I giorni erano trascorsi velocemente e quel giovedì di fine gennaio era giunto alle porte. Stavo camminando per il corridoio che mi avrebbe condotta al mio posto su quell'aereo diretto a New York. Avrei volato da sola perché Eleanor, rispetto a me, era potuta partire con i ragazzi e si trovava nella grande mela già da alcuni giorni.
Scelsi di sedermi nel posto vicino al finestrino, adoravo osservare le nuvole durante i viaggi anche se quella volta non avrei avuto molto tempo per farlo dato che stavo per volare in notturna.
"Si avvisano i gentili passeggeri che il volo 1245871 delle ore ventidue e trenta, con direzione New York City, è in partenza".Durante i primi movimenti del velivolo mi soffermai su quella che era diventata la mia vita negli ultimi mesi, un bel salto di qualità se si pensa che avevo vissuto per molto tempo in una piccola cittadina italiana, senza vedere un futuro al di fuori di essa per anni ed anni.
Mi riscossi quando la voce di una hostess avvertì noi passeggeri dell'immediata partenza e solo allora mi resi conto che erano parecchi minuti che stavo fissando fuori dal finestrino, la pista di decollo, e che un altro passeggero si era accomodato nel posto accanto al mio.
Un giovane uomo biondo cenere, dalla pelle ambrata, teneva le mani sulle gambe e, anche da seduto, potei intuire che doveva essere alto, molto alto. Si voltò e mi sorrise. Era bello. Avrebbe potuto far invidia a qualunque star di Hollywood."Mi perdoni signorina, non volevo interrompere il filo dei suoi pensieri, aveva lo sguardo piuttosto concentrato. Il posto è libero?"
Chiese gentilmente, accennando alla poltrona sulla quale aveva preso posto. Osservandolo in volto la mia attenzione venne catturata dal singolare e quasi innaturale colore dei suoi occhi. Erano verdi con un cerchietto scuro a delimitarne il perimetro e riempiti da un giallo color giada ad impreziosire il nero delle iridi.
Non capii per quale motivo mi stesse facendo quella domanda, i posti erano numerati... probabilmente stava solo cercando di essere gentile.
"No, nessun problema e mi scuso per non aver prestato attenzione, come ha detto lei ero piuttosto rapita da alcuni pensieri. Il posto è libero e credo che sia indicato anche nel suo biglietto."Risposi, mentre le mie guance si coloravano leggermente. Non ero certa però che l'imbarazzo fosse causato solamente dalla mia sbadataggine: quel giovane uomo era riuscito a mettermi in soggezione.
"Beh sono stato colto in flagrante. Non pretendevo delle scuse. Possiamo darci del tu? In fin dei conti non sono poi così vecchio."Rise alle sue stesse parole e poi allungo la sua mano verso di me per presentarsi.
"Il mio nome è Reese, Reese Atwood."
"Anna."
Gli strinsi la mano e mentre era impegnato a frugare nella sua borsa, notai che davvero non doveva essere molto più grande di me. Doveva avere ventotto o ventinove anni, al massimo trenta.
"Sei sola?"Annuii.
"Se non sono indiscreto, qual è il motivo che ti sta portando a New York in pieno Gennaio, e da sola per di più?"
Sembrava sinceramente interessato a quello che avevo da dire.
"Sto raggiungendo il mio ragazzo che si trova lì per lavoro, non mi tratterrò molto a dire il vero."
Non volevo perdermi in troppi dettagli, non volevo parlare di Harry con lui.
"Davvero? Che coinc-"Dal suo cellulare arrivò uno squillo e lui si interruppe improvvisamente: un messaggio. Lo lesse e vidi formarsi sul suo viso un cipiglio pensieroso, mentre continuava ad osservare intensamente il display.
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FanficAmore. Quella parola mi aveva sempre spaventata. Ero diversa rispetto alle ragazze della mia età, non riuscivo ad accontentarmi e volevo di più. Desideravo quel tipo di amore che ti prende dentro, che ti sconvolge ... quel sentimento così incredib...