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La portai in collo fin dentro casa, si era addormentata profondamente in auto nel tragitto di ritorno e devo ammettere di essermi distratto più volte alla guida per guardarla dormire.

Eravamo tornati da New York da poco più di una settimana e Liam ci aveva invitati a cena da lui per trascorrere una serata tra amici come ai vecchi tempi. Avevamo passato quasi tutto il tempo a fare giochi da tavola che comprendevano brutte imitazioni e rivelazioni piuttosto pesanti del nostro passato. Mi ero divertito molto e anche lei sembrava essersi divertita con noi, i ragazzi l'adoravano ed Eleanor non faceva altro che ripetere quanto fosse felice di non essere più l'unica ragazza del team.

Avevo aperto la porta con un calcio e stavo salendo le scale lentamente cercando di non svegliarla. Era bellissima e trasmetteva un senso di pace che non volevo interrompere per niente al mondo.

Appoggiai delicatamente il suo corpo sul letto mentre la vidi portarsi, inconsciamente, una mano al viso per strofinarsi il naso ed io sorrisi involontariamente a quella visione. Le tolsi scarpe e pantaloni affinché rimanesse soltanto con indosso la mia camicia.

Uscii dalla stanza solo dopo aver coperto il suo esile corpo con il piumone caldo del mio letto. Avevo bisogno di un bicchiere di scotch per schiarirmi un po' le idee dato che il mio cuore stava iniziando ad accusare l'imminente partenza.

Versai un po' di quel liquido giallastro nel bicchiere e liberandomi della camicia, mi sedetti sul divano. Avevo bisogno di silenzio per riflettere su tutto quello che era accaduto e stava accadendo nella mia vita. Osservavo il contenuto del mio drink oscillare da una parte all'altra del bicchiere, in base ai movimenti della mia mano. Guardando di fronte a me, cercavo di capire fino a che punto avessi deciso di spingermi con la mia vita.

Anche io avevo paura. Avere 27 anni nel mio mondo significava essere arrivati quasi al capolinea, i miei migliori amici avevano già dei bambini bellissimi ed io mi sentivo come bloccato in un turbine di strane sensazioni.

Afferrai il mio quaderno dal mobiletto di fronte a me e prendendo la penna tra le mani, le parole iniziarono a scorrere da sole...

Tienimi stretto più che puoi... ogni volta che il tuo pensiero ti conduce a me. Baciami... e tienimi con te... è notte fonda e non riesco a dormire, ti penso.... più di quanto tu possa immaginare. Ti ho sostituita, di solito sei tu quella che non riesce a dormire e mi guardi mentre io lo faccio al tuo fianco. L'altra sera in aereo non ci siamo detti neanche una parola eppure i nostri occhi hanno parlato per tutto il tempo. Non riesco a smettere di pensarti neanche per un istante. Ho provato a bere stasera nella speranza che del buon whisky alleviasse quello che sento.

"Che stai scrivendo?"

Percepii le sue labbra morbide schiudersi poco al di sotto del mio orecchio in un tocco leggero, le sue braccia scivolarono intorno al mio collo mentre le sue mani scesero con delle carezze delicate sul mio petto nudo.

"Cosa ci fai tu sveglia a quest'ora?"

"Mi sono svegliata e non ti ho trovato nel letto..."

Fece il giro del divano per sedersi a cavalcioni su di me.

Portò una mano sul mio cuore mentre con l'altra tornò ad accarezzarmi il viso ed io mi beai di quel tocco così leggero scivolando un po' più giù sul divano.

Indossava soltanto la mia camicia ed era sbottonata fin sopra al seno lasciando intravedere porzioni di pelle abbastanza consistenti.

Aveva lo sguardo fisso nei miei occhi e sembrava stessimo gridando anche se, in realtà, nessuna parola aleggiava intorno a noi.

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