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Anna's Pov:

Dal mio arrivo nella grande mela erano ormai passati ben nove mesi. Ero arrivata dall'altra parte del mondo e per la prima volta in vita mia, mi ero sentita orgogliosa del mio percorso e di ciò che stavo facendo.
Mi ero ripromessa di non precludermi più nessuna strada. Ero pronta a godermi la città e le sue meraviglie.

Controllai nuovamente l'orologio e sbuffai nervosamente. Possibile che fosse sempre in ritardo e che proprio non conoscesse il significato della parola "puntualità"? Avevamo appuntamento alle 08:30 del mattino e di lei nemmeno l'ombra. Povera me. Avere a che fare con Cindy Lewis non era proprio una passeggiata.
Era stata la prima persona ad entrare nella mia vita newyorkese, vicina di casa nonché rompipalle numero uno. Durante le prime due settimane l'avevo detestata. Festaiola di professione e casinista per hobby.
Figlia di un importante costruttore nel settore dell'immobiliare, non avrebbe dovuto lavorare un solo giorno per il resto della sua vita.
Oramai la conoscevo abbastanza bene da capire che il suo universo era completamente differente dal mio. Nonostante ciò era diventata un punto di riferimento per la mia sopravvivenza.
Guardai nuovamente la folla che scorreva senza sosta di fronte ai miei occhi. Tipico di New York City avere la frenesia anche alle 08:40 del mattino. La città che non dorme mai. Nonostante abitassi lì da ormai diversi mesi, non potevo non stupirmi ogni singola volta. Era un luogo magico, almeno per me.

Trasferirmi a New York aveva segnato la mia rinascita.

Sorrisi soffermandomi a guardare i volti della gente che mi passava di fianco.
C'era chi correva per prendere la metropolitana, chi parlava al telefono, chi ascoltava la musica con le cuffiette nelle orecchie. Altri invece che parlottavano tra loro incuranti delle persone circostanti. Mi soffermai senza volerlo su un paio di ragazzi che parlavano della partita che avevano giocato il giorno prima i New York Yenkees.
Non conoscevo il baseball ma apprezzavo ogni singola novità che man mano entrava a far parte della mia vita. Sorrisi scuotendo la testa e rendendomi conto che non era normale provare un amore così profondo per un luogo eppure adoravo i suoi vicoli, le sue strade numerate ed il suo essere così maestosamente grande.

Era strano come tutto fosse cambiato così all'improvviso. Ancora una volta le mie scelte mi avevano portata lontano da un ambiente ormai divenuto familiare, dalle amicizie, dall'amore...

Josy ed io ci sentivamo continuamente, nonostante il fuso orario giocasse a nostro sfavore.
A fine giugno, durante il periodo di chiusura estiva della sede inglese, sarebbe venuta a trovarmi. Non vedevo l'ora di farle da guida turistica ed ero sicura che lei e Cindy avrebbero trascorso del tempo di qualità insieme... erano molto simili e forse era proprio per questo che avevo legato con quest'ultima così facilmente. Josy non era mai stata a New York e per quanto possibile avrei cercato di farla ambientare durante il mese di permanenza in città.

Vidi sbucare una chioma mora proprio alle 09:00 in punto. Era tremenda.

"Alla buon ora!!!"

"Shh!! Ho trascorso una delle notti più brutte della mia vita. Ho il diritto di sentirmi a disagio per il resto dei miei giorni e quindi tu non puoi sgridarmi per la mia mancata puntualità."

Agitò entrambe le mani in aria con fare melodrammatico e si abbassò gli occhiali da sole sul naso per coprire gli occhi dalla luce mattutina.

Ridacchiai per i suoi modi di fare. Era tremendamente identica a Josy.

"Cosa è successo?"

"Hai presente il tizio che è tornato a casa con me dalla festa ieri sera? Bene... tutto quello scintillio e quel wow wow che mi aspettavo è finito sul pavimento del mio bagno! Sembrava un idrante in preda alle convulsioni. Ha vomitato anche il pranzo di Natale, per tuutta la notte! Povera Beth, non vorrei essere nei suoi panni oggi."

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