38:

65 2 0
                                    

Quel momento poco atteso era arrivato. Harry aveva trascorso le sue ultime giornate a Londra in sala prove con i ragazzi. Tenevano molto a quel ritorno perché ogni cosa che avremmo visto sul palco ed intorno a loro, era stata concordata e decisa dagli stessi ragazzi. Avevano stabilito il ritorno solo ad una condizione: "carta bianca su tutto." Nessuno avrebbe più dovuto interferire sulle loro decisioni, sia che riguardassero la vita come gruppo sia che riguardassero gli affari personali.

Ero davvero emozionata e felice all'idea di rivederli insieme su un palco e non stavo più nella pelle per lui, volevo che per un'ultima volta fosse felice con i suoi migliori amici.

Nessuno avrebbe preteso di vederli invecchiare insieme ma avevano fatto un enorme regalo a tutte le loro fan con l'annuncio della reunion.

Da quella serata passata tra fiumi di parole, discussioni e risate, erano già trascorse circa quattro settimane e mezzo ed io mi ritrovavo a Londra, da sola ed immersa nel lavoro fin sopra ai capelli.

Il tour era iniziato ed Harry era partito. Non so come spiegare la sensazione che ho provato quando all'aeroporto mi ha lasciato la mano per salire sul volo privato che li avrebbe condotti in Brasile per le prime date della loro nuova avventura.

Ho avuto mal di stomaco per tutta la sera nonostante Josy mi avesse trascinata in un pub per distrarmi dalla sindrome di abbandono che mi aveva colpita.

Lei era con me e quella era la mia unica consolazione.

Trascorremmo gran parte della serata a parlare, a bere e a discutere su quale settore ci piacesse di più dell'evento Vogue in programma.

La data tanto attesa si stava avvicinando sempre di più ed eravamo terrorizzate che qualcosa potesse andare storto.

Harry mi aveva garantito la sua presenza e questa cosa contribuiva a creare agitazione nella mia testa. Non volevo metterlo in imbarazzo ed avevo esplicitato più volte che non avrei preso parte a nessun tappeto rosso con lui. Avrebbe dovuto presenziare da solo e ci saremmo riuniti dentro.

Mi aveva letteralmente salvata dall'umiliazione quando era riuscito a farmi contattare da Alessandro Michele, conosciuto per il suo stile ricercato e unico, nonché direttore creativo di Gucci. Dalla sua nomina, del 2015, in poco tempo era riuscito a rilanciare l'immagine del brand.

Quest'ultimo era un grande amico di Harry e negli anni il loro rapporto si era rafforzato moltissimo. Avevano un'amicizia bellissima ed una grande stima l'uno dell'altro.

Michele mi aveva contattata qualche giorno più tardi rispetto alla rinuncia di Jean-Paul Gaultier e fin da subito mi aveva colpita con il suo modo di fare cordiale e genuino. Si era reso disponibile per qualsiasi dubbio e proprio così si stava comportando.

—-

Eravamo tutti incollati agli schermi dei nostri computer in attesa della risposta di Edward Enninful alla nostra presentazione della seconda fase progettuale.

"Din Din Din!!! Aprite lo champagne gente! Ha approvato ed è entusiasta del nostro lavoro!" Caroline apparse esuberante di fronte a noi con quattro flûte tra le mani.

Spalancai gli occhi alla sua affermazione. Non riuscivo a crederci! Mi voltai verso Josy e lei esultò con un gridolino stridulo.

Appoggiai entrambi i gomiti sulla scrivania e presi la mia testa tra le mani. Ero esausta ma allo stesso tempo entusiasta di sentire quella notizia. Stavo facendo un buon lavoro anche se non mi sentivo all'altezza.

"Guarda guarda, dovrai offrirmi una cena adesso. Me lo devi. Per il momento continuo ad affermare il mio buon fiuto in fatto di affari." Reese apparse alla mia porta con una flûte colma di bollicine appena versate.

You don't need a title for this.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora