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Non era affatto semplice abituarsi ad Harry.

Tutto di lui riusciva a confondermi le idee. Ho sempre creduto che al mondo non potessero esistere "esseri umani perfetti" ma dopo aver conosciuto lui, la mia fermezza in materia aveva iniziato a vacillare.

Era speciale e quella particolarità non aveva niente a che fare con la sua fama. Le persone vedevano solo il lato relativo al suo personaggio pubblico e non cercavano mai di andare oltre.

Era come non essere presenti davvero, come se tutto il mondo cambiasse improvvisamente al suo arrivo, ma allo stesso tempo come se nessuno si accorgesse della sua esistenza. Le persone parlavano di lui senza conoscerlo, come se fosse un essere umano non degno di esprimere la sua opinione. Ognuno credeva di avere il diritto di poter dire e fare quello che voleva, credeva di avere il diritto di distruggere la sua vita, come se fosse fatto di cartone. Come se non avesse dei sentimenti.

Quello nel quale viveva non era un mondo reale, era una bolla di cristallo all'interno della quale spesso mancava l'aria, soprattutto se tu che ne fai parte sei un giovane uomo di soli ventisei anni.

Ero sdraiata sul mio letto mentre le coperte avvolgevano il mio corpo proteggendomi dal freddo invernale.
Stavo pensando a lui perché non sapevo come ero finita lì, la sera prima ci eravamo addormentati sul divano durante la visione del nostro film preferito ed Harry doveva essersi svegliato per accompagnarmi a letto.

Non so bene per quale motivo ma durante il mio processo di risveglio mattutino decisi di digitare il suo nome nella barra di ricerca del mio telefono.

Era incredibilmente perfetto.

Adoravo vederlo sul palco, era sempre se stesso, non perdeva mai di vista i suoi valori. Riusciva ad intrattenere il pubblico con il suo carisma, con le sue battute orrende e con la sua bellezza.
Non avevo mai visto nessuno prima di lui esibirsi con così tanta voglia di cambiare le cose.
Da solo, contro il mondo, stava cercando di abbattere barriere insormontabili e la cosa assurda era che ci stava riuscendo.
La parte che preferivo di lui era il suo sorriso. Era sempre stato così anche quando ancora non avevo avuto l'occasione di vederlo oltre lo schermo.

Non era un semplice "sorridere" il suo, o meglio... forse per lui lo era ma non si rendeva minimamente conto di cosa provocasse nelle persone vedere la bellezza dei suoi occhi e la gioia sulla sua bocca.
Ho sempre creduto che quel tipo di gesto fosse la forma di comunicazione non verbale più potente sulla faccia della terra.

Conoscevo un vecchio proverbio cinese che ricordavo ormai a memoria.

"Il sorriso dura un istante.
Il suo ricordo può durare tutta la vita
."

Nel suo sorriso c'era il senso di tutto quello che stavo cercando.

"Buongiorno."

La sua voce calda apparse tra i miei pensieri, scuotendomi e portandomi nuovamente con i piedi per terra.
Eccolo lì, di fronte a me in tutta la sua bellezza.

Era appena entrato dalla porta con un grembiule legato in vita e della farina sparsa ovunque.

"Buongiorno!"

Risposi allungando le mie braccia nella sua direzione.
Stavo sorridendo come una bambina piccola, ero così felice che fosse lì.

"Ho preparato la colazione e se ti va è di là che ti aspetta."

Si chinò su di me e depositò un casto bacio sulla mia fronte per poi uscire nuovamente di scena lasciandomi con aria sognante al turbine di emozioni che stava assalendo il mio stomaco.

Dopo una doccia rigenerante, indossai un maglione lungo sopra alle mie calzamaglie nere velate e raccolsi i miei ricci in uno chignon disordinato.

Lo raggiunsi in cucina arrivando alle sue spalle e circondando il suo bacino con le mie braccia lo attirai contro di me.
La nostra differenza di altezza, mi permetteva di appoggiare il viso poco al di sotto delle sue spalle e di godermi il suo profumo senza che lui se ne potesse accorgere. Socchiusi gli occhi per un momento che parve infinito, cercai di scacciare i brutti pensieri e di godermi quel contatto così intimo.

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