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Salutammo le due donne davanti a noi prima di voltarci ed incominciare a camminare insieme.

Harry allungò una mano per afferrare la mia ed io lo guardai per un istante mentre scorsi la sua auto parcheggiata al lato del marciapiede. Avrebbe dovuto passare davvero molto tempo prima di far sì che io potessi abituarmi ad un'assurdità del genere.

"Prego signorina."

Disse lui aprendomi lo sportello per farmi prendere posto nel lato del passeggero.

"Grazie!"

Esclamai osservandolo fare il giro dell'auto per entrare al posto di guida, so che potrebbe sembrare banale da dire, ma era davvero bellissimo. Più che in foto, più che nei video... la sua bellezza sembrava essere accentuata nella realtà.

"Quale sarà la nostra prossima tappa?"

Gli chiesi non appena raggiunse il mio fianco mettendo in moto.

"Ti porterò a pranzo in un posto che mi piace molto..."

"Come si chiama?"

"Bonnie's house, ci vado spesso quando riesco a staccare la spina per qualche ora."

Si voltò verso di me per sorridermi.
Non doveva essere affatto semplice avere ventisei anni e ritrovarsi già da molto tempo in un vortice così violento come quello del mondo dello spettacolo.

"E' difficile vero? Non essere liberi di decidere quando poter staccare..."

Chiesi abbassando per un momento lo sguardo, riflettendo sulle mie parole. Da fuori sembrava tutto bellissimo. Quale ragazzo non avrebbe ucciso per essere fermato e corteggiato da ogni ragazza sulla faccia della terra? Chi non avrebbe voluto avere l'intero mondo ai propri piedi alla sua età?

"Non è facile. Sembra sempre tutto fantastico per chi non vive in prima persona questa vita... si vedono solo le feste, i soldi, le ragazze... non si nota la mancanza di libertà che hanno le persone all'interno di questo mondo, non si nota che indirettamente tutti intorno a noi vengono trascinati in questo vortice anche se non è quello che vorrebbero. Mia madre ancora non è abituata a questa situazione. Continua a chiamarmi la sera per dirmi che ci sono persone durante il giorno che la fotografano mentre va a fare la spesa o mentre butta la spazzatura, sono passati dieci anni dalla prima volta che sono salito su un palco ed ancora non si è abituata all'idea."

Rise leggermente alla fine del suo discorso e percepii una nota amara nel tono della sua voce.

"Non credo sia semplice per nessuno abituarsi a tante attenzioni non richieste. Credo che la vita che denigriamo tanto, quella normale che viviamo tutti i giorni,  in realtà non sia così male. Possiamo uscire a buttare la spazzatura anche in pigiama e con i capelli spettinati, tanto non ci noterebbe nessuno."

Ammisi sollevando lo sguardo nei suoi confronti e noncurante di quello che avrebbe potuto pensare di me, appoggiai la mia mano sulla sua stringendola leggermente. Lo vidi sorridere e girando il suo palmo verso il mio, intrecciò le nostre dita ed intensificò la presa ancora di più.

"Esatto, è proprio di questo che sto parlando!"

In quel preciso istante davanti a me non vidi più Harry Styles il cantante, bensì un ragazzo molto giovane che era stato travolto dal mondo dello spettacolo ancor prima che potesse rendersi conto di quello che avrebbe potuto comportare.

"Sono felice di averti notata ed ancora di più di essere riuscito a trovarti, non mi ero mai cacciato in un'impresa così ardua ma credo che sia stata un'ottima sensazione quella che mi ha condotto da te! Per non parlare del vestito che ti ho regalato...Non ti ho tolto gli occhi di dosso per tutta la sera. Fasciava il tuo corpo alla perfezione, sembrava essere stato disegnato per te e quel colore era stupendo. Ti donava molto."

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