A: "Io so cosa voglio Niccolò, ma non so cosa vuoi tu"
N: "Non voglio vederti vicino ad altri ragazzi, non voglio vederti soffrire, voglio solo vederti sorridere..questo é quello che voglio ora" dissi gettando la sigaretta in un punto indefinito del giardino
A: "Sei contraddittorio"
N: "Lo so, sono un casino vivente"
A: "A me piacciono i casini"
N: "E a me piaci tu, ma è tutto infattibile"
A: "Moriconi, hai appena detto che ti piaccio" disse cercando di guardarmi negli occhi
N: "Ho fatto un casino eh?" dissi voltandomi verso di lei

Era la mia calamita, non riuscivo a distogliere lo sguardo da lei, eravamo come due poli opposti che si attraevano. Le sue labbra mi chiamavano e le mie bramavano le sue.
Mi avvicinai sempre di più a lei lasciandole un lento bacio a stampo che mi fece battere il cuore come non era mai successo prima.

A: "Per me non è un casino, è tutto perfetto" disse sulle mie labbra
N: " È tutto stranamente perfetto"

Vorrei soltanto amartiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora