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Harry Styles.

Davanti ai miei occhi c'era proprio lui.
Cercando di mettere a fuoco il ragazzo che avevo di fronte, per un momento non riuscii a proferire parola, addirittura mi stropicciai gli occhi credendo di essere impazzita. Lui si mise a ridere nell'apprendere la mia reazione, forse non stava aspettando me. Forse si era sbagliato ed io ero capitata lì per caso.
Lo vidi sorridere per un istante quando dalla sua bocca fuoriuscì una domanda rivolta nella mia direzione e porgendomi una mano vidi un sorriso farsi strada sul suo volto.

"Ehi... non credevo di fare questo effetto."

Cosa diamine stava succedendo?!
Harry indicò il suo braccio teso verso di me con un cenno della testa. Continuava a sorridermi mentre io continuavo a non capirci niente. Era bellissimo.
Squadrandolo dal basso verso l'alto studiai mentalmente il suo abbigliamento casual, mentre indossava un paio di jeans scuri leggermente strappati sulle ginocchia, un maglione chiaro ed un giacchetto in pelle. Una visione celestiale direi.
Titubante avvicinai la mia mano per afferrare la sua o non sarei riuscita ad alzarmi senza quel piccolo sostegno gentilmente offertomi, perché le mie gambe parevano essersi trasformate in gelatina.

"Puoi parlare, non mordo!"

Continuò lui prendendomi in giro. Cosa doveva fare sennò? Stavo facendo la figura della stupida! Accidenti!

"Devi scusarmi, ma sono stata colta alla sprovvista!"

Squittii nell'imbarazzo più totale incrociando le mie mani e dondolandomi leggermente non riuscendo a distogliere lo sguardo dai miei piedi.

"Chi credevi che ci fosse dietro alla maschera?"

Mi incalzò affinché dalla mia bocca uscisse una frase con un senso compiuto.
Mio Dio, non era davvero possibile. Magari ero caduta pochi metri più in là ed avevo battuto la testa.
Dovevo averla battuta molto forte.
Forse era tutto frutto della mia immaginazione.

"Certamente non credevo potessi esserci proprio tu."

Ammisi continuando a non smentirmi e peggiorando solo la mia situazione infierendo su me stessa ed incrementando il mio imbarazzo. Sollevai lo sguardo per guardarlo negli occhi ma sentii un forte calore risalire lungo tutto il mio corpo prima di trovare sollievo sulle mie guance ed annidarsi proprio lì provocandomi un rossore percettibile da molto lontano.
Lo vidi ridere, di nuovo e nonostante la sua fonte di divertimento fossi proprio io, in quel momento decisi che avrebbe potuto ridere di me quanto voleva perché non credevo di aver mai visto qualcosa di così bello prima d'ora.

"Mi conoscevi già?!"

Il suo umore così allegro e rilassato mi stava facendo sciogliere. Si stava prendendo gioco di me e del mio poco autocontrollo, ma la cosa non mi infastidiva affatto.

"Perché esiste forse qualcuno che non ti conosce?"

Risposi io ridendo e cercando di non far trasparire la scolaretta innamorata ancora ben radicata in me.
Ero cresciuta! Continuavo a ripetere nella mia mente. Non avevo più quattordici anni. Potevo farcela! Ma come cavolo facevo a quell'età a pensare di incontrarlo per strada e di riuscire a comporre frasi con un senso compiuto? Credetemi non era affatto semplice come si potrebbe immaginare.

"Rispondi ad una domanda con un'altra domanda? Non si fa.. "

Il suo tono scherzoso e così spontaneo per un momento fece sì che la pressione iniziasse ad abbandonare il mio corpo.
Presi un respiro profondo e portandomi le mani sulla faccia chiusi gli occhi per un istante, prima di tornare con le spalle dritte, e decidere di provare a parlare come una donna adulta e non come una ragazzina imbranata.

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